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In 4 porti dell’Adriatico trovate 91 specie aliene

ROMA  - Un sistema condiviso per il monitoraggio dei porti italiani, con l’obiettivo dell’individuazione di specie aliene, e

Pubblicato:14-07-2016 17:47
Ultimo aggiornamento:14-07-2016 17:47

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ROMA  – Un sistema condiviso per il monitoraggio dei porti italiani, con l’obiettivo dell’individuazione di specie aliene, e la messa a punto di un sistema di allerta che diffonda subito la notizia dell’avvistamento di queste specie potenzialmente nocive.

Sono alcuni degli obiettivi del progetto europeo Balmas sulla gestione delle acque di zavorra delle navi in Adriatico (Ballast water management system for adriatic sea protection), progetto che si conclude a settembre e su cui oggi ISPRA promuove un Infoday a Bari, uno dei porti dell’Adriatico coinvolti nelle ricerche condotte dall’ente e dai suoi partner italiani e internazionali.

LE SCOPERTE

L’evento, rivolto principalmente al territorio, è anche l’occasione di presentare i primi risultati del progetto: solo nel porto pugliese; il monitoraggio sulla componente bentonica, vale a dire degli organismi che vivono associati al fondo, ha permesso di individuare 11 specie non indigene su fondi duri, 3 specie non indigene di fondi mobili e 2 specie macroalgali aliene. Tra questi organismi ci sono ad esempio il polichete Pseudopolydora vexillosa, finora trovato solo a Taiwan, il polichete Hydroides elegans, proveniente dall’Australia e il bivalve Anadara transversa, probabilmente originario del Golfo del Messico, già segnalato in Adriatico a partire dal 2001 e considerato una delle peggiori specie invasive presenti nel Mediterraneo.


Più in generale nei quattro porti investigati in Italia (oltre a Bari sono stati coinvolti quelli di Trieste, Venezia e Ancona) sono state individuate 91 specie non indigene, 9 delle quali potenzialmente nocive. Il mare Adriatico è il mare italiano con il più elevato numero di specie non indigene, in particolare nella sua parte nord. Tra i partner di Balmas per l’Italia vi sono, oltre a Ispra, il Comando generale delle capitanerie di Porto, il Cnr-Ismar, l’Ogs e il Centro Ricerche Marine di Cesenatico. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è partner associato, L’Arpa Puglia ha attivamente partecipato alle indagini nel porto di Bari, in collaborazione con ISPRA. Grazie a Balmas per la prima volta sono state condotte specifiche indagini nei porti per l’identificazione di specie non indigene e specie nocive.

I porti investigati in Adriatico sono in tutto 12: i 4 italiani, 5 in Croazia e 1 in Slovenia, Montenegro e Albania. Oltre ai campionamenti di benthos e colonna d’acqua nei porti, sono stati effettuati campionamenti a bordo delle navi e messi a punto e testati nuovi protocolli operativi condivisi, incluso il sistema di early warning per le specie nocive in Adriatico, su cui Ispra ha collaborato strettamente con le Capitanerie di porto. Questo ha l’obiettivo di consentire un intervento tempestivo ed efficace qualora specie non indigene o indigene nocive vengano rinvenute nei porti o aree limitrofe, evitando gravi conseguenze come quelle verificatesi lungo le coste peruviane agli inizi degli anni ’90, in cui le epidemie di colera sono state associate proprio agli scarichi di acque di zavorra. All’evento di Bari si parla, tra gli argomenti, delle attività portate avanti dal progetto Balmas, raccontate dai ricercatori Ispra, dei metodi di campionamento e analisi delle acque di zavorra delle navi, anche con esperti di Arpa Puglia e OGS, delle indagini sul macrozoobentos nel porto di Bari, con un ricercatore Cnr-Ismar, e si conclude con un quadro sul sistema di allerta precoce (Early warning) sulle specie aliene e la proiezione del documentario sul progetto, anch’esso realizzato dall’Ispra.

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