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L’esperta: “In Italia circa 300 casi di malattia da meningococco”

A disegnare un quadro della diffusione del meningococco in Italia e' Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all'Universita' degli Studi di Perugia e membro della commissione vaccini della Sip

Pubblicato:14-06-2018 12:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15

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ROMA – Il meningococco e’ un agente infettivo che causa a livello nazionale “circa 150 casi di malattia, ma probabilmente si tratta di una sottonotifica e in realta’ i casi sono circa 300: di questi va considerato che il 10% si associa a morte del paziente mentre si verificano disabilita’ permanenti dal 20 al 30%. Si tratta quindi di una patologia fortunatamente non frequentissima, che pero’ ha ancora un impatto importante”. A disegnare un quadro della diffusione del meningococco in Italia e’ Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Universita’ degli Studi di Perugia e membro della commissione vaccini della Sip. L’occasione e’ la campagna ‘Io mi vaccino… tu ti vaccini? – La vaccinazione negli operatori sanitari’, pensata per il 74esimo Congresso nazionale di pediatria organizzato dalla Sip a Roma: in questa seconda edizione 300 pediatri si sono vaccinati, per dare il buon esempio, proprio contro le forme di meningococco.

“Abbiamo la possibilita’ di agire in anticipo- sottolinea Esposito- Nel nuovo piano per la prevenzione vaccinale e’ stato introdotto per i nuovi nati il vaccino contro il meningococco B, che nel nostro Paese rappresenta circa il 60% delle forme meningococciche e che ha una importanza soprattutto nel primo anno di vita, cui si aggiunge il vaccino contro il meningococco C, che invece viene effettuato durante il secondo anno di vita di un bambino”. In quest’ultimo caso “l’attivita’ di prevenzione ha gia’ permesso un calo importante della patologia ma e’ necessario mantenere l’attenzione anche in considerazione della possibilita’ di importazione di ceppi o della loro circolazione”. Non va poi dimenticata la prevenzione per il meningococco Acwy, “un vaccino raccomandato per tutti i ragazzi che fanno vacanza studio all’estero, agli adolescenti e agli adulti che svolgono lavori cosiddetti a rischio, come operatori sanitari e pediatri specialmente, tecnici di laboratorio e addetti del pronto soccorso”.

Tirando le somme possiamo dire che “solo con la vaccinazione possiamo evitare le patologie meningococciche causa di decessi e complicanze”. In questo caso la prevenzione ha dunque un ruolo duplice: “L’operatore sanitario e’ sempre il primo soggetto esposto: e’ vero che esiste la profilassi, ma a volte puo’ essere tardiva. Infatti in una serie di linee guida internazionali la vaccinazione e’ strettamente raccomandata, e non dimentichiamoci che lo scorso anno proprio durante l’estate abbiamo osservato alcuni focolai epidemici in svariate regioni italiane- conclude Esposito- che hanno portato a una estensione del vaccino anche nella popolazione adulta in generale”.


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