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Cantone: “Corruzione male assoluto, Anac avanti fino al 2020”

Cantone sull'Anac: "Una completa retromarcia rischierebbe di creare una ulteriore fase di fibrillazione con una nuova crisi del settore"

Pubblicato:14-06-2018 09:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15
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ROMA – “Non riteniamo che l’Autorità debba essere destinataria di nuovi poteri e funzioni ma che sia piuttosto messa in condizioni di poter svolgere quelle attribuite“. Lo dice il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, nel suo intervento alla Relazione annuale dell’Autorita’ al Senato.

“Da parte nostra, comunque, continueremo a lavorare con il massimo impegno fino al 2020, quando questo Consiglio terminerà il suo mandato, per far sì che la prevenzione si imponga, diventando un indispensabile strumento di efficienza del sistema e non un intralcio burocratico”, aggiunge.

“Lasciatemi esprimere- dice ancora Cantone- un profondo ringraziamento al Signor Presidente della Repubblica, che, con il suo autorevole magistero, non manca mai di indicare la corruzione come un male assoluto da combattere“.


Il Codice degli appalti “ha certamente bisogno di scelte chiare e inequivoche da parte del nuovo legislatore; il rilancio del sistema dei lavori pubblici necessita non solo di regole semplici e comprensibili, ma anche stabili, per consentire alla burocrazia il tempo di digerirle per poi applicarle in modo corretto”.

“A poco più di due anni di distanza- spiega però Cantone- non si va ancora nella direzione auspicata: su alcuni aspetti, anche per non sempre giustificate critiche, si è già fatta marcia indietro con il correttivo del 2017. Sono riapparse,per molti interventi, deroghe ad hoc e di recente alcuni hanno persino richiesto l’abrogazione del Codice”.

“Una completa retromarcia rischierebbe di creare una ulteriore fase di fibrillazione con una nuova crisi del settore dalla quale, invece, sia pure a fatica, si sta lentamente uscendo”, sottolinea.

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