NEWS:

Femminicidio, Puglisi: “Bene giudici Messina”, Lembi (Anci): “Ruolo comuni fondamentale”

"E' una sentenza molto importante, che ci fa sperare davvero in un 'mai piu' morti annunciate'"

Pubblicato:14-06-2017 14:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:20

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “E’ una sentenza molto importante, che ci fa sperare davvero in un ‘mai piu’ morti annunciate'”. Cosi’ la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Francesca Puglisi (Pd), commenta la sentenza pronunciata dai giudici di Messina contro i magistrati della Procura di Caltagirone (in Sicilia) che non fermarono l’uxoricida pluridenunciato.

“Purtroppo lo sappiamo- osserva Puglisi- l’Italia era già stata condannata nel marzo di questo anno dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso di un’altra donna che aveva denunciato le minacce di morte del marito. Quella donna è stata poi oggetto di tentato omicidio e ha visto morire il figlio per mano dell’ex coniuge”.

La Commissione d’inchiesta del Senato, continua la parlamentare, “sta facendo già moltissime audizioni, abbiamo già ascoltato Telefono Rosa, la rete dei centri anti-violenza D.i.RE (Donne in Rete contro la violenza, ndr.), l’Anci e tutte le associazioni e gli esperti che stanno lavorando su questa drammatica violazione dei diritti umani. La Commissione ha già visto come il tema della protezione delle vittime ad alto rischio sia uno dei temi cruciali se davvero vogliamo rimuovere questo fenomeno”.


Puglisi sottolinea “che ci sono buone pratiche territoriali, come quelle messe in atto dalla Procura di Roma e dalla Procura di Parma, che vedono collaborare tutti gli attori del sistema e che possono davvero costituire una rete di protezione efficace per le donne, dai tribunali alle forze dell’ordine ai pronto soccorso, ai centri anti-violenza. Questo appunto deve rendere tutti responsabili nell’individuare in modo tempestivo le vittime ad alto rischio e poteggerle in modo efficace”.

La presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio, cita l’esempio della ‘Domestic Homicide Review’ in Inghilterra: “Ogni volta che una donna viene uccisa per mano di un uomo in quanto donna- spiega Puglisi- scatta immediatmente una revisione di tutto cio’ che è accaduto per individuare quale sia stato l’anello debole della rete di protezione che non ha funzionato. Anche questa è un’indicazione di lavoro davvero importante che noi inseriremo nella relazione finale al parlamento per dare indicazioni al futuro goveno sulle nuove azioni” legislative da intraprendere.



LEMBI (ANCI): RUOLO COMUNI FONDAMENTALE NEL CONTRASTO

Il ruolo dei Comuni nel contrasto alle violenza sulle donne “è fondamentale”. Lo dice Simona Lembi, presidente della Commissione Pari opportunità Anci, dopo un’audizione in Commissione d’inchiesta sul femminicidio in Senato.

“Innanzitutto- spiega Lembi- abbiamo espresso apprezzamento per la costituzione di questa Commissione in parlamento. Finalmente ci si occupa di un tema cosi’ rilevante e diffuso, molto radicato purtroppo nelle nostre società”.

L’Anci, continua la consigliera comunale a Bologna, “ha ribadito in particolare due cose: la prima è che nella governance di tutto questo sistema, dai fondi nazionali fino alle azioni che si svolgono su tutto il territorio, i Comuni debbano essere sempre piu’ protagonisti, per una ragione molto pratica: perchè erogano, insieme ai centri anti-violenza, i servizi per affrontare e contrastare questo fenomeno”.

La seconda questione, “è la difesa e il sostegno a tutti costi dei centri anti-violenza, che sono stati i primi presìdi nati 30 anni fa nel nostro Paese quasi nell’assenza di una politica nazionale e che hanno sviluppato competenze e azioni che ormai fanno scuola e che sono molto efficaci nel contrastare questo fenomeno”.

Quanto alla sentenza dei giudici di Messina che hanno condannato i pm negligenti che non fermarono l’uxoricida pluridenunciato, Lembi commenta: “E’ una sentenza molto importante che ci dice due cose: intanto ci dice che non basta denunciare e che a volte le denunce mettono a rischio l’incolumità delle persone, e questa è una delle ragioni per cui sono pochissime le denunce che si ottengono su tutto il territorio. Ma ci dice un’altra cosa e cioè che i comportamenti negligenti sulla tutela delle vittime vanno punite”.

di Maria Carmela Fiumanò

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it