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Genova, l’Antimafia stoppa un’azienda che demoliva ponte Morandi: legami coi boss

Interdittiva antimafia per l'azienda Tecnodem, amministrata da Consiglia Marigliano che è parente del pluripregiudicato Ferdinando Varlese

Pubblicato:14-05-2019 08:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:27

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GENOVA – L‘azienda Tecnodem non potrà più lavorare nei subappalti per la demolizione del Ponte Morandi. Lo ha deciso il prefetto di Genova, Fiamma Spena, che a seguito delle indagini della direzione investigativa del capoluogo ligure ha emanato un’interdittiva antimafia nei confronti della società napoletana ritenuta “permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso”. La Tecnodem, che si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso, a febbraio scorso era stata assoldata dalla ditta Omini per lavori pari a 100.000 euro.

L’amministratrice della Tecnodem è Consiglia Marigliano, senza esperienze nel settore ma consuocera di Ferdinando Varlese, pluripregiudicato 65enne di Napoli, che vive a Rapallo ed è dipendente della società. Tra le condanne riportate da Varlese, la Dia sottolinea la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Napoli nel 1986 per associazione a delinquere. Tra i coimputati, diversi soggetti affiliati al clan “Misso-Mazzarella-Sarno“, già appartenente all’organizzazione camorristica “Nuova Famiglia”, i cui boss di riferimento erano Michele Zaza e suo nipote Ciro Mazzarella.

Altra sentenza rilevante, sempre della Corte d’appello di Napoli, questa volta nel 2006, per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità “mafiose”, da cui si evidenziano i legami di Varlese con il sodalizio camorristico “D’Amico”, a cui risulta legato da rapporti di parentela.


Alla luce degli accertamenti svolti dalla Dia, la Prefettura di Genova ha ritenuto che “il complesso degli elementi di permeabilità criminale fosse tale da porre l’impresa in una condizione di potenziale asservimento, o comunque di condizionamento, rispetto alle iniziative della criminalità organizzata di stampo camorristico”.

Fino ad oggi, come previsto dal decreto Genova, la Direzione investigativa antimafia del capoluogo ligure, con la collaborazione delle forze di polizia territoriali, ha eseguito controlli su 92 società e 4.062 persone impegnate nei lavori di demolizione e ricostruzione di ponte Morandi.

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