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Dai fagioli western alle ricette stellate, ecco la guida dei legumi del Lazio

E' un vademecum per imparare a conoscere e cucinare le varietà laziali: tantissime ricette, le sagre a tema segnalate e tante storie legate alla cucina d'un tempo

Pubblicato:14-05-2016 09:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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guida legumiROMA  – Dai fagioli western della mitica coppia cinematografica Bud Spencer e Terence Hill alle ricette gourmet di dieci cuochi stellati e slow food. Nel mezzo, le tantissime tipologie di legumi made in Lazio, “un’autentica eccellenza” regionale in grado di interpretare la cucina tradizionale, ma anche la fantasia della tavola contemporanea. A fagioli, lenticchie e ceci, ma non solo, è dedicata la Piccola guida gustosa ai legumi del Lazio, un vademecum curato da Marco Panella e realizzato con il sostegno dell’Arsial per imparare a conoscere e cucinare le varietà laziali. “Siamo una regione con una fortissima vocazione ai legumi- così Panella- ne abbiamo 24 riconosciuti come specialità tradizionali, una dop, tre presidi slow food. Un panorama vasto, che vede i fagioli farla da padrone con 17 tipologie”. Il curatore ha presentato la sua guida ospitato dalla Compagnia del pane, a Roma, che per l’occasione ha offerto assaggi delle ricette contenute nella pubblicazione e accompagnate da altre specialità laziali, come vino e olio.

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“Un racconto fuori dalle righe- ha spiegato Panella- parliamo dei legumi in tanti modi e come consuetudine alimentare che parte dagli aneddoti legati alla cucina popolare e arriva alle nostre tavole di oggi, grazie a una rinnovata attenzione alla salute e al benessere a cui i legumi danno risposta”. Dalla vignarola alla romana alla passatina di cicerchia, dai cannellini di Atina al sale e pepe alle lenticchie di Rascino, sono tantissime le ricette contenute nella guida che segnala anche le sagre a tema e racconta le tante storie legate alla cucina d’un tempo. Immancabili, poi, i riferimenti cinematografici. “Arsial- ha aggiunto l’amministratore unico dell’agenzia, Antonio Rosati- ha scelto di sostenere questo progetto per tre ragioni: la prima è perché questa guida esalta una tradizione, un patrimonio genetico d’eccellenza del Lazio che noi cerchiamo di curare, riscoprendo i legumi. E poi perché in un momento in cui l’alimentazione è molto legata alla salute, mangiare più legumi fa molto bene. Infine, l’Arsial ha la funzione di valorizzare questa tradizione che consente di mangiare bene, perché molti di questi prodotti sono biologici, e permettono di mangiare bene a prezzi popolari”. Tutto questo, ha concluso Rosati, “fa parte di una strategia che ci vede esaltare quella che io chiamo l’economia della bellezza: turismo, cultura e cibo. Mangiamo più Lazio per una nuova via di sviluppo”.


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