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Inizia il gay pride di Bologna: 27 giugno il corteo e gemellaggio con i familiari di Ustica

Il clou sarà naturalmente il corteo del

Pubblicato:14-05-2015 12:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:19

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bologna gay prideIl clou sarà naturalmente il corteo del 27 giugno, con partenza dal parco del Cavaticcio. Ma il Pride 2015 comincia già domani con l’incontro tra il coro gay Komos con gli studenti del liceo Fermi: primo di un cartellone di 50 appuntamenti che vede soprattutto un ‘gemellaggio’ con l’associazione dei familiari delle vittime di Ustica. Proprio per questo è stata scelta la data del 27 giugno, giorno in cui cadrà il 35esimo anniversario della strage. Martedì prossimo la presidente dei familiari Daria Bonfietti sarà ospite del Cassero. “Con l’associazione dei parenti delle vittime- spiega il presidente del circolo Arcigay, Vincenzo Branà- abbiamo costruito un percorso perchè tra la verità gioiosa che portiamo noi e quella dolorosa che portano loro c’è un punto di contatto”. L’idea è insomma che il Pride abbraccio non solo il mondo Lgbt, ma altre battaglie civili sentite come vicine.

“Vogliamo trasmettere una visione e un messaggio politico forte che non si circoscrive alla comunità gay-lesbica”, conferma Giulia Sodano dell’associazione femminista Orlando alla conferenza stampa di presentazione del Pride tenuta oggi alla Salara. Ma non per questo rimarranno sottotraccia alcuni “allarmi” su “conquiste che oggi sembrano in crisi”, come sottolineano gli organizzatori. Di un Pride “molto più combattivo e orgoglioso” parla infatti Porpora Marcasciano del Mit, il movimento del transessuali: “vogliamo essere meno giocherellone ma molto più serie ed incisive”.

In ballo c’è il destino del consultorio del Mit “che è l’orgoglio di Bologna perchè è l’unico d’Italia. Ad oggi, e siamo quasi a giugno- dice la presidente- non siamo ancora riusciti a firmare una convenzione con la Regione Emilia-Romagna, una situazione molto grave”. Non è l’unico fronte di battaglia con gli enti locali: Arcilesbica chiede ad esempio che i volantini sulla ‘prima volta’ dei rapporti sessuali nei consultori non siano solo a misura di eterosessuali e che ci sia una adeguata formazione del personale sanitario che opera in ginecologia. Famiglie Arcobaleno denuncia la discriminazione dei genitori omosex in scuole e asili. “Anche a Bologna le nostre famiglie non esistono”, lamenta Elisa Dal Molin. “Non c’è alcun riconoscimento del genitore elettivo, la mia compagna per andare a prendere il bimbo al nido a bisogno della delega. Ci riconoscono come famiglia solo quando è ora di compilare l’Isee”.


La preoccupazione riguarda anche il possibile “smantellamento” del laboratorio del Sant’Orsola dove si fanno i test per le malattie a trasmissione sessuale. “Temiamo che cambino le regole di accesso a questo presidio e soprattutto lo standard di qualità”, dice Branà. “È il luogo dove le persone possono ricevere anche notizie anche drammatiche sul loro stato di salute”.

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