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Roma, a Torpignattara il mercato fantasma: grido d’aiuto dagli operatori

Semivuoto, trascurato, abbandonato. Si presenta così il mercato rionale di via Laparelli a Torpignattara, nel V Municipio.

Pubblicato:14-03-2018 17:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:37

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ROMA – Semivuoto, trascurato, abbandonato. Si presenta così il mercato rionale di via Laparelli a Torpignattara, nel V Municipio. Al piano terra di una moderna maxi struttura, 46 banchi di cui solo 11 operanti, i pochi e fedeli clienti rimasti trovano carne, frutta e verdura.

Undici sopravvissuti, undici famiglie che nonostante la crisi economica e la grande distribuzione, ancora credono nella sopravvivenza di un mercato rionale che un tempo era cuore e anima del quartiere. Quel che resta del libro dei sogni è sotto gli occhi di tutti. Una struttura fantasma dove gli operatori sono costretti a fare i conti con spese, tasse e burocrazia mentre i loro prodotti freschi e invenduti finiscono nella spazzatura.


Il progetto del mercato rionale di Torpignattara fu concepito nel 1996 dall’amministrazione Rutelli per riqualificare i banchi pre-esistenti. Interamente finanziato dalla Cooperativa OMT (Operatori mercato Torpignattara), la gara fu aggiudicata a marzo del 2001, in piena era Veltroni, alla ditta Edilmonti e, nel rispetto dei termini, i lavori si conclusero nel dicembre 2003.

Nel 2004 il mercato aprì i battenti e iniziò a macinare presenze per la felicità di produttori, commercianti e cittadini che avevano riavuto il loro mercato rionale. Fino all’arrivo della crisi e al progressivo svuotamento della struttura.

Arrivando al presente, nel 2016, la Giunta a 5 Stelle, a 4 mesi dal suo insediamento, decide che la gestione dei mercati rionali di Roma deve essere di competenza dei Municipi. In altri termini le ex circoscrizioni, nel progetto M5S, sono gli enti deputati a rilasciare autorizzazioni e concessioni per i posteggi nei mercati rionali, e sono anche i soggetti che riscuotono i canoni per la concessione dei posteggi.

Stessa cosa per le sanzioni e i provvedimenti di decadenza o revoca delle concessioni, e anche le convenzioni con le Ags, cioe’ le associazioni per la gestione dei servizi formate dagli stessi operatori dei singoli mercati.

Non è tutto. Passano i mesi e con la delibera n. 4 del 4 gennaio 2017, l’Amministrazione capitolina modifica la percentuale dei canoni sulle concessioni che le Ags e le Cooperative sono tenute a versare a Roma Capitale, stabilendo una nuova tariffa unica che passa dal 20% al 50% del canone pieno. Quindi costi raddoppiati per gli operatori che non possono più contare sull’abbattimento dell’affitto concordato dell’80% ma del 50%.

Prima pagavamo 1.200 euro l’anno, ora ne paghiamo 3.000– racconta all’agenzia Dire il titolare di una macelleria del mercato di Torpignattara- A questa cifra ciascuno di noi deve aggiungere 110 euro a settimana per la pulizia, l’acqua, la luce e le assicurazioni del mercato. Spese che siamo rimasti in 11 a dividerci. Il Comune e il Municipio da noi vogliono più soldi ma non fanno nulla per rilanciare il mercato”.

“Non so quanto dureremo- aggiunge un venditore di frutta e verdura- Ci hanno abbandonato. Siamo soli. In un mercato semivuoto vengono pochi clienti, però intanto loro vogliono più soldi”. Ora la parola spetta al Municipio V.

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