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Ue. Coldiretti: “Con etichetta a semaforo stop al 60% del Made in Italy”

Questo tipo di etichetta sarebbe fuorviante: indica infatti la sola presenza generica di alcuni elementi all'interno del cibo, ma non basata sulle effettive quantità consumate

Pubblicato:14-03-2016 10:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:22

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prosciuttoROMA – Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono tra le vittime illustri dell’inerzia dell’Unione Europea nell’intervenire per bloccare l’etichetta a semaforo degli alimenti adottata dal Regno Unito che colpisce ingiustamente il 60% delle produzioni italiane con indicazioni sbagliate e forvianti. Così in un comunicato la Coldiretti in occasione del Consiglio dei Ministri Agricoli a Bruxelles che all’ordine del giorno dei lavori reca anche lo svolgimento di un dibattito sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo della cosiddetta etichettatura a semaforo richiesto anche dall’Italia.

parmigiano

Si tratta di una informazione visiva sul contenuto di nutrienti abbinata a un colore e alla percentuale giornaliera di assunzione. A causa del sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute il Parmigiano Reggiano pre-porzionato etichettato a “semaforo” dal 2013 al 2015 ha avuto una perdita di quota di mercato del 13% in volume mentre il calo per il Prosciutto di Parma è stato del 14% secondo una ricerca elaborata da Nomisma. Questo perché la segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze. Il sistema finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. “Una scelta che è stata adottata dal 98% dei supermercati inglesi che ostacola la libera circolazione delle merci e sta mettendo in pericolo alcuni settori cardine dell’export Made in Italy in Gran Bretagna. Si tratta di un danno alle produzioni più tipiche del Made in Italy che l’Unione Europea sta ingiustamente tollerando sotto la pressione del referendum di giugno in Gran Bretagna a favore delle quale si assiste ad un crescendo di concessioni”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.


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