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Pienone per la maratona dantesca: 300 pronti a leggere i canti

MODENA - In massa per Dante. Quasi 300 persone sono pronte a partecipare alla maratona 'dantesca' durante la quale, per

Pubblicato:14-02-2019 11:31
Ultimo aggiornamento:14-02-2019 11:31
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MODENA – In massa per Dante. Quasi 300 persone sono pronte a partecipare alla maratona ‘dantesca’ durante la quale, per tre giorni, operai e professori si passeranno il testimone leggendo i canti della Divina commedia: succederà dal 15 al 17 marzo al castello di Levizzano Rangone, frazione di Castelvetro di Modena, ma per la quale i cantori hanno già iniziato a prepararsi. Per adesso, sono 260 gli iscritti allatre giorni dantesca‘ che sta andando sold out, perchè sono rimasti posti liberi solo per sei canti del Paradiso. Tra loro, oltre a studenti delle scuole medie di Castelvetro, Spilamberto e di Modena, “ci sono persone di ogni genere e sorta”, spiega Giorgia Mezzacqui, assessore alla Cultura di Castelvetro.

Da venerdì 15 marzo, in cui si inizia con la lettura dell’Inferno, si alterneranno davanti al leggio famiglie intere che si sono divise un canto, operai, professionisti e professori. Ma ci sarà anche il vignaiolo di Castelvetro, un produttore agricolo e un avvocato 90enne in pensione che conosce a memoria tutta la Divina commedia. Per arrivare pronti all’evento, da questa domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, la sala di rappresentanza del Comune di Castelvetro diventerà eccezionalmente uno spazio dove poter provare ad alta voce i propri versi, facendosi giudicare e consigliare dal regista Yuri Bautta.

Anche se non le piace molto il termine, Mezzacqui parla di un’iniziativa che ha “reso Dante un fenomeno pop, nel senso che se nei ricordi scolastici è qualcosa di complesso o di noioso, in questo modo è diventato alla portata di tutti”. Il segreto? “Costruire la cultura insieme alle stesse persone che la dovranno interpretare”, aggiunge l’assessore spiegando anche la scelta della frazione di Levizzana come luogo dell’evento. “E’ un modo per raggiungere anche i luoghi più periferici, che spesso non vengono considerati ma per i quali, invece, dobbiamo prestare molta cura”, conclude Mezzacqui.


di Sara Forni

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