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Ddl Pillon, a Roma le donne alzano la voce: “Uniamoci contro gli attacchi”

ROMA - La Casa internazionale delle donne di Roma ieri sera è stata una piazza aperta

Pubblicato:14-02-2019 08:29
Ultimo aggiornamento:14-02-2019 08:29
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ROMA – La Casa internazionale delle donne di Roma ieri sera è stata una piazza aperta di dibattito e una trincea. Si parla di DDL Pillon, dell’attacco alla 194 e al gender, del reddito di maternità, ma soprattutto “di come tutto questo si tenga insieme in un preciso concetto di famiglia naturale tradizionale, fondata sul matrimonio, e in un determinato ruolo da assegnare alle donne nella società: zitte, a casa e senza possibilità di separarsi”.

Lo ha spiegato per aprire il dibattito la giornalista Giulia Bosetti che ha ripercorso il suo viaggio, per Presa Diretta, tra associazioni di padri separati, territorio, forze politiche di ultradestra. “Family day, pro vita, Ddl pillon, il ministro Fontana- ha detto la giornalista- sta tutto insieme”.

“La lobbing dei padri separati, la prima interrogazione di Pillon contro le streghe e le fiabe, la confusione su gender e studi di genere, la Pas inventata da Gardner cui Pillon si ispira “sono stati i temi con cui la femminista Vittoria Tola ha ricostruito la genesi politica del disegno di legge che “ora è annunciato per Pasqua”.


Al tavolo storiche, attiviste, avvocati, magistrate e professoresse hanno analizzato il loro lavoro di ogni giorno al fianco delle donne e l’urgenza di avere proposte. “Le deroghe previste nel Ddl Pillon avranno bisogno di prove- ha spiegato Monica Velletti, magistrata- e privando la donna di assegno la si mette nella condizione di fatto di non separarsi più. Bisogna alzare la voce, attivarsi”.

“E le parlamentari del Pd dove sono?- ha chiesto alla platea Oria Gargano, presidente di BeFree- Da questa assemblea alle parlamentari della commissione Giustizia deve arrivare la richiesta che il Ddl Pillon passi da commissione redigente a referente. Il codice rosso? Non ha aggiunto nulla, anzi si perde più tempo. Uniamoci”, ha aggiunto.

La voce dai consultori è quella di Lisa Canitano, ginecologa: “L’elemosina del bonus bebè ha preso il posto dei diritti. Si lavora fino al nono mese, le future madri ridotte a suddite senza lavoro, e ora anche la disgrazia sull’aborto e la 194. Solo 15 giorni fa abbiamo tirato fuori una donna dal Gemelli con il sacco rotto a 17 settimane, dimessa e rimandata a casa dove, se avesse abortito da sola nauralmente, forse sarebbe morta”. E il ricordo è andato a Valentina Milluzzo. “Ormai gli aborti per malformazione si fanno solo all’estero. Lorenzin ha tolto l’obbligo alle farmacie di avere la pillola del giorno dopo. Viviamo già una tragedia- ha concluso la ginecologa- di cui non ci siamo accorte in tempo”.

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