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Uffizi, sì a eventi privati nel Giardino di Boboli e palazzo Pitti. Ma “nessuna sala chiusa a pubblico”

FIRENZE - Sì agli eventi privati all'interno del complesso delle Gallerie degli Uffizi, che comprende anche il Giardino

Pubblicato:14-01-2016 17:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:47

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FIRENZE – Sì agli eventi privati all’interno del complesso delle Gallerie degli Uffizi, che comprende anche il Giardino di Boboli e i musei di Palazzo Pitti, ma sempre nel rispetto di alcune prerogative fisse. Due su tutte: no alla chiusura al grande pubblico delle sale per un evento privato “perché non possiamo assolutamente limitarne la fruibilità, è diritto di tutti venire a vedere le opere d’arte”. L’altro aspetto sta nella “tutela”, che va di pari passo alla valorizzazione storico-artistica del bene: “si tratta, come evidente, di non mettere a rischio in nessuna maniera sia le opere d’arte mobili che quelle stabili”, cioè i tesori architettonici.

Portrait of Eike Schmidt

Eike Schmidt

Due paletti piantati da Eike Schmidt, il direttore degli museo degli Uffizi, ribaditi durante l’audizione in commissione Cultura a Palazzo Vecchio dopo l’annuncio del ministro Franceschini sul connubio moda-musei che a Firenze vede l’intesa tra Pitti e Uffizi. Al netto delle premesse decise, due veri e propri punti cardinali nella filosofia del direttore tedesco, Schmidt auspica però “di favorire e aumentare eventi privati in spazi sicuri“. E qui il super direttore selezionato dal Governo guarda alle potenzialità “di Palazzo Pitti: penso a sale dove ci sono sì affreschi dell’800 ma sul soffitto, o molto in alto, senza che vi siano quindi rischi o preoccupazioni”.

Per gli eventi più complessi, invece, Boboli è l’opzione più quotata: “credo sia un’ottima soluzione, visto che già in passato sono state fatte diverse iniziative”. Qualcosa di più che un’ipotesi, visto che Schmidt allega al discorso anche “la rivalutazione del listino prezzi” dell’area monumentale: “alcune location sono state concesse a cifre troppo basse, tariffe che ora vanno riadattate al mercato internazionale, perché generalmente sono proprio ditte internazionali a prendere questi luoghi in concessione”.
Complessivamente la via degli eventi resta una strada “che può aprire a tante opportunità. Eventi o iniziative in collaborazione con i privati“. Il riferimento qui è a Pitti Immagine, il cui accordo come svelato dal ministro Franceschini è in via di definizione, ma anche “al Maggio musicale fiorentino con cui ho già avuto dei contatti”, sottolinea. L’idea, spiega, è “far sì che le grandi glorie di Firenze si riallaccino, come negli anni ’50 e ’60, in cui la città fu un centro culturale riconosciuto in tutta Europa e tutto il mondo”.


giardino boboli prato colonneA questo punto i consiglieri comunali presenti in commissione, chiedono al direttore lumi sulla possibilità di allestire sfilate all’interno dei musei, sul solco del dibattito aperto sempre da Franceschini per via del cosiddetto “patto per la moda”. Qui la posizione di Schmidt è netta: “non nelle sale”. Per dare un’idea di quello che ha in mente così fa un esempio pratico: la Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove la moda italiana ha preso vita nel 1951, “oggi, con le attuali leggi, non sarebbe possibile”. La porta però non si chiude del tutto, e così il numero uno degli Uffizi lancia tre ipotesi: la possibilità di sfilare a Boboli, “che mi pare essere una proposta da proseguire”. C’è poi il giardino delle Scuderie Reali e Pagliere, che “però ha bisogno di restauro”. Se il complesso “si riqualificasse, sarebbe uno spazio adatto per le sfilate”, non è un caso che “stiamo già rinnovando l’impiantistica elettrica, così da utilizzarlo per future manifestazioni”.
Infine Schmidt, restando nel campo delle ipotesi, lancia un assist a Palazzo Vecchio: “il piazzale degli Uffizi“. E spiega: lo slargo “è comunale, mentre il loggiato è nostro. Potremmo fare una sfilata lì. In questo caso il problema sarebbe più del Comune, visto che la piazza è pubblica e farla in questo spazio vorrebbe dire limitare almeno parzialmente il flusso delle persone. Però si potrebbero trovare delle soluzioni, ad esempio poteremmo aprire da un lato lo spazio demaniale del loggiato. Qui dobbiamo vedere la volontà politica del Comune, però la flessibilità mia ci sarebbe”.

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