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Unioni civili. Il Pd si spacca, 37 deputati contro stepchild adoption: “Riscrivere o stralciare”

Trentasette deputati del Pd si sommano ai trenta senatori cattolici del partito per dire no al ddl Cirinnà

Pubblicato:14-01-2016 16:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:47

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ROMA  – Trentasette deputati del Pd si sommano ai trenta senatori cattolici del partito per dire no al ddl Cirinnà. Il provvedimento, dicono, va “revisionato”, soprattutto nella parte che riguarda la stepchild adoption: “La norma va rivista o stralciata”, dicono. E avvertono: “Su questo provvedimento, più che su altri, ci sarà libertà di coscienza. Ciascuno di noi, quando il ddl arriverà al voto in aula, valuterà il risultato del confronto e deciderà se accordargli il proprio voto o meno”.

La posizione di questi trentasette deputati (“Non siamo un fronte cattolico, abbiamo sensibilità diverse”) è stata presentata alla Camera dai coordinatori dell’iniziativa, i deputati Alfredo Bazoli e Ernesto Preziosi.

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Bazoli spiega: “Condividiamo la necessità di intervenire e l’impostazione del ddl ma su alcuni punti serve uno sforzo ulteriore per trovare un’unità più larga possibile. Ci sono tre punti su cui chiediamo un supplemento di riflessione: il primo è sui diritti e doveri delle coppie omosessuali. Nel testo attuale è fatta in maniera pressochè pedissequa con il rinvio alle norme del codice civile sul matrimonio, il che produce effetti contraddittori o ambigui. Per essere coerenti con l’idea dell’istituto autonomo rispetto al matrimonio occorre non ricalcare diritti e doveri per il matrimonio omosessuale. Questo non comporta un prezzo politico”.

Poi: “Il riferimento all’articolo 2 della Costituzione come cardine delle unioni civili e infine sulla stepchild adoption abbiamo alcune perplessità e riserve e chiediamo o lo stralcio dell’articolo 5, da rinviare ad una rivisitazione complessiva degli istituti paragenitoriali che necessitano di un tagliando, oppure che si faccia uno sforzo per rendere la norma più rigorosa possibile e evitare che, anche indirettamente, si legittimino o incentivino comportamenti antigiuridici nel nostro sistema”.

Preziosi chiarisce: “Questa componente” del Pd “è trasversale, non è composta solo di cattolici, non c’è una posizione marcata dei cattolici e infatti non c’è nessun riferimento confessionale. Non c’è una regia particolare, è di iniziativa dei parlamentari che la firmano. Con questo documento ci proponiamo di offrire un contributo alla discussione in corso. Noi abbiamo a cuore l’unità Pd e riteniamo che su argomenti su cui si registrano posizioni divergenti si trovi una sintesi più alta e migliore possibile”. Bazoli assicura inoltre che “Renzi non ha dato nessun avallo a questa iniziativa. E’ tutta parlamentare”. I firmatari precisano ancora: “Non vogliamo far fallire il ddl, è l’esatto opposto. Con il dissenso interno il rischio è il naufragio della legge col voto segteto al Senato”.

di Antonio Bravetti, giornalista professionista

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