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Aism: “E’ il lavoro la migliore terapia per i malati di sclerosi multipla”

Per la presidente Aism 'molte persone con sclerosi multipla non chiedono la pensione di invalidità ma la possibilità di poter continuare a lavorare'

Pubblicato:13-12-2017 16:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:59

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ROMA – “Il lavoro rappresenta la miglior terapia per le persone con sclerosi multipla, soprattutto per quei giovani che convivono con una disabilità”. A dirlo la presidente nazionale di Aism, Angela Martino, intervistata dall’agenzia Dire in occasione del convegno dal titolo ‘Sclerosi Multipla, disabilità e lavoro: l’impegno degli stakeholder per l’attuazione dell’Agenda Sm 2020’, organizzato a Roma dall’Associazione italiana Sclerosi Multipla.

“I giovani con sclerosi multipla, infatti- ha proseguito Martino- chiedono a gran voce di vivere la propria vita con dignità. E il lavoro è dignità”. Ed è proprio per i più giovani, soprattutto, che chiedere una pensione di invalidità può essere a volte frustrante, quindi è importante per chi è malato “che vengano evidenziate le sue abilità piuttosto che la sua disabilità”, ha sottolineato la presidente dell’Aism.


 

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“Molte persone con sclerosi multipla non chiedono la pensione di invalidità- ha aggiunto ancora Martino- ma la possibilità di poter continuare a lavorare nel miglior modo possibile. Mi viene in mente una frase di Einstein che diceva che ‘ciascuno di noi è un genio’. Certo, se noi valutiamo un pesce dalla capacità che ha di arrampicarsi sugli alberi, ci riteniamo tutti stupidi. Allora forse bisogna mettere le persone giuste al posto giusto e avere una visione complessiva della persona con disabilità, che non chiede altro di essere parte attiva della società”.

Dunque l’Aism chiede alle istituzioni “un ascolto attivo- ha detto la presidente dell’associazione- perché quello che passa dalle orecchie è facile, ma poi è importante che l’ascolto passi soprattutto dalla testa di chi va a legiferare. Chiediamo quindi alle istituzioni di starci accanto in questo percorso verso l’affermazione dei diritti- ha infine concluso Martino- perché l’associazione, da sola, non può portare avanti tutte le istanze e tutti i bisogni che le persone con Sm richiedono”.

 

 

SCLEROSI MULTIPLA SEMPRE PIÙ CITATA IN CONTRATTI LAVORO

“L’analisi condotta dall’Aism sui contratti collettivi di lavoro, sia nel settore pubblico sia in quello privato, ci restituisce un dato molto importante: la sclerosi multipla è sempre più citata nei contratti collettivi di lavoro, con particolare riferimento a disposizioni e attenzioni che riguardano la malattia, il comporto, l’aspettativa ma anche le nuove figure di istituti che stanno emergendo, come le banche ferie, i permessi solidali e il monte ore, che viene messo a disposizione della comunità dei colleghi a favore di persone che hanno necessità di cure per se e per i propri familiari”. Così Paolo Bandiera, direttore Affari generali Aism, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del convegno dal titolo ‘Sclerosi Multipla, disabilità e lavoro: l’impegno degli stakeholder per l’attuazione dell’Agenda Sm 2020’, organizzato oggi a Roma dall’Associazione italiana Sclerosi Multipla.

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“L’analisi sui contratti collettivi, intanto- ha proseguito Bandiera- ci fa inoltre capire come ci siano delle eccellenze e delle ottime pratiche, ma anche che occorre rafforzare lo zoccolo duro, il fondo, quindi estendere delle disposizioni particolarmente intelligenti e avanzate in modo tale che diventino un patrimonio collettivo che venga poi applicato in tutti i comparti e in tutti i settori pubblico e privato. Quindi c’è ancora molto da fare, sicuramente con le parti datoriali come i sindacati che, come abbiamo visto oggi, sono a fianco dell’associazione ma prima di tutto- ha infine concluso il direttore Affari generali Aism- a fianco dei lavoratori con disabilità e con la sclerosi multipla”.

di Carlotta Di Santo, giornalista

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