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Sciopero e corteo Cobas Telecomunicazioni, centro di Roma bloccato

I lavoratori contestano i tagli della nuova dirigenza di Tim

Pubblicato:13-12-2016 12:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:25

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cobas_tlc_corteo_rm_1ROMA – Centro di Roma bloccato per il corteo della Cobas Telecomunicazioni che questa mattina ha dato vita ad una manifestazione partendo da piazza Barberini, passando su via del Tritone. I lavoratori contestano i tagli attribuiti alla nuova leadership di Tim, guidata da quello che viene chiamato il “duo Cattaneo-Micheli”. Sempre oggi i Cobas hanno promosso anche lo sciopero per tutte le aziende delle Tlc, in quanto nella trattativa in corso sul rinnovo del contratto nazionale le richieste su flessibilità, demansionamenti, controllo a distanza, taglio dei costi “sono del tutto simili a quelle avanzate dal vertice Tim”.

“Renzi- spiega la Cobas- è rimasto impassibile dinanzi alla scalata di Telecom realizzata dai francesi di Vivendi (azienda pubblica francese) e decidendo di investire (sperperare) ingenti risorse pubbliche su una nuova rete targata Enel. Della nostra mattanza i francesi hanno incaricato due tra i migliori tagliatori di teste disponibili sulla piazza, Cattaneo e Micheli. E le scelte fatte fin d’ora dal duo non lasciano dubbi sul mandato ricevuto dai francesi: demolire l’Azienda, con i lavoratori dentro”.

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“Certo- proseguono i Cobas- per loro il boccone è succulento. Un bonus di 55 milioni al 2020, più la normale retribuzione e benefits per i servigi resi fin tanto che manterranno le loro cariche”. “Per questo- conclude il sindacato- il nuovo vertice non sta lesinando tagli a tutto il personale, pretendendo contemporaneamente maggiore produttività, attraverso la disdetta della contrattazione integrativa. L’obiettivo è l’eutanasia di Telecom Italia.

Il duo Cattaneo-Micheli hanno però un merito e gli va riconosciuto, grazie ad errori che nemmeno dei pivelli delle relazioni sindacali avrebbero mai commesso, hanno ridestato il corpo vivo della nostra azienda che, in modalità assolutamente genuina, unitaria ed autorganizzata, si sta mobilitando da diverse settimane con centinaia di presidi e scioperi in tutta Italia, contro la politica dei tagli imposto dai nuovo management e per affermare un principio semplicissimo: “Io no sono un costo. Fermiamoli e mandiamoli a casa”.

di Emiliano Pretto, giornalista professionista

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