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Demenza, un problema che in Italia riguarda 4 milioni di persone VIDEO

Per la prima volta in Italia c'è un piano nazionale delle demenze e una survey di tutti i servizi. Una mappa online delle 2.502 strutture presenti nel Paese

Pubblicato:13-11-2015 11:37
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:34

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ROMA  – Per la prima volta in Italia c’è un piano nazionale delle demenze e una survey di tutti i servizi. Una mappa online delle 2.502 strutture presenti nel Paese. “Le demenze in Italia sono in aumento perché il fattore di rischio principale è l’età e la popolazione invecchia. Oggi contiamo 1 milione di persone con Demenza e 3 milioni di sani che vivono con questo milione. È un problema che riguarda 4 milioni di italiani“. In una videointervista all’agenzia DIRE Nicola Vanacore, responsabile dell’Osservatorio demenze, il sito telematico dedicato alle demenze dell’Istituto superiore di Sanità, presentato oggi nel corso della conferenza su ‘Il contributo dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (Cdcd) nella gestione integrata dei pazienti’ all’Iss. Grazie a questa nuova pagina, all’interno del sito web dell’Iss con un link diretto al sito del ministero della Salute, “ogni cittadino potrà andare nella propria Regione e Provincia e avere un elenco dei Cdcd (ex Uva – Unità di valutazione Alzheimer), dei centri diurni e delle strutture residenziali con i giorni di apertura e i nomi e i cognomi dei referenti per i primi contatti”.

Quali sono le novità in ambito terapeutico? “A livello terapeutico abbiamo tre direttrici- spiega l’epidemiologo- la prima riguarda questi anticorpi monoclonali e l’Iss dovrà capire se sono realmente efficaci. Ci sono le prime sperimentazioni sulla prevenzione e poi tutto quel mondo dei trattamenti psicoeducazionali che possono portare un beneficio ai pazienti e soprattutto ai familiari di quei pazienti”. Il titolo di questo convegno è innovativo, qual è la particolarità? “Ci sono i Cdcd unitamente a un concetto di gestione integrata. Un’evoluzione rispetto agli 8 convegni precedenti- sottolinea il responsabile dell’Osservatorio- oggi la Sanità pubblica e la demenza hanno un luogo dove i professionisti di varia estrazione potranno confrontarsi”. Un progetto che non nasce dal nulla ma che trae le sue fondamenta da ‘Cronos’ e che cerca di affrontare tutta una serie di criticità: “La rete Uva, i farmaci antipsicotici, i problemi etici, la questione del consenso informato, la storia dei Pdta (Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali standard per patologie croniche), la prevenzione e- conclude Vanacore- la partecipazione al progetto europeo Alcove”.


ISS: 1 CASO OGNI 3 SECONDI, MA SI PUÒ FARE PREVENZIONE – Il tema della prevenzione può finalmente essere associato a quello della Demenza. “Ogni 3 secondi c’è un caso di demenza al mondo. Il tentativo che dobbiamo portare avanti è mantenere insieme una diagnosi nei paesi ricchi e nei paesi poveri. Una diagnosi univoca in ogni luogo del globo evita il rischio di dissociazione profonda”, spiega Vanacore. Sono “sette i fattori di rischio e azzerandoli si avrà una riduzione del 31% dei casi. Abbiamo dati forti sulla prevenzione- sottolinea Vanacore- è necessario implementare le politiche per avviare un cambiamento negli stili vita, i cui effetti saranno visibili tra 30 anni. Bisogna cambiare l’orizzonte temporale nell’affrontare questa questione”. In altri luoghi del mondo “dove si sta studiando la Demenza da 40 anni, si è visto che può diminuire- aggiunge il neurologo- togliamoci l’alone di negatività quando si parla di questa patologia. È una condizione che può essere modificata”. L’Italia è “stato il primo Paese ad inserire l’Uva memory clinic e l’ultimo ad avere un piano nazionale sulle Demenze. Il nostro obiettivo- conclude- è attrezzarci per una survey dei servizi”.

di Rachele BombaceGiornalista professionista

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