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Premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan, il menestrello del folk rock/VD

ROMA  - Alla fine ce l'ha fatta: Bob

Pubblicato:13-10-2016 12:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:10

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ROMA  – Alla fine ce l’ha fatta: Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Lo straordinario cantautore statunitense è stato premiato “per aver creato una nuova espressione poetica all’interno della grande tradizione della musica americana”. Ed è quasi curioso che l’assegnazione del premio sia coincisa nel giorno della morte di Dario Fo, che il Nobel per la letteratura lo ha vinto nel 1997.

Il video dell’annuncio


Robert Allen Zimmerman, meglio conosciuto come Bob Dylan, ha compiuto 75 anni il 24 maggio scorso. Artista all’avanguardia, considerato un poeta, nella sua carriera – iniziata nel 1959 – ha inciso oltre 50 album, il primo nel 1962, era il 19 marzo: il disco omonimo ‘Bob Dylan’, nonostante contenesse canzoni come Highway 51 Blues e In My Time of Dyin (una canzone tradizionale arrangiata dallo stesso Dylan), non ottenne un grande successo.

Tra la serie di canzoni scritte da Dylan che hanno fatto la storia della musica: Knockin’ on Heaven’s Door, uno dei brani più rielaborati o semplicemente rifatti di sempre; Blowin’ in the Wind, forse la più famosa canzone pacifista mai scritta. E poi ancora All Along the Watchtower, Mr. Tambourine Man e l’infinita Like a Rolling Stone.

Con Blowin’ in the Wind, poi, si è acclarato come una figura chiave del movimento di protesta in America. Proprio questa canzone, riproposta in tantissime versioni da altri artisti come Joan Baez, Neil Young, Bruce Springsteen, nel 1994 è stata inserita nella Grammy Hall of Fame ed il suo testo nel 1975 è stato incluso in un’antologia di poesia come testo scolastico in una scuola superiore dello Sri Lanka. Per poi essere “adottata” da molte associazioni religiose sia cattoliche che protestanti.

Nel 1997, poi, lo stesso Dylan ha eseguito la canzone davanti a Papa Giovanni Paolo II, che, ad una folla di 300mila giovani cattolici, dichiarò come la risposta fosse effettivamente “in the wind – nel vento”. Non nel vento che fa volare via le cose, però, ma “nel vento dello spirito” che porta a Cristo.

Inventore del folk-rock, tra i tanti riconoscimenti di Dylan ci sono il Grammy Award alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize (ritenuto da alcuni equivalente del premio Nobel in campo musicale) nel 2000, il Premio Oscar nel 2001 (per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe), il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012. Fino al Nobel di oggi.

E se può essere una (piacevole) sorpresa la vittoria del premio, non lo è il fatto che sia stato candidato ad ottenerla. Il cantautore, infatti, figurava nella lista dei candidati da diversi anni. In tema di scommesse, la sua vittoria, secondo Agipronews, era offerta 16 a 1 dalla sigla Ladbrokes, ma fino a poche settimane fa il premio valeva 50 volte la posta in gioco. Da qualche anno, comunque, il suo nome circolava negli ambienti del Nobel: nel 2014, la vittoria andò a Patrick Modiano, si giocava a 41, mentre nel 2015, anno del successo di Svetlana Aleksievic, la quota era scesa a 35. Bookie spiazzati ancora una volta: fino a ieri i favoriti erano il keniota Ngugi Wa Thiong’o (a 4), il giapponese Haruki Murakami (a 5) e il poeta siriano Adonis (a 6).

L’assegnazione dell’Accadema di Svezia che fece abbastanza discutere fu, però, quella del 2013: in quella occasione la vittoria di un cantautore sembrava essere certa, visto che in gara c’erano, tra gli altri, lo stesso Dylan, Leonard Cohen e l’italiano Roberto Vecchioni. Il Nobel però andò alla scrittrice canadese Alice Munro. Complice la “nuova espressione poetica” oggi è ‘finalmente’ arrivato l’ennesimo tributo al menestrello del folk-rock.

di Adriano Gasperetti, giornalista professionista

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