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Protesta degli edili in Regione, Scajola: “Bisogna ripartire”

Secondo i dati dei sindacati, negli ultimi due anni, il comparto dell’edilizia, in Liguria, ha perso 4 mila posti di lavori, di cui 2 mila soltanto a Genova

Pubblicato:13-10-2015 10:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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lavoroGENOVA – “L’unica soluzione per creare lavoro è far ripartire la macchina degli interventi”. E’ questo il commento dell’assessore ligure all’edilizia Marco Scajola a margine dell’incontro di questa mattina in Regione Liguria fra i consiglieri regionali, Cgil, Cisl e Uil e i lavoratori edili, arrivati in massa davanti al Consiglio regionale. Secondo i dati dei sindacati, negli ultimi due anni, il comparto dell’edilizia, in Liguria, ha perso 4 mila posti di lavori, di cui 2 mila soltanto a Genova. Una situazione drammatica, acuita, secondo i lavoratori, dal fatto che a molte delle grandi opere avviate sul territorio lavori troppo spesso personale proveniente da fuori regione. Poco dopo le 10 il Consiglio regionale è stato sospeso a seguito della decisione dei capigruppo, in modo che i consiglieri e gli assessori regionali avessero il tempo di potersi confrontare con lavoratori e sindacati.

“La situazione è drammatica– precisa Scajola- questo è un settore strategico. E l’unica soluzione è farlo ripartire. Magari iniziando a riqualificare l’esistente. Lunedì, per esempio, presenteremo in giunta il Piano casa, che semplificherà le norme. Creare lavoro è l’unica risposta, che possiamo dare a queste persone”.

L’assessore Giacomo Giampedrone, che ha le deleghe alle Infrastrutture, promette di aprire al più presto dei “tavoli con le aziende” affinché gli interventi, per esempio in materia di dissesto idrogeologico, abbiano delle ripercussioni occupazionali anche sul territorio ligure. “Dobbiamo studiare- dice l’esponente della giunta Toti- tutte le formule possibili affinché le ditte che ottengono questi appalti, anche se arrivano da fuori, impieghino lavoratori liguri. Stiamo studiando la cosa con i nostri uffici legali, nel rispetto delle normative vigenti”.


di Diego Curcio – giornalista

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