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Da Roma parte ‘Liber@ di essere’, per sapere accogliere Lgbt+

Progetto di formazione per gli operatori psico-socio-sanitari

Pubblicato:13-09-2018 14:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:33
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medici_braccia
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ROMA – Liberi e libere. E’ in questa declinazione di genere il cuore del corso, presentato questa mattina a Roma, al Circolo Mario Mieli, su orientamento sessuale e identita’ di genere rivolto a operatori sanitari, psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali. Un viaggio di formazione, che da settembre parte con la fase operativa in tutta Italia, per rispondere adeguatamente ai bisogni di omosessuali, transessuali e ogni tipologia di diversita’ sessuale.

Dodici moduli formativi per lavorare non solo sui contenuti, ma anche sugli atteggiamenti corretti da adottare con le persone Lgbt+ per prevenire ogni forma di discriminazione. “Una partenza che arriva in una stagione che sembra voler guardare e tornare al passato”, ha sottolineato Massimo Farinella, del Circolo Mario Mieli. Capofila del progetto, finanziato dall’Unar della Presidenza del Consiglio – Dipartimento per le Pari opportunita’ – e’ il Cirses (Centro di iniziativa e di ricerca sul sistema educativo e scientifico), numerosi invece i partner dell’iniziativa, come l’Asl Roma 1, l’Irccs Lazzaro Spallanzani, la Regione Lazio, e tante le associazioni coinvolte.

“D’intesa con il Consiglio d’Europa- ha ricordato Valentina Moro, del Dipartimento per le Pari opportunita’- dobbiamo operare per il contrasto delle discriminazioni”. Questo un aspetto sottolineato, tra gli altri, dall’Associazione delle famiglie arcobaleno, che ha ribadito come i bambini di genitori omosessuali, ad esempio, stiano facendo ‘cultura’ vivendo sulla loro pelle il cambiamento che essi portano a scuola, nel gioco, nella societa’ intera. E il conseguente rischio di esclusione. E’ questo un aspetto prioritario per cui il progetto e’ nato e il Circolo Mario Mieli lo inserira’ tra i propri servizi.


Ascolto, orientamento, supporto. A partire dalle parole giuste, dal modo adeguato di accogliere e includere la differenza. Conclusa la fase progettuale, si parte quindi con le attivita’. Consulenze, attivita’ informative e formative in aula, sportelli d’ascolto, eventi di sensibilizzazione, perche’ gli operatori socio-sanitari sappiano come tendere la mano a una richiesta d’aiuto Lgbt+.

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