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Sulle Madonie apre un grande parco astronomico mondiale

L'agenzia spaziale indagherà gli asteroidi, intanto si studia in chiesa

Pubblicato:13-09-2016 16:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:04

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sicil02PALERMO – Chissà che direbbe oggi Giordano Bruno nel vedere le porte di una chiesa spalancata a scienziati e astrofisici, la navata gremita e i banchi affollati non da fedeli, ma da appassionati e curiosi, per sentir parlare di teoria delle stringhe, buchi neri e di quell’universo infinito che nel XVI secolo intuì e gli costò la vita. Succede a Isnello, un borgo sulle Madonie di 1.500 anime, dove ogni anno l’Associazione astrofili locale (intitolata al valtellinese Giuseppe Piazzi che tenne a battesimo anche l’osservatorio di Palermo) conferisce un premio agli “astrofisici che si distinguono nella ricerca e divulgazione delle scienze astronomiche”.

L’occasione, stavolta, è diversa: l’11 settembre si è ufficialmente inaugurato il primo tassello del parco astronomico “Gal Hassin” (“Gal” come “galassia” mentre “Hassin”, fiume freddo in arabo, è l’antico nome di Isnello), uno dei più grandi al mondo, che servirà all’Agenzia spaziale italiana per monitorare detriti, asteroidi e pianeti extrasolari grazie a un telescopio robotico con specchio del diametro di un metro, accessibile anche da remoto, e sarà messo a disposizione di agenzie spaziali e istituti di ricerca internazionali.

Monte Mufara, sarà lì che verrà installato, gode infatti di condizioni privilegiate per l’osservazione del cielo: le notti sono serene per un terzo dell’anno e la quasi totale assenza di inquinamento luminoso consentirà al telescopio di catturare le radiazioni degli oggetti osservati senza interferenze. Perché entri in funzione ci vorranno ancora un paio d’anni, ma nel frattempo a Contrada Mitri apre il Polo didattico e divulgativo, frutto di un investimento di 13 milioni di euro tra fondi Cipe e statali.


Include un planetario capace di ospitare 75 persone, una terrazza osservativa con una batteria di piccoli telescopi che verranno controllati da computer (per poterli puntare contemporaneamente sullo stesso oggetto), un laboratorio per osservare il sole, attrezzature per condurre esperimenti pratici e aree adibite a mostre, fra cui un’esposizione di meteoriti. La comunità guidata dal sindaco Pino Mogavero, uno dei “padri” dell’osservatorio insieme all’astronomo dell’Inaf Mario di Martino, si riunisce intanto nella chiesa dell’Annunziata per l’ultima conferenza della giornata inaugurale, che il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, dedica alle “Stelle del cinema”. Al posto dell’abside uno schermo proietta il buco nero di “Interstellar”. Fuori, le vie sono ancora addobbate per la festa del patrono San Nicola di una settimana fa. Isnello è anche questo: un piccolo, luminoso esempio della convivenza possibile fra scienza e tradizione.

Di Daniela Mitta

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