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Csm, Mattarella fissa elezioni suppletive ma non scioglie il Consiglio. Lotti: “Basta fango”

Finito nella bufera per gli incontri notturni con il magistrato Palamara, il dem Luca Lotti si difende pubblicamente

Pubblicato:13-06-2019 12:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:24
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ROMA – Elezioni suppletive per coprire i posti dei consiglieri che si sono dimessi ma ‘no’ allo scioglimento dell’intero Consiglio. Questa la decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a proposito del Csm.

Lo scioglimento immediato del Consiglio, che il Presidente ha voluto evitare, avrebbe comportato la rielezione del Csm con gli stessi criteri di prima. La richiesta di scioglimento anticipato contrasta infatti con la necessità di cambiare le procedure elettorali, come richiesto da più parti. Mattarella, che in queste settimane ha avuto continui contatti con i vertici del Csm e con il ministro della Giustizia, con la sostituzione dei dimissionari intende segnare il primo passo perché si “volti pagina” rispetto a quello che è successo.

Mattarella ha così indetto, nella sua qualità di presidente del Consiglio superiore della magistratura, per i giorni 6 e 7 ottobre 2019 l’elezione suppletiva di due componenti magistrati appartenenti al collegio (di cui all’art. 23, comma 2, lettera b della legge 24 marzo 1958 n. 195), informando di ciò il vice presidente del consiglio superiore della magistratura e il ministro della giustizia.


LOTTI AL CONTRATTACCO: BASTA FANGO E IPOCRISIE, ECCO LA VERITÀ

“In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango contro di me. Ci sono abituato, un politico deve esserlo per forza. Ma davvero stavolta credo siano stati superati dei livelli minimi di accettabilità. Ho aspettato a parlare, anche perché ogni giorno sono state pubblicate strane e fantasiose letture dei fatti e pezzi di frasi captate durante alcuni incontri. Incontri a fine giornata, non pericolosi summit in piena notte come qualcuno tenta di raccontare”. Luca Lotti passa al contrattacco sulla vicenda del Csm e delle nomine nelle procure.

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“In queste ore – aggiunge in un lungo post su facebook- ho letto di tutto: di rapporti tra magistratura e politica, di incontri segreti, di cupole, di verminai. Niente che abbia a che fare con la verità! Credo quindi che a questo punto sia opportuno un mio intervento. In questi anni ho incontrato decine di magistrati, per i motivi più svariati: se è reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l’elenco di quelli che ho incontrato io, in qualsiasi sede. Mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi. Procederò in tutte le sedi contro chi in queste ore ha scritto il falso su di me e lo farò a testa alta come un cittadino che crede nella giustizia e in chi la amministra. E allora di cosa stiamo parlando da due settimane?”

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Luca Lotti espone “i fatti”: “In un incontro che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni. È stato scritto- dice- che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, è arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita”.

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L’esponente del Pd aggiunge: “Ho fatto pressioni in merito al futuro della Procura di Roma per avere dei vantaggi personali, come qualcuno sostiene? Assolutamente no. Qualcuno ha addirittura scritto che una mia opinione personale avrebbe potuto condizionare il processo Consip! Niente di più falso, niente di più assurdo. Come sarebbe stato possibile? La realtà è che la Procura di Roma nel dicembre 2018 ha chiesto per me il rinvio a giudizio per favoreggiamento, ma anche l’archiviazione per il reato di rivelazioni di segreti d’ufficio. I miei dubbi su questa inchiesta li chiarirò durante l’udienza preliminare. Ma deve essere chiara una cosa: qualunque siano i futuri vertici della Procura di Roma la mia udienza davanti al Gup è già in corso e verrà definita come è giusto che sia, senza alcuna interferenza. Detto in altre parole: anche se il futuro il Procuratore di Roma dovesse essere mio fratello, la richiesta di rinvio a giudizio è già stata fatta e sto affrontando il procedimento penale. Non c’è alcun collegamento tra la nomina del Procuratore di Roma (che certamente non può dipendere da me) e il mio procedimento. Questa è la pura e semplice verità”.

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“Ripeto: questi i fatti. Il resto – dice Lotti- sono solo parole. Anzi, il resto è solo un contorno fatto di strumentalizzazioni, illazioni e ipocrisie. Sono l’unico politico della storia della Repubblica italiana ad avere incontrato magistrati e ad avere liberamente espresso opinioni personali? E soprattutto, da dove deriverebbe il mio strapotere tanto forte da arrivare a condizionare le scelte del Consiglio Superiore della Magistratura? Infine trovo squallido che mi si accosti, anche lontanamente, ad attività di dossieraggio. Gli esposti che riguardano Pignatone e Ielo a Roma e Creazzo e Turco a Firenze sono firmati da magistrati che non conosco e che non ho mai incontrato”.

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Lotti aggiunge: “Lasciatemi in conclusione fare due semplici domande: com’è possibile che durante un’inchiesta ancora in corso e che riguarda altre persone vengano pubblicate intercettazioni senza rilievo penale di non indagati? Come sono arrivate nelle redazioni dei giornali quelle intercettazioni? Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini”.

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