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Maxi emergenze e ustioni gravi, a Bari conferenza di esperti

Oggi all'Università di Bari il punto sulla gestione di eventi con un alto numero di ustionati gravi

Pubblicato:13-06-2018 14:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15
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BARI – L’incendio della discoteca Colectiv di Bucarest del 2015, l’eruzione del vulcano Fuego in Guatemala di pochi giorni fa. Due eventi catastrofici di natura diversa che in comune hanno il numero elevatissimo di ustionati gravi e, purtroppo, l’impreparazione delle strutture locali alla loro ricezione. C’è anche un’altra analogia, questa volta positiva: in entrambi i casi delle equipe di medici straniere sono intervenute utilizzando un nuovo farmaco, il Nexobrid, capace di evitare la camera operatoria a molti pazienti ed accelerare i processi di guarigione.

In Italia questo farmaco è a disposizione degli ospedali, ma non esiste ancora un protocollo di emergenza in caso di ‘mass disaster’. Una situazione preoccupante, che induce gli esperti ad invocare una riorganizzazione che migliori la rete esistente e che prenda in considerazione le nuove tecnologie, così da evitare che ci si possa far cogliere impreparati di fronte a una eventuale emergenza. Questi sono alcuni degli argomenti emersi oggi nel corso di una conferenza all’Università di Bari, alla quale hanno partecipato esperti e addetti ai lavori in campo di ustioni gravi, e nel corso della quale proprio l’inventore di Nexobrid, il professore israeliano Lior Rosenberg ha ricevuto un riconoscimento da parte dell’ateneo pugliese.

“In caso di incidenti di massa- ha spiegato Roberto D’Alessio direttore di Chirurgia e del Centro Ustioni del Cardarelli di Napoli– costituisce una efficace alternativa alla escarotomia, garantisce un minor utilizzo della sala operatoria e l’accelerazione del debridement”.


Oggi non esiste sul territorio una prevenzione efficace– ha spiegato ancora D’Alessio, che nel 2015 guidò il team di soccorso del Cardarelli in spedizione a Bucarest. “I centri ustioni- ha ricordato- non sono supportati adeguatamente con personale e presidi necessari alle cure di questi pazienti per gestire situazioni di emergenza. È indispensabile costruire un protocollo di emergenza che venga accettato dai centri ustioni italiani e che preveda procedure comuni e l’utilizzo di farmaci come il Nexobrid”.

“In uno scenario di maxi emergenza- ha detto Antonio Di Leonardo, direttore del Centro Ustioni di Pisa– avere a disposizione un farmaco che in poche ore ti permette di trattare decine e decine di pazienti contemporaneamente e con un impatto sulle risorse basso, rappresenta per il paziente un vantaggio enorme”.

Di Leonardo fu coinvolto nella gestione delle vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio: “quella tragedia ci ha insegnato che di fronte ad emergenze tali siamo impreparati, anche culturalmente. Il problema deve essere risolto in sede universitaria, con la preparazione degli studenti. Poi la preparazione del personale, medici infermieri”.

“E’ necessario- ha spiegato Maurizio Governa, presidente della Società italiana ustioni gravi (Siug)– mettere a punto delle linee guida e dei protocolli che siano condivise da tutti”. Governa ha introdotto il Nexobrid per la cura dei pazienti del Centro ustioni di Verona e nel corso della sua presentazione ne ha sottolineato l’efficacia. “È un farmaco approvato in America e in Europa- ha ribadito Maurizio Governa- e non c’è bisogno di ulteriore sperimentazione, bisogna mettere a punto delle linee guida, dei protocolli che siano ufficializzati e chiari per tutti. La società che rappresento ha lanciato un appello da tempo e direi che stiamo cominciando a lavorare”.

di Flavio Sanvoisin, giornalista professionista

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