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Smog, comitati contro ordinanza anti-vespe: “Inutile”

GENOVA - Vietare la circolazione delle vespe e dei

Pubblicato:13-05-2016 11:27
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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GENOVA – Vietare la circolazione delle vespe e dei mezzi euro zero sarebbe come “mettere un cerotto su una ferita da granata” dal momento che “incidono sull’inquinamento cittadino per una percentuale inferiore all’1%”. Lo dice il comitato RespiriAmo Genova, commentando i dati emersi nel corso di un convegno sul rapporto tra mobilità e inquinamento in città. Sebbene l’ordinanza sindacale anti-smog non sia ancora entrata in vigore né tantomeno abbia raggiunto una sua redazione definitiva, il tema è strettamente di attualità nella città della Lanterna. Secondo quanto rivelato dal chimico ambientale Federico Valerio e dall’ingegnere ambientale Giangiorgio Parodi, l’inquinamento a Genova è da attribuire principalmente all’attività portuale: “Solo in seconda battuta- evidenziano gli esperti- arrivano i veicoli di trasporto, quelli diesel però. E tra i grandi responsabili spiccano subito gli autobus, vetusti“. Le automobili restano al di sopra dei motocicli nella classifica degli inquinatori urbani. Un dato che, secondo il comitato, sottolinea “la chiara inutilità dell’ordinanza anti vespe ma che, soprattutto, rende evidente la necessità di una rivalutazione generale del problema inquinamento a Genova, come richiesto alle istituzioni locali”.

vespa_Gli attivisti provano anche a tracciare un pacchetto di azioni risolutive attraverso la messa a punto di “un piano regolatore ambientale con una exit strategy dalle attività inquinanti causate sia dall’industria che dal traffico”. In particolare, si suggerisce la riduzione delle attività di riparazione navale nel centro città fino al loro spostamento, completando l’opera con l’elettrificazione delle banchine portuali”. E’ il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, a mettere l’accento su questo punto: “La posta in gioco è alta, non riguarda solo la mobilità, riguarda la salute di tutti i cittadini e potrebbe incidere anche sul fattore occupazionale. Il ramo industriale che nel Blue Print doveva essere ampliato, dal punto di vista inquinamento potrebbe portare a tragedie come quella dell’Ilva di Taranto o di Tirreno Power a Savona”. Una seconda serie di misure virtuose, secondo il comitato RespiriAmo Genova, dovrebbe poi riguardare la programmazione di una mobilità veramente sostenibile con un percorso a ritroso che veda Genova come Amsterdam (2025) definire l’anno entro il quale non saranno più consentiti mezzi di trasporto a combustibile fossile, dove pubblico e privato competono nei virtuosismi a partire dalla reintroduzione del tram e con incentivi a chi usa mezzi elettrici”.


di Simone D’Ambrosio, giornalista

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