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A Marzo 833.574 nuovi contratti di lavoro, il 23% a tempo indeterminato

Nel mese di marzo 2015 il numero di attivazioni

Pubblicato:13-05-2015 10:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:19

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lavoroNel mese di marzo 2015 il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro in tutti i settori di attività economica è pari a 833.574. Di questi 190.799 (quasi il 23%) sono contratti a tempo indeterminato, 536.663 sono contratti a tempo determinato, 16.880 sono contratti di apprendistato, 44.202 sono collaborazioni e 45.030 sono le forme di lavoro classificate nella voce “altro”. E’ quanto emerge dai dati sui rapporti di lavoro, tratti dal Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie (SISCO), diffusi dal ministero del Lavoro.

LE TRASFORMAZIONI – Nel mese di marzo 2015 sono state 40.483 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato rilevate su tutti i settori di attività, rispetto allo stesso periodo del 2014 crescono del 77,3% (erano 22.839 a marzo 2014).

LE CESSAZIONI – Nel mese di marzo 2015 il numero di cessazioni di rapporti di lavoro per tutti i settori è pari a 743.206. Di queste, 162.258 (circa il 22%) sono relative a contratti a tempo indeterminato, 469.121 a contratti a tempo determinato, 14.986 sono contratti di apprendistato, 50.023 sono collaborazioni e 46.818 sono le forme di lavoro classificate nella voce “altro”.


“I dati che pubblichiamo oggi- spiega il ministro del Lavoro Giuliano POletti- completano quelli forniti il 23 aprile, dove non erano comprese le attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro nei settori del lavoro domestico e della Pubblica Amministrazione. Con questa uscita proseguiamo l’attività, annunciata all’inizio del mese scorso, di pubblicazione mensile di informazioni tratte dalle Comunicazioni obbligatorie, con l’obiettivo di fornire elementi utili di conoscenza sulle dinamiche del mercato del lavoro”.

“È opportuno, con l’occasione- sottolinea-, ribadire che si tratta di dati relativi ad un flusso e che non fanno riferimento alle persone, bensì ai contratti di lavoro attivati o cessati. È improprio, quindi, trarre da questi dati indicazioni sull’andamento del tasso di occupazione del Paese. È comunque evidente che, per evitare possibili fraintendimenti e fornire all’opinione pubblica un quadro di conoscenza completo ed organico sull’andamento del mercato del lavoro e dell’occupazione, è necessario procedere, come ha peraltro suggerito pochi giorni fa il Presidente dell’Istat, ad una condivisione e ad un’integrazione delle fonti informative oggi a disposizione di soggetti diversi: Istat, Ministero del Lavoro, Inps e Inail. Cogliendo l’opportunità di questa sollecitazione, il 26 maggio è stato fissato, con i Presidenti di Istat, Inps e Inail, il primo incontro per avviare un progetto che risponda a questo obiettivo”.

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