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25 aprile, Salvini conquista Di Battista senior: “Io non festeggio”

Il padre di Di Battista espone una sorta di teorema del 25 aprile e delle festivita' contigue in cui la parola Resistenza, e neppure quella Liberazione, trovano posto

Pubblicato:13-04-2019 10:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:21

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ROMA – Se Alessandro Di Battista tace, il padre Vittorio parla. E sul 25 aprile, non la pensa come Luigi Di Maio. Ma come Matteo Salvini.

Un passo indietro. Tra i due colleghi ‘vice’ la distanza sul tema ‘Liberazione dal nazifascismo’ e’ lapalissiana. Bastiricordare i propositi sulle rispettive agende. “Io il 25 aprilenon saro’ a sfilare qua o la, fazzoletti rossi, neri, gialli o bianchi, vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia”, ha messo in chiaro il titolare del
Viminale.

Esattamente il contrario di quello che fara’ Luigi Di Maio. “E’ un giorno in cui festeggiamo chi ha vinto, i nostri nonni che hanno combattuto una battaglia contro un regime e che hanno ottenuto il risultato di darci la liberta’ e la democrazia. Io ho ben chiaro da che parte stare il 25 aprile, dalla parte dei partigiani che ci hanno liberato, non dalla parte di chi parla male dei partigiani o di chi vuole dire che il 25 aprile non e’ stato il giorno della liberazione”, dice Di Maio con parole nette. Stentoree. Che non fanno breccia, tuttavia, nelle convinzioni di Vittorio Di Battista.


In un post apoditticamente intitolato “le prossime feste”, Dibba senior espone una sorta di teorema del 25 aprile e delle festivita’ contigue in cui la parola Resistenza, e neppure quella Liberazione, trovano posto: “Io festeggio. Festeggio la Pasqua che, quest’anno coincide con il Natale di Roma e nessuno potra’ rompermi i coglioni. Festeggio il 1° maggio, festa dei lavoratori, finche’ sara’ segnata in rosso sul calendario. Festeggio anche il 25 Aprile e, quel giorno, festeggero’ quelli che festeggeranno chi NON festeggia, da una parte e dall’altra, una ‘festa’ di 74 anni addietro che festeggiava chi si era fatto la festa”.

(In realta’ Vittorio Di Battista ne ha abbastanza di tutte le ricorrenze civili: “Con questi festeggiamenti, da una parte e dall’altra, avete rotto quei coglioni che, miracolosamente, mi sono salvato il 21”, aggiunge).

Il suo sfogo non cade mica nel vuoto. “Mi levi anche la certezza del 25 aprile? Festa della liberazione. A un popolo che dimentica chi e’ il salvatore e chi l’aguzzino lasciamo almeno la memoria di una data. Buongiorno caro amico”, gli scrivono.

Vittorio vuole essere chiaro: “Angela, ancora festeggiamo una “divisione” fratricida dopo 75 anni? Allora io festeggio la rivolta (cosi’ nel testo, ndr) di Catilina, quella dei fratelli Gracchi e quella, ancora precedente, della plebe Romana, rovinata da quel venduto di Menenio Agrippa…Dai, andiamo avanti, senza dimenticare nulla e senza festeggiare tragiche contrapposizioni”.

Dibba senior convince. Adriana Caccioppoli concorda: “Festeggio solo il Natale e la Pasqua. Tutte le altre vadano affanculo”.

Nino Cortesi invece qualche appunto da muovere ce l’ha: “Vedi Vittorio, se tu fossi fascista contro la sinistra di Zingaretti, Orfini, Zanda…. saresti oro. Ma il 25 Aprile… I partigiani che hanno dato la vita. Rispetta il 25 Aprile, levati il cappello. Quando penso a quei ragazzi mi vengono le lacrime. Come non posso trattenermi quando guardo agli italiani che compongono un Paese veramente di merda. Sei del M5s. Forza M5s e fanculo quello delle felpe, fascista di m…”, dice Nino, con allusione piuttosto chiara a Matteo Salvini.

Niente da fare. Nemmeno il richiamo a Salvini smuove Vittorio di Battista. “Nino, io ricordo, rispetto e prego per tutti i ragazzi e non, morti per mano fraterna, di una parte e dell’altra. Ricordo, rispetto e prego e NON festeggio”.

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