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L’Aquila, a 9 anni dal sisma il servizio Adi Osa e’ rinato

Attardi: "Cure e sostegno assistiti sempre stata priorità, ieri come oggi"

Pubblicato:13-04-2018 14:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:45
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ROMA – Sono passati nove anni dal 6 aprile 2009, quando un violento sisma colpì la città dell’Aquila e i paesi limitrofi portando morte e distruzione. 309 vittime, 80mila sfollati, 10 miliardi di danni stimati alle abitazioni e al patrimonio storico-artistico di quei luoghi sono soltanto alcune delle conseguenze di una tragedia che cambiò il volto di un pezzo del nostro paese.
È impossibile dimenticare quello che accadde alle ore 03.32 di nove anni fa, una tragedia sempre viva nella memoria e nei cuori degli aquilani e di tutti gli italiani. Sono tante le storie di coraggio, di speranza e di rinascita che da allora si sono susseguite.

Una di queste è la storia di Osa che dal 2006 era presente a L’Aquila per assistere a domicilio, in convenzione con l’Asl, le persone non autosufficienti. La storia della cooperativa è la testimonianza di come si possa trovare il coraggio di rialzarsi e ricominciare grazie alla forza e alla coesione di chi lavora con passione all’interno dell’Osa. “Nei primi tre anni prima del sisma- racconta il vice responsabile Adi Osa, Marco Attardi- imparammo a conoscere la realtà del territorio e della popolazione, elementi indispensabili al consolidamento di un buon servizio. Con la tragedia del 6 aprile tutto ciò che avevamo costruito sembrò perduto per sempre. All’indomani della scossa, i sentimenti prevalenti furono dolore, preoccupazione, paura“.

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“Ma dopo lo smarrimento iniziale- ricorda Marco- decidemmo di reagire per essere, nel nostro piccolo, d’aiuto a una comunità che aveva perso tutto. La prima preoccupazione fu quella di verificare lo stato di salute di tutti gli operatori, delle loro famiglie e di tutti coloro che, per un motivo o per un altro, avevamo incrociato nella nostra avventura aquilana. E fummo felici di constatare che stavano tutti bene”.


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“Non ci sentimmo mai soli grazie alla grande solidarietà di tutti i soci della cooperativa Osa, presenti nelle altre regioni italiane. Una settimana dopo il terremoto, infatti, ci donarono beni di prima necessità che consegnammo alla Protezione Civile che, intanto, aveva già iniziato l’organizzazione dei campi per gli sfollati. Grazie alla volontà dei soci aquilani- prosegue Attardi- decidemmo di rimettere in piedi il servizio di assistenza domiciliare integrata. Noleggiammo un camper che fu adibito a centrale operativa dell’Adi e divenne anche punto di riferimento per l’Asl, desiderosa quanto noi di non far cessare il servizio. La cooperativa si impegnò nel garantire gli stipendi a tutti i suoi operatori e fu costituito un fondo per mantenere i medesimi livelli retributivi in un momento in cui i soci dell’Aquila erano impossibilitati a lavorare. Per ricostruire e reinventare il servizio domiciliare ed essere d’aiuto a una popolazione che era sparsa tra i campi allestiti dalla Protezione Civile e negli alberghi della costa, gli operatori, muniti di elenchi nominativi, furono tutti impegnati in attività di ricerca recandosi presso i domicili ancora agibili dei pazienti assistiti prima del sisma e poi nelle tendopoli”.

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“Pian piano, nei giorni e nelle settimane seguenti, Osa riuscì a ricostituire il bacino degli assistiti e a ripristinare i servizi anche in quella situazione di emergenza. Da quel momento la cooperativa ha ricominciato a lavorare, prima nelle tendopoli, poi nelle case provvisorie e nei villaggi fino a raggiungere livelli qualitativi di assistenza ante-sisma, con grande soddisfazione di tutti nonostante le immancabili difficoltà”.

Oggi la cooperativa Osa, secondo i dati del bilancio sociale 2016, conta 2.863 assistiti, 207.113 accessi effettuati e 137 risorse umane impiegate, in particolare tra infermieri e fisioterapisti, che si prendono cura a casa soprattutto di persone che hanno subito danni neurologici permanenti e che soffrono di patologie ortopediche transitorie. “Il servizio di assistenza domiciliare che Osa eroga nei territori dell’Asl dell’Aquila- conclude Marco- è vivo e in costante miglioramento, rinato grazie alla tenacia di tutti gli operatori e al sostegno della grande famiglia di Osa nei momenti più difficili del post terremoto. Garantire cure e sostegno ai nostri assistiti è sempre stata la nostra priorità, ieri come oggi”.

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