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Camera. Legislatura nuova, vizi antichi: è venerdì e l’aula è vuota

Con la legislatura nuova torna "il venerdi' del deputato", l'antica usanza che vuole i banchi della Camera, e del Senato, vuoti o quasi in occasione della seduta di fine settimana.

Pubblicato:13-04-2018 09:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:45
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ROMA – Con la legislatura nuova torna “il venerdi’ del deputato”, l’antica usanza che vuole i banchi della Camera, e del Senato, vuoti o quasi in occasione della seduta di fine settimana.

Appena 25 deputati ha potuto contare il giornalista dell’agenzia Dire che si e’ affacciato in emiciclo stamattina. Convocata per comunicazioni del presidente, l’aula di Montecitorio e’ stata riunita per meno di mezz’ora, il tempo di affidare alla commissione speciale il disegno di legge di conversione del decreto che assicura la continuita’ delle funzioni dell’Autorita’ per l’energia, le reti e ambiente. A presiedere la neo vicepresidente Maria Elena Spadoni, del M5s.

Nello stesso lasso di tempo si sono tenuti anche gli interventi dei deputati Riccardo Magi, Stefano Ceccanti, Dalila Nesci. E’ pur vero che il periodo e’ particolare, con le consultazioni al Quirinale in pieno svolgimento. Ma come dimenticare i rinnovati appelli, praticamente da parte di ogni partito, alla centralita’ del Parlamento?





Da ultimo lo ha ribadito con parole nette il presidente della Camera Roberto Fico nel discorso di insediamento: “Il futuro qui puo’ prendere forma e noi intendiamo costruirlo insieme perche’ abbiamo il compito di servire l’intera nazione, i cittadini devono sentirsi rappresentati e riflettiamo sul fatto che il parlamento torni a ritrovare la sua centralita’ per dare nuovo valore all’idee stessa di Europa e delle sfide globali”, ha detto il neopresidente di Montecitorio.

Quale miglior modo di farlo tornare centrale, se non quello di uniformarsi al resto della Nazione che il lunedi’ lavora come qualsiasi altro giorno della settimana? Tanto piu’ che di temi urgenti ce ne sono: dalla crisi siriana alla politica economica nazionale, fino allo stato dell’arte nei centri (nuovamente) colpiti dal terremoto.

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