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Allarme glaucoma, l’esperto Caporossi: “Prevenzione è fondamentale”

E' la principale causa di cecità non reversibile al mondo e la sua prevalenza cresce con l'aumentare dell'età

Pubblicato:13-04-2017 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:07

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ROMA – Il glaucoma rappresenta la principale causa di cecità non reversibile al mondo, con una prevalenza di oltre 60 milioni di pazienti con diagnosi di patologia glaucomatosa a livello mondiale, numero che sembra destinato quasi a raddoppiare nei prossimi 25 anni secondo le stime attuali. E’ una patologia la cui prevalenza aumenta con l’età: dal 2% circa della popolazione con diagnosi di glaucoma a 40 anni si arriva a quasi il 10% della popolazione affetta sopra i 75 anni, e la tendenza al progressivo invecchiamento della popolazione rende tale dato ancora più preoccupante per il futuro. A confermare l’importanza di questa patologia anche nel nostro Paese, nel 2016 la prevalenza di glaucoma ha superato il milione di pazienti in Italia.

Aldo Caporossi

“Il glaucoma è la maggiore causa di cecità nei Paesi civilizzati perché è una malattia molto insidiosa” ha dichiarato, intervistato dall’agenzia Dire, Aldo Caporossi, professore ordinario di Oftalmologia, facoltà di Medicina e Chirurgia Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, direttore Uoc di Oculistica, dipartimento di Scienze chirurgiche per le patologie della testa e del collo Università Cattolica del Sacro Cuore, e presidente del XIII Congresso nazionale Sigla (Società Italiana Glaucoma) che si terrà a Roma dal 15 al 17 di giugno presso l’Università del Sacro Cuore. “E’ una patologia del nervo– ha continuato- quindi il maggior fattore di rischio è la pressione dell’occhio, pressione che tende a portare un danno che poi diventa irreversibile a livello del nervo ottico, con una perdita della vista”.



Una malattia che non dà sintomi e per questo viene chiamata ‘ladro silenzioso della vista’, come ha confermato anche Caporossi: “Quello che la fa diventare estremamente pericolosa, per cui poi viene chiamata ‘il ladro silenzioso della vista’, è il fatto che non dà sintomi, per cui il glaucomatoso si accorge di qualcosa che non va quando ormai la malattia gli ha portato via la vista centrale. E’ uno stadio terminale della malattia, per cui nel momento in cui il paziente comincia a cogliere di avere un appannamento è un segno del fatto che la sua malattia si protrae già da anni, molto spesso si è portata via il 90% delle fibre nervose dell’occhio e possiamo solo arrestarne il processo, ma non riusciremo mai a recuperare la vista perduta”. Proprio per questo la prevenzione diventa fondamentale per riuscire ad intercettare precocemente la malattia, e in questo i medici di base hanno un ruolo molto importante, come ha ricordato Caporossi: “Soltanto la prevenzione può fare molto, prima di tutto visite che abbiano una cadenza precisa, ma soprattutto la massima attenzione nella familiarità. Ci sono dei fattori di rischio conosciuti, e la familiarità è il più importante. Noi dobbiamo pensare che tutto ciò che è già successo nelle nostre famiglie potrà ripetersi, per cui l’attenzione che i medici di famiglia devono prestare deve essere massima. Tutte le volte che faccio lezione all’università insisto con tutti gli studenti nel dire: ‘Attenzione voi non farete oculistica, farete tutt’altro nella vita, ma quelli che di voi faranno i medici di famiglia devono prevenire i problemi le cui caratteristiche più importanti sono la familiarità’. Quindi l’attenzione per il diabete, per il glaucoma, il cheratocono, le malattie della retina, quindi una serie di malattie che noi sappiamo che se l’hanno avuto i nostri genitori avremo grosse probabilità di averle anche noi”.


Per fare visite accurate sono necessari una strumentazione e dei macchinari estremamente sofisticati: “Oggi si richiedono delle macchine estremamente sofisticate per capire che un problema sta per cominciare- ha sottolineato Caporossi- cosa ben diversa diagnosticare un glaucoma avanzato, specialmente se il primo reperto è quello di una pressione dell’occhio alterata, ma non sempre è così. Ci sono dei glaucomi a bassa pressione, dove la pressione dell’occhio non esiste e allora capite che una visita troppo routinaria non è in grado di fare questa diagnosi e dobbiamo scendere ad esaminare la qualità del nervo ottico, l’escavazione della papilla del nervo ottico, la valutazione delle fibre nervose, la valutazione della campimetria che rimane l’esame più importante per seguire le fasi più tardive della malattia. Quando vogliamo fare una diagnosi precoce dobbiamo basarci su esami che sono completamente diversi, e quello che tendo a sottolineare sempre di più in questi ultimi anni è che le macchine vedono più cose di noi, quindi avere degli studi professionali con pochi attrezzature significa non essere in grado di fare diagnosi precoci, ma questo in tutti i settori”. Per questo negli ospedali ci sono Centri glaucoma dove i pazienti non solo possono trovare degli specialisti, ma anche la strumentazione adatta per riuscire ad avere una diagnosi accurata. “Noi dobbiamo appoggiarci molto a quei centri che sono stati creati a questo scopo negli ospedali- ha concluso il professor Caporossi all’agenzia Dire- quindi Centri glaucoma dove i nostri specialisti possono avere tutti i riferimenti per individuare e indirizzare tutti coloro che sono presentano i sintomi della malattia”. Proprio per questo la Sigla ha deciso di moltiplicare gli sforzi per riuscire a informare il maggior numero di persone sull’importanza della prevenzione e il Congresso nazionale di giugno guarda esattamente in questa direzione.

di Edoardo Romagnoli, giornalista professionista

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