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In Siria ‘Ospedali aperti’, la cooperazione per curare le ferite

Presentato a Roma il progetto gestito da Avsi con fondi Cei

Pubblicato:13-03-2018 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:37

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ROMA – “Dobbiamo curare le ferite del conflitto, in un Paese aggredito, massacrato e abbandonato poi sul ciglio della strada” dice il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. È lui l’ideatore di Ospedali aperti, un’iniziativa di aiuto al via in tre strutture gestite da religiosi nella capitale siriana e ad Aleppo.

“Zone ancora ad alto rischio – sottolinea il nunzio – dove si concentra buona parte degli oltre un milione di feriti provocati della guerra civile”. È qui, nell’Ospedale italiano e in quello francese di Damasco e nel Saint Louis di Aleppo, che grazie al contributo finanziario della Conferenza episcopale e di altri sostenitori, ai più bisognosi sono offerte da novembre cure gratuite.

“L’obiettivo è raggiungere nell’arco di tre anni 40mila persone” spiega all’agenzia DIRE Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi, l’ong che sta gestendo il progetto. “A luglio c’è stata la prima fase, con l’acquisto delle attrezzature medico-sanitarie e il contributo della Conferenza episcopale, il donatore principale; a novembre abbiamo cominciato, assistendo nell’arco di poche settimane 2000 persone”. Negli ospedali sono effettuati interventi di chirurgia, condotte analisi di laboratorio e offerti consulti medici. Tre “uffici sociali” garantiscono poi che il diritto dei più bisognosi sia rispettato.


“Adesso siamo pienamente operativi e guardiamo già a una nuova fase, con i progetti di formazione dei personale locale che saranno coordinati dalla Fondazione del Policlinico Gemelli” dice Silvestri. Convinto che proprio questa sia la dimensione decisiva per immaginare un futuro. A oggi, a fronte di costi del progetto stimati in 18 milioni di euro su tre anni ne sono stati raccolti sette. Ma che ne valga la pena lo sottolinea anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, pure animatore oggi dell’incontro di presentazione nei locali di ‘Radio Vaticana’.

In Siria, grazie ai contributi dell’8×1000, dal 2013 la Cei si è già impegnata per 15 milioni di euro. Lo stanziamento per Ospedali aperti, di circa un milione, per l’acquisto di strumentazioni come ecodoppler a ultrasuoni o macchinari per l’endoscopia, è allora solo una conferma. “Vogliamo la pace nel Mediterraneo” sottolinea il cardinale Bassetti annunciando un incontro tra i presidenti delle Conferenze episcopali di tutti i Paesi rivieraschi, da tenersi forse già all’inizio del 2019. “Ho avuto un’intuizione da fiorentino, discepolo di Giorgio La Pira” sorride il responsabile della Cei, citando il sindaco che 60 anni fa inaugurò i Colloqui mediterranei:  “Non c’è luogo al mondo dove i messaggi di pace siano risuonati come nel Mediterraneo, grande Lago di Tiberiade delle tre religioni abramitiche; la pace nel Mediterraneo sarà un indice importante per tutte le nazioni della Terra”.

 

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