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Pd. Nessuno parla di scissione, ma clima è da separati in casa

La minoranza dem è riunita a San Martino in Campo: nessun esponente di maggioranza si è presentato

Pubblicato:13-03-2016 13:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:22

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minoranza demPERUGIA – L’Ulivo e la sua eredita’ al centro della disputa tra la segreteria del Pd e la minoranza, riunita a San Martino in Campo. Se Renzi accusa una parte della sinistra dem di aver “distrutto l’Ulivo” e di aver consegnato il “Paese a Berlusconi”, Bersani torna su quelle parole sottolineando che “non puoi dire, peraltro al corso di formazione politica, che la sinistra ha distrutto l’Ulivo, che abbiamo aiutato Berlusconi… Ricordo che il centrosinistra ha battuto tre volte Silvio Berlusconi e che, pochi o tanti voti che io abbia preso, Renzi sta comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, ma il centrosinistra”.

Le primarie e il disagio di una parte dell’elettorato dem sono temi sullo sfondo di una polemica sempre piu’ aspra tra le due anime dei Democratici. “Io assieme ad altri- dice Bersani a San Martino in Campo- stiamo cercando di tenere dentro il Pd della gente che non è molto convinta di starci. A volte si ha l’impressione invece che il segretario voglia cacciarla fuori, il segretario deve fare la sintesi non deve insultare un pezzo di partito”.

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A replicare, dalla cattedra della scuola di formazione dem che si tiene a Roma, e’ il presidente del partito Matteo Orfini: “Non c’è dubbio che il Pd non esisterebbe se non ci fosse stato l’Ulivo, Romano Prodi e i protagonisti di quella stagione. Ma non dobbiamo indulgere nell’errore di guardare al nostro passato e raccontarlo come l’età dell’oro. O della meglio classe dirigente. Perchè non è così”, dice Orfini. E aggiunge: “Se oggi ci troviamo a correggere un mondo in cui la precarizzazione del destino individuale di milioni di ragazzi è il tema lo dobbiamo anche agli errori e scelte sbagliate che fecero quei governi di centrosinistra”. Ma la polemica investe gioco-forza anche la segreteria nazionale e Matteo Renzi. Gianni Cuperlo, a Perugia, si chiede se “la segreteria non sia ormai oltre il tramonto” visto che non si riunisce dalla scorsa estate. D’altro canto, aggiunge, “la rottamazione non ha migliorato la selezione della classe dirigente” oggi all’insegna di un “trasformismo live che fa girare le balle”.

Roberto Speranza, chiudendo i lavori di san Martino in Campo, ribadisce che la minoranza non intende lasciare il Pd. “Noi siamo il Pd, senza di noi il partito non esiste”, avverte. E rivendica ancora spazi per le componenti di minoranza. “Cosa dobbiamo cantare, ‘Meno male che Matteo c’e’?”, chiede polemico.

Il clima in casa Pd e’ da separati in casa. Alla riunione umbra della minoranza non si e’ visto nessun esponente della maggioranza. A cominciare dal vicesegretario Lorenzo Guerini, assente nonostante fosse stato invitato a piu’ riprese. Da Guerini neppure un messaggio di saluto. L’assenza e’ politica, come fa notare Speranza: “E’ un errore blu. Il segretario non puo’ lavorare per dividere il partito. Deve unire”.

Fonti della sinistra Pd spiegano che l’osservazione fatta da Roberto Speranza nel discorso conclusivo dell’assemblea, non era rivolta alla persona di Lorenzo Guerini. Ma all’assenza di un componente della segreteria nazionale. La presenza di qualsiasi esponente della segreteria sarebbe stato un segnale di attenzione verso la minoranza del partito.

La Sinistra riformista accantona momentaneamente la richiesta di un congresso ma si organizza. “Lo faremo circolo per circolo”, promette Speranza che da’ il via a una strutturazione capillare nei territori. Il candidato? “Io faro’ la mia parte- spiega- ma non per me quanto per la storia della sinistra verso cui mi sento responsabile. Noi non chiniamo il capo. Avanti a testa alta”.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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