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Donne. A Bologna aula protetta e app per le vittime di violenza

Da Soroptimist spazio 'giudiziario' anche per l'accoglienza di minori

Pubblicato:13-03-2015 13:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:10

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aiuto donneBOLOGNA – Una app per aiutare le vittime di violenza a trovare ‘al volo’ il centro antiviolenza più vicino, ma anche fornire informazioni rapide e chiare a chi si dovesse trovare in una situazione di abuso, a partire dalle nozioni basilari di legge o dai percorsi anti-stalking. E’ questo lo scopo di “S.h.a.w.”, la app anti-violenza presentata oggi a Bologna da Soroptimist international, un’associazione femminile privata che da anni in tutta Italia si muove per il sostegno alle donne. Insieme alla app (dotata anche di un’icona per far partire una chiamata di emergenza), oggi a Bologna è stata presentata anche l’aula per l’ascolto delle vittime di violenza che ha aperto i battenti in Questura il 10 dicembre scorso e che è stata ‘regalata’ alla città da Soroptimist. Presto, poi, l’associazione farà arrivare anche a Bologna il “Codice rosa” (già operativo in altre Regioni), con cui di fatto si formalizzeranno i percorsi speciali riservati alle donne vittime di violenza nei pronto soccorso cittadini.
“Quest’aula protetta servirà e servirà molto, soprattutto agli uffici della Procura. Se non fosse stato per dei privati, oggi a Bologna non l’avremmo”, ha detto oggi il procuratore capo Roberto Alfonso al convegno, a Palazzo d’Accursio, dove sono state presentate le novità. “Avremmo dovuto adeguarci, sistemare una stanza o ovattare le audizioni, vista la situazione di carenze di risorse umane, strutturali e umane in cui versa la giustizia”, mastica amaro Alfonso. “E’ un regalo alla collettività- dice ancora il procuratore capo di Bologna- abbiamo bisogno di interventi come questo e ringraziamo l’associazione Soroptimist per la sensibilità dimostrata, raramente ormai si assiste a gesti verso le fasce deboli, i minori e le donne, contro i quali continuano ad avvernire fatti gravissimi”.

L’aula protetta è stata definita “un grande regalo alla città” anche da Alessandra Serra, pm minorile che oggi ha partecipato al convegno al posto del procuratore Ugo Pastore. “A Bologna mancava e se ne sentiva la mancanza, era assolutamente necessario trovare una struttura dove poter accogliere i bambini che hanno subito esperienze drammatiche”, afferma Serra, ricordando che nel 2013 e 2014 la Procura minorile ha aperto 45 procedimenti all’anno solo per violenze sessuali e abusi su minori. “Una struttura come questa deve avere spazi adeguati, deve essere posto accogliente, non può essere una cella, deve avere ingressi riservati, deve avere un vetro-specchio che separi la vittima dall’abusante e deve avere degli impianti di videoregistrazione- aggiunge Serra- sono strutture costose che garantiscono il minore nell’ascolto”. Di realizzare tutto questo si è fatta carico l’associazione Soroptimist, utilizzando il locale messo a disposizione dalla Questura di Bologna.
“Sono particolarmente soddisfatto e orgoglioso di questa sala donata alla città e realizzata grazie ad un lavoro di squadra”, afferma il questore Vincenzo Stingone. “Quando sono arrivato a Bologna quattro anni fa ho subito avvertito che mancava questo strumento– prosegue il questore- senza questo aiuto non avremmo portato a compimento questo sogno che era assolutamente necessario a Bologna”. L’aula, che oltre che dai magistrati sarà utilizzata anche dalla Squadra mobile nelle indagini sulle donne vittime di violenza, è stata seguita passo passo dallo psicologo della Questura, Carlo Barbieri.

Anche il presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Scutellari, ha partecipato al convegno e ‘benedetto’ l’arrivo dell’aula d’ascolto protetta, “un’esigenza sostenuta da tempo da avvocati, psicologi e operatori della giustizia”. La realizzazione dell’aula, spiega Scutellari, da tempo pianificata, era rimasta in sospeso dopo il trasferimento del Tribunale in via Garibaldi, dal momento che palazzo Legnani Pizzardi era troppo piccolo per ospitarla. Si erano successivamente ipotizzati alcuni locali di via Sant’Isaia, poi risultati non adeguati. “L’ingresso era in comune con quello di un asilo- spiega la pm Serra- era impensabile far passare di lì persone in manette, tanto più accusate di determinati reati”.
Se “in passato è mancata la rete- afferma l’assessore con delega alla Sicurezza del Comune di Bologna, Nadia Monti- oggi sono qui per inaugurare un percorso di rete sulla sicurezza, perchè la collaborazione con le forze dell’ordine è fondamentale quando si parla di sicurezza partecipata e sicurezza urbana”. Secondo Monti, la sicurezza non è tutta una questione di repressione, perchè “si intreccia con le politiche di welfare e anche con le politiche giovanili”. Spesso, “i cittadini fanno confusione e chiedono a noi interventi repressivi- prosegue l’assessore- il nostro compito invece è quello di fare prevenzione per far emergere il sommerso”.
Per Donatella Dal Rio, presidente del club Soroptimist di Bologna (da 60 anni sotto le Due torri), l’aula d’ascolto “vuole essere un servizio che in città mancava e risponde a un duplice bisogno, quello giudiziario ma anche quello delle forze dell’ordine, che sono impegnate nelle prime fasi investigative”.


 

di Marcella Piretti

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