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VIDEO | Cna Roma: “La burocrazia pesa, per avviare un’impresa servono 19mila euro e 78 passaggi”

https://youtu.be/LWpH4Abknw4 ROMA - Aprire una falegnameria? In media in Italia e a Roma 'basta' mettere in conto fino a 78 adempimenti

Pubblicato:13-02-2019 15:23
Ultimo aggiornamento:13-02-2019 15:23

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ROMA – Aprire una falegnameria? In media in Italia e a Roma ‘basta’ mettere in conto fino a 78 adempimenti burocratici che coinvolgono fino a 26 enti, che bisognerà contattare fino a 39 volte. Il tutto, con un costo di oltre 19mila euro. Non va molto meglio a chi pensa a una gelateria, per cui servono fino a 73 adempimenti presso 26 enti con cui si dovranno avere fino a 41 contatti, per un costo di più di 12mila euro. Un parrucchiere? Per inaugurare il suo salone dovrà rincorrere fino a 65 adempimenti presso 26 enti da contattare fino a 39 volte per un costo superiore a 17mila euro. 

Sono i famosi costi della burocrazia di cui sempre si parla, ma che calati nella realtà delle piccole e medie imprese italiane e romane assumono numeri e cifre non da poco. A metterli nero su bianco è la Cna di Roma, che oggi ha raccontato i risultati della sua indagine sui costi della burocrazia al convegno ‘Quale amministrazione per lo sviluppo?’, organizzato dall’Associazione nazionale Cavalieri di Gran Croce a Palazzo Altieri, a Roma. 


“Il costo della burocrazia a Roma e in Italia si è fatto sempre più insostenibile per le imprese. Si parla di tempi molto lunghi, ma anche di veri e propri costi economici che le pmi devono sopportare soprattutto nella loro fase di avvio”, ha detto Stefano Di Niola, segretario della Cna di Roma. Un rischio giungla per imprenditori e cittadini reso sempre più imminente da procedure e norme diverse tra pubbliche amministrazioni.

 “Si tratta di differenze davvero incredibili all’interno delle città metropolitane e a Roma in particolare- ha spiegato Di Niola all’agenzia Dire- dove procedure e adempimenti variano purtroppo da Municipio a Municipio. Questa per noi è una cosa insostenibile”. 

Fermo restando che “la burocrazia è uno strumento indispensabile per la vita democratica di un Paese, perché senza si tornerebbe al Feudalesimo, con un signore che decide arbitrariamente regole sempre diverse”, tuttavia per la Cna di Roma “il suo portato deve essere limitato e contenuto all’interno di un certo alveo”. 

Del resto, il peso del groviglio normativo e di un rapporto non sempre facile con la pubblica amministrazione si conta anche sulla pressione fiscale, che secondo i dati portati al convegno dalla Rete urbana delle rappresentanze (Rur) vede l’Italia seconda solo alla Francia, e nei tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese: sui 57 miliardi di crediti del settore privato nel 2017, 28 miliardi, pari al 49%, risultavano in ritardo. Per quanto riguarda la difficoltà di assolvere ai doveri imposti dalla Pa, scadenze fiscali e pagamento di imposte e contributi impongono alle imprese un impegno medio di 238 ore.

“Si possono certamente operare delle modifiche rispetto a quello che stiamo vivendo in questo momento- ha commentato Di Niola- sia in termini di numero di norme a cui si è quotidianamente sottoposti, parlando di imprese, ma anche puntando a formare gli operatori del settore. Mi riferisco ai dirigenti o impiegati pubblici: meno sono formati gli operatori della pubblica amministrazione locale, maggiore è il rischio di irrigidimento delle procedure, semplicemente perché si ignora la quantità di problemi che si potrebbero trovare lungo la strada- ha concluso- e soprattutto si ignora il livello di responsabilità a cui si va incontro”.

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