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A Carnevale ogni scherzo vale. E gli affari volano, giro d’affari da 220 mln

Da Venezia a Viareggio, da Ivrea a Putignano, la tradizione è diventata una business

Pubblicato:13-02-2018 11:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:28

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ROMA – A Carnevale ogni scherzo vale. Il Carnevale, però, è tutt’altro che uno scherzo. Da Venezia a Viareggio, da Ivrea a Putignano la tradizione festaiola si è trasformata anche in un ricco business che accende la domanda turistica in un periodo altrimenti morto, montagna esclusa. Un business che in Italia quest’anno è stimato sui 220 milioni di euro. In crescita di poco più del 10%, quindi, rispetto ai 200 milioni realizzati l’anno scorso.

Sulle ali della (gracile) ripresa dopo un decennio di crisi acuta aumenta anche il desiderio di divertirsi e, di conseguenza, ci si muove di più e si spende di più in alberghi e ristoranti, per costumi e souvenir. Lo rivela una indagine del Centro studi della Cna condotta tra le imprese associate alla Confederazione coinvolte direttamente e indirettamente nelle attività carnascialesche alla vigilia del rush finale, e del picco di attività, destinato a chiudersi oggi, martedì grasso. Imprese che quest’anno registrano anche una novità: l’impennata del turismo esperienziale legato al Carnevale.

Dalla creazione di costumi e maschere alla realizzazione dei piatti tipici sono sempre di più i turisti che vogliono “sporcarsi le mani” (in senso buono): “partecipare”, insomma, oltre che “assistere”.


Venezia, è qui il primato

Con un giro d’affari stimato intorno ai 60 milioni (contro i 55 del 2017) la parte del leone anche quest’anno se l’aggiudica Venezia, capitale del Carnevale fino al crollo della Repubblica, come tramandano le commedie di Carlo Goldoni e i dipinti di Pietro Longhi. La festa, soppressa da Napoleone, è stata rispolverata solo negli anni settanta del novecento. Il numero chiuso quest’anno potrebbe ridurre l’afflusso in termini quantitativi ma alzare la qualità della domanda, attirando i visitatori pure verso attività non direttamente collegate al Carnevale, come le vetrerie artistiche e i ricamifici.

Alle spalle di Venezia si piazza Viareggio con un giro d’affari complessivo di circa 28 milioni (a fronte dei 26 milioni dell’anno scorso). L’edizione 2018 è partita alla grande con un sensibile aumento dei biglietti venduti fin dalla prima sfilata del 28 gennaio (+7% in confronto a quella del 2017). E solo la vendita dei biglietti è stimata in crescita del 7/10% rispetto all’edizione scorsa.

Ivrea e la Battaglia delle arance

Risultati apprezzabili anche quelli di Ivrea. La stima per quest’anno è di 2,75/3 milioni di giro d’affari complessivo generato dalla manifestazione che culmina nella Battaglia delle arance. E proprio la celebrazione di questa festa dell’orgoglio cittadino e delle virtù civiche capaci di liberare Ivrea dal tiranno, tradizionalmente indicato in Ranieri di Biandrate, permette di sfiorare il milione d’incasso, di sole iscrizioni. Con un impatto economico diretto principalmente su Ivrea, com’è ovvio, ma con una importante ricaduta sulla lontana Calabria, da dove provengono le arance, dal valore di poco inferiore ai 250mila euro.

Città che vai, sfilata che trovi

Le iniziative carnascialesche italiane non sono mai state censite dettagliatamente ma le manifestazioni di rilievo turistico non solo locale sono tra 50 e 60. Tra i più seguiti sicuramente il Carnevale pugliese di Putignano (per qualche anno abbinato a una Lotteria nazionale) è quello documentato più antico. Nel 2018 giunge alla 624esima edizione anche se l’attuale declinazione risale agli anni venti/trenta del novecento. Inserendo la sfilata dei carri, clou della manifestazione, si è permesso l’affinamento dell’artigianato locale, falegnameria in primis. Molto antico è a sua volta il Carnevale di Cento, in provincia di Ferrara, immortalato dal Guercino nella prima metà del seicento e oggi gemellato con il più famoso del mondo: O Carnaval carioca, il Carnevale di Rio de Janeiro.

Da un capo all’altro dell’Italia

Il Carnevale di Acireale, famoso per i carri infiorati che danno spettacolo di giorno, con movimenti spettacolari e coreografie in continua evoluzione durante le esibizioni, e di notte, per le migliaia di piccole lampadine che li illuminano. Gli amanti degli animali sono particolarmente benvenuti al Carnevale musicale di Fano (che mette in maschera anche i cani) e a Tricarico, dove si celebra il Carnevale degli animali, associando sacro e profano e collegando di conseguenza i festeggiamenti a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. E legato agli animali è anche un Carnevale fuori dall’ordinario come quello di Mamoiada, nella Barbagia di Ollolai: un Carnevale dove prevale il nero, nato per propiziare la salute degli animali e un ricco raccolto.

Viareggio, la capitale dei carri

Il nucleo motore del Carnevale di Viareggio sono i carri. Macchine allegoriche che sfilano nel circuito ad anello del lungomare tra edifici liberty e piazze affacciate sulle spiagge. A realizzare i carri e lavorare alle attività collaterali ventidue ditte artigiane raccolte nell’Associazione maestri costruttori, che aderisce alla Cna di Viareggio. Quest’anno i carri impegnati sono complessivamente tredici. Nove di prima categoria, quattro di seconda. I carri di prima categoria superano i venti metri di altezza e i dodici di larghezza e possono ospitare fino a 250 figuranti. Ovviamente più piccoli i carri di seconda categoria.

Ogni carro di prima categoria costa circa 128 mila euro, di seconda intorno ai 60 mila. Per realizzare un carro occorrono sei mesi per 220 ore di lavoro mensili trascorse all’interno della Cittadella del Carnevale, il complesso architettonico creato nel 2001 al fine di permettere la lavorazione dei carri in un ambiente adatto e sicuro. Al suo interno è ospitato anche il Museo del Carnevale. In genere l’attività impegna a tempo pieno il titolare e tre dipendenti specializzati.

Ogni carro, inoltre, ha bisogno di un ingegnere di riferimento per calcolo strutturale, collaudo e certificato di sicurezza. Le macchine allegoriche non vanno in pensione. I pezzi più rimarchevoli sono ospitati al Museo di Detroit o riutilizzati al Carnevale di New Orleans. Una proiezione internazionale dell’evento, anche una volta ultimato, che ha favorito l’attività all’estero dei maestri e dei loro qualificati collaboratori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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