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Vitalizi, Ilona Staller ricusa il giudice e chiede danni alla Camera

ROMA - Ilona Staller ha depositato, tramite il suo legale, un atto di ricusazione contro il giudice del Consiglio di

Pubblicato:12-10-2018 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:40
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ROMA – Ilona Staller ha depositato, tramite il suo legale, un atto di ricusazione contro il giudice del Consiglio di giurisdizione, ossia il giudice del Tribunale di primo grado della Camera dei deputati. E’ l’ultimo atto della ‘guerra’ dell’ex onorevole contro il taglio del vitalizio. Luca Di Carlo, noto con lo pseudonimo ‘l’avvocato del diavolo’, difensore storico di Ilona Staller e di altri ex deputati, ha deciso di ‘sfidare’ la Presidenza della Camera: “La delibera sul taglio dei vitalizi va distrutta e resa inefficace- ha spiegato all’agenzia Dire- perche’ in caso contrario diventerebbe un principio valido anche per il ricalcolo delle pensioni contributive del popolo italiano e domani la Camera potrebbe tagliare anche le pensioni agli italiani che hanno lavorato tutta la vita per conquistarla”. “Non e’ prevista nel sistema alcuna rappresentazione di ricusazione formale del giudicante- ha aggiunto- ma quando il sistema si impone contrario alla legge, allora e’ necessario imporre l’atto di ricusazione come mezzo di tutela dei diritti soggettivi sovrani per un giusto processo imparziale e indipendente. Il Regolamento per la tutela giurisdizionale non concernente i dipendenti della Camera dei deputati e’ contro la legge nazionale e sovranazionale, e’ contro la liberta’. Piu’ che una forma di tutela e’ una forma di dittatura spietata perche’ nella sostanza fucila ogni diritto soggettivo”.

“Siccome ritengo inaccettabile e mostruoso fucilare i diritti fondamentali di ogni essere vivente- ha continuato l’avvocato Luca Di Carlo entrando nell’aspetto ‘tecnico’- ho ricusato ed eccepito la giurisdizione nel giudice precostituito con normativa di tutela giurisdizionale interna del Regolamento per la tutela giurisdizionale non concernente i dipendenti della Camera. Tutti gli ex deputati, portatori di un proprio diritto soggettivo, come tutti, hanno il fondamentale diritto soggettivo a un giusto processo. Il sistema dell’autodichia e’ un rimedio processuale ‘inter nos’ direi un accordo di reciproci intenditra la Camera dei deputati e il Consiglio di giurisdizionale ed il Collegio d’appello. Tutto cio’ rappresenta solo un inganno di giustizia che origina da una dittatura. Gli organi giudicanti del Consiglio di giurisdizione e del Collegio d’appello a discrezione sono eletti e prediletti dal presidente della Camera, lo stesso che ha approvato la delibera sul taglio dei vitalizi, gli stessi dovrebbero giudicare sulla legittimita’ della delibera ma e’ chiaro che non ci puo’ essere imparzialita’ della sentenza poiche’ e’ evidente la distruzione dei valori fondamentali dell’imparzialita’ e dell’indipendenza del giudicante per un giusto processo. Giusto processo significa garantire un diritto difensivo equo, pubblico e un termine processuale ragionevole tutto quanto con un giudice imparziale, precostituito per legge e soprattutto indipendente. L’autodichia non puo’ e non deve essere disciplinata dai Regolamenti minori secondari”. Tra le richieste difensive, quindi, “c’e’ il difetto di giurisdizione, la questione di illegittimita’ costituzionale del Regolamento per la tutela giurisdizionale dei non dipendenti, nella parte che prevede la giurisdizione esclusiva degli organi di autodichia, l’illegittimita’ della delibera, ed anche la condanna della Camera dei deputati a restituire tutte le somme indebitamente trattenute”. Adesso l’avvocato Luca Di Carlo fara’ anche “una richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’Ufficio di Presidenza della Camera e di tutti coloro che hanno concorso ad approvare con un medesimo disegno l’illegittima delibera sul taglio dei vitalizi per gravissime responsabilità'”.


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