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Migranti. A Bologna 40 minori non accompagnati diventano fornai

Per 10 settimane hanno lavorato in due gruppi di 20 persone hanno imparato a usare forni a legna e a temperatura controllata e preparato pane e pizza

Pubblicato:12-10-2015 05:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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BOLOGNA – Pane fresco e croccante, distribuito gratuitamente in piazza Maggiore sabato 17 ottobre, in occasione della Giornata mondiale contro la povertà. Un pane speciale, preparato e cotto dai 40 minori stranieri non accompagnati (Msna) -da Gambia, Senegal, Nigeria, Albania, Egitto, Marocco- che questa estate hanno preso parte a ‘Panis, pane che unisce, pane che differenzia’, un corso professionale gestito dalla cooperativa Eta Beta insieme con Ceis, inserito nel progetto Case Zanardi. “Per 10 settimane hanno lavorato in due gruppi di 20 persone- spiega Joan Crous, presidente di Eta Beta- hanno imparato a usare il forno a legna e quello a temperatura controllata”.

pane

“Hanno preparato pane, focaccia e pizza: farine a tutto tondo. Hanno avuto maestri d’eccezione, tra cui l’equipe del Celler de Can Roca di Girona, primo posto nella classifica World’s best restaurant 2015”. Panis è un progetto di integrazione e di formazione: “L’estate per questi ragazzi è un periodo difficile, la noia può essere pericolosa. Così abbiamo pensato a un modo per tenerli impegnati: insegnare loro un lavoro -soprattutto- ma anche metterli a parte dei diritti e dei doveri che li riguardano previsti dalla Costituzione. Quando arrivano in Italia credono che da lì in poi sarà tutto facile, ma non è così. Ci si deve impegnare reciprocamente”. Esperienza, quella di Panis, promossa anche da Giancarlo Ringon, neuropsichiatra infantile consulente del progetto per Ceis: “Questi ragazzini hanno subito traumi fisici e morali. Iniziative simili sono fondamentali, per una serie di motivi: favoriscono l’integrazione tra coetanei e con gli adulti e l’uso della lingua; insegnano il rispetto di alcune regole operative e di convivenza, l’autonomia sociale”.


I Msna oggi a Bologna sono circa 150, a cui vanno aggiunti i 50 che, a rotazione, transitano dall’hub regionale di via Mattei, poi distribuiti nelle tre strutture idonee alla loro accoglienza: Case Merlani, Ponte e Ginestra. “Anni fa, subito dopo le primavere arabe, in Italia contavamo 3-4 mila Msna- ricorda Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza- oggi ce ne sono circa 14.000, ma non abbiamo una legislazione che renda semplice agli amministratori la gestione di questo fenomeno né una diffusione omogenea sul territorio italiano. È su questi punti che il Parlamento dovrà intervenire”. Amelia Frascaroli, assessore al Welfare della città, sottolinea la portata formativa del progetto e il rapporto tra Panis e Case Zanardi: “Fu il sindaco Zanardi che, durante la prima guerra mondiale, fece costruire un forno per distribuire pane al prezzo della farina, prima e poi aprì i cosiddetti negozi Zanardi, per evitare la speculazione sui generi alimentari. Per questo noi, oggi, scegliamo il pane come veicolo di integrazione”. Panis è stato ospitato dallo Spazio Battirame in Zona Roveri: luogo dismesso fino al 2013, quando un bando comunale l’ha assegnato a Eta Beta, cooperativa che, da metà degli anni Novanta organizza percorsi terapeutici, riabilitativi e di inserimento al lavoro per persone svantaggiate attraverso l’attività artistico-artigianale. Oggi accoglie laboratori, una cucina, alcuni orti, e si prepara, nel futuro prossimo, ad aprire anche al pubblico. Spazio Roveri sarà visitabile sabato 17 ottobre dalle ore 10, in occasione del convegno Coltivare Culture, ultimo step del progetto. (Dires – Redattore Sociale)

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