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Caso vaccini a Treviso, Ageop: “Gravissimo non garantire la scuola”

"Obbligo per tutti"; chiesto al parlamento "atto responsabilità".

Pubblicato:12-09-2018 17:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:33

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BOLOGNA – Nè bambini tenuti a casa perché a scuola rischierebbero la vita, nè classi separate per alunni non vaccinati o immunodepressi. “Noi chiediamo un obbligo chiaro, esteso a tutti. Chiediamo ai legislatori un atto di responsabilità e coraggio per tutelare tutti i bambini e i cittadini”. A rinnovare l’appello è l’Ageop, l’associazione che a Bologna si occupa di assistere e aiutare i bambini e le famiglie del reparto di oncologia pediatrica al Policlinico Sant’Orsola. La nuova presa di posizione dell’Ageop arriva dopo la storia emersa in questi giorni in provincia di Treviso. “Apprendiamo con dolore la vicenda del bambino leucemico del trevigiano da poco sottoposto a un trapianto di midollo osseo- scrive l’associazione- che, dopo il calvario passato, ora rischia di non poter andare a scuola”. Per Ageop è “gravissimo che in Italia non siano garantiti i diritti fondamentali di questo bambino e dei bambini come lui”. Allo stesso modo, afferma l’associazione, “ci addolora il possibile isolamento di bambini non vaccinati. Sono gli adulti che devono assumersi le loro responsabilità e non far ricadere sui più piccoli indecisioni, paure e ignoranza”. Secondo l’Ageop, “non possiamo accettare che nel nostro Paese la salute pubblica sia in ostaggio di individui che scelgono egoisticamente di non vaccinare i propri figli senza rispetto per il bene della società in cui vivono. Non possiamo accettare che non vi siano garanzie a tutela di chi per motivi di salute è più fragile, fino a negargli addirittura l’accesso all’istruzione pubblica”.

L’Ageop ribadisce quindi la richiesta di mantenere l’obbligo vaccinale, “un obbligo chiaro, esteso a tutti. Che non inventiamo noi e che non ha inventato la legge del 2017. Le vaccinazioni contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B sono obbligatorie. L’obbligatorietà è nata alla fine dell’800”, contro il vaiolo, “obbligatoria per tutti dal 1888. Nel 1939 fu introdotta l’obbligatorietà della vaccinazione antidifterica per tutti i nuovi nati”. I vaccini, insiste Ageop, sono “uno strumento formidabile per la riduzione della mortalità e morbosità delle malattie infettive“, come appunto il vaiolo, che “nell’Europa del XVIII secolo uccideva circa 400.000 persone all’anno. Sin dal 1888, per decidere quali vaccini introdurre, le autorità sanitarie hanno seguito i criteri di valutazione della disponibilità e dell’efficacia del vaccino stesso, nonché l’importanza sanitaria e sociale della malattia da prevenire o eradicare”.

Dunque, oggi “perché non può essere ancora questa la strada da seguire?- domanda Ageop al Governo- chiediamo ai legislatori un atto di responsabilità e coraggio per tutelare tutti i bambini e i cittadini, sia quelli che non possono essere vaccinati sia quelli che potrebbero e non vengono vaccinati”. Gli antivaccinisti, sottolinea l’associazione, “ci sono sempre stati. Ai tempi del vaiolo promossero campagne molto violente adducendo la presunta pericolosità del vaccino. Ma se allora non si fosse tenuta ferma la decisione di obbligatorietà, il vaiolo non sarebbe stato debellato mondialmente”.


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