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Islam, in Lombardia arriva la stretta. La Regione ai sindaci: “Mappate”

Ieri la Regione ha votato un provvedimento e ora scriverà una lettera ai Comuni

Pubblicato:12-09-2018 06:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:32
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MILANO – La Lombardia porta avanti la lotta alle moschee abusive e decide di avviare una formale ‘mappatura’ delle moschee e dei centri di cultura islamica presenti in regione. Il provvedimento è stato votato ieri dal Consiglio e ora dalla Regione partirà una lettera alla volta dei sindaci per esortarli, appunto, a procedere al censimento dei luoghi di culto islamici.

“Esprimo grande soddisfazione- ha dichiarato ieri sera l’assessore regionale Pietro Foroni- per l’approvazione da parte del Consiglio regionale della mozione sui luoghi di culto, che impegna la Giunta a proseguire nell’attività di censimento dei centri culturali islamici, già avviata nella scorsa legislatura. A seguito dell’approvazione di questo atto, mi impegno da subito a scrivere quanto prima ai sindaci un’ulteriore lettera, dopo quella che ho già inviata il 18 maggio scorso, per richiedere nuovamente la mappatura dei luoghi di culto esistenti nei loro Comuni”.

Una soddisfazione condivisa dal capogruppo Fi a In Regione, Gianluca Comazzi. “Da anni Forza Italia denuncia il proliferare incontrollato di centri islamici irregolari e associazioni culturali fittizie in tutta la Lombardia. Realtà spesso abusive, che sfuggono ad ogni controllo. Per questo riteniamo necessario porre un freno a questo fenomeno il prima possibile” afferma Comazzi. Nonostante questo, “chiunque ha diritto di professare il proprio culto, purché questo avvenga alla luce del sole e in totale trasparenza- precisa l’esponente azzurro- ma, in caso contrario, è fondamentale prendere provvedimenti a tutela di tutti i cittadini”.


Una responsabilità, quella dei provvedimenti, che però deve necessariamente incontrare la sponda dei Comuni. “Dunque, mentre i servizi segreti dicono che il pericolo di terrorismo in Italia è concreto, a Milano le moschee abusive proliferano“, tuona il referente regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato. “La legge regionale sui luoghi di culto è puntuale, ma poi compete a Comuni e Prefettura chiudere le moschee abusive“, conclude l’assessore, con evidente riferimento al capoluogo lombardo e alla sua amministrazione.

“La legge della Lombardia sui luoghi di culto non solo funziona e va applicata sempre di più, ma dovrebbe diventare modello per l’Italia. In tal senso mi auguro che il ministro Salvini confermi la sua intenzione di prendere il nostro provvedimento come esempio e finalmente imponga il ripristino della legalità ovunque”, dichiara poi Viviana Beccalossi, consigliera regionale del gruppo misto che ben conosce la materia. “Se oggi conosciamo l’esistenza di moschee abusive in Lombardia- prosegue- è grazie al lavoro iniziato tre anni fa con la Legge sui luoghi di culto e il monitoraggio dei centri islamici svolto dalla Regione. Un lavoro che mi onoro di avere promosso perché per la prima volta in Italia si è avuto il coraggio di non giustificare, in nome della libertà religiosa, qualunque situazione fuori controllo. I sindaci, conclude Beccalossi, “hanno il potere di intervenire su quei centri culturali islamici che, di fatto, usano capannoni, magazzini, negozi e anche appartamenti per svolgere funzione di luogo di preghiera. Avanti così, quindi, come ha ben confermato l’assessore Foroni ribadendo di voler proseguire il percorso di monitoraggio sul territorio”.

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