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Migranti, Haftar: “Datemi 20 miliardi e avrò un esercito per fermarli”

ROMA - Un esercito da schierare lungo

Pubblicato:12-08-2017 10:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:36

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ROMA – Un esercito da schierare lungo i 4.000 chilometri della frontiera sud della Libia, in pieno deserto. Venti miliardi di dollari, pagati dai paesi europei, per armarlo e addestrarlo. E’ questa, secondo il generale libico Khalifa Haftar, la soluzione per il problema dei migranti.

Intervistato dal Corriere della Sera, Haftar ribadisce l’amicizia con l’Italia – “Abbiamo superato il retaggio dell’aggressione fascista” -, lamenta il mancato coinvolgimento nella scelta di far entrare le navi militari italiane in acque libiche – “Non c’è stata alcuna intesa con noi. Io non vi ho dato alcuna luce verde” -, e punta il dito contro Serraj, reo di aver ” violato in modo grave quegli accordi (di Parigi), dove si dice esplicitamente che mosse di questo genere vanno coordinate tra noi. Ma la violazione- puntualizza Haftar- è anche italiana. Nessuno mi ha detto nulla dall’Italia, per me è stata una sorpresa totale”.


I rapporti con l’Italia sembrano comunque in fase distensiva: “Dopo che ho protestato- spiega il generale- è venuto personalmente il numero due dei vostri servizi a scusarsi, promettendo che avrebbe investigato per capire dove a Roma avevano sbagliato”

Poi, Haftar ribadisce che “il problema migranti non si risolve sulle nostre coste. Se non partono più via mare ce li dobbiamo tenere noi e la cosa non è possibile. Anche gli accordi del vostro ministro degli Interni Minniti con le tribù, le milizie e le municipalità del nostro deserto sono solo palliativi, soluzioni fragili. Dobbiamo invece lavorare assieme per bloccare i flussi sui 4.000 chilometri del confine desertico libico nel sud”.

E’ qui, nel cuore del deserto, che Haftar immagina di schierare un esercito per respingere i migranti provenienti dall’Africa Subsahariana. “I miei soldati sono pronti. Io controllo oltre tre quarti del Paese. Possiedo la mano d’opera, ma mi mancano i mezzi. Macron mi ha chiesto cosa ci serve: gli sto mandando una lista. Corsi di addestramento per le guardie di frontiera, munizioni, armi, ma soprattutto autoblindo, jeep per la sabbia, droni, sensori, visori notturni, elicotteri, materiali per costruire campi armati di 150 uomini ciascuno altamente mobile e posizionati ogni minimo 100 chilometri. Stimo il costo- conclude Haftar- in circa 20 miliardi di dollari distribuiti su 20 o 25 anni per i Paesi europei uniti in uno sforzo collettivo”.

di Michele Bollino

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