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A Mvimwa in Tanzania con il Campus bio-medico: il cibo è qualità

Il punto su sicurezza alimentare, tutela ambientale e sviluppo sostenibile in Africa

Pubblicato:12-06-2018 16:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15

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ROMA – Qualità del cibo, conservazione degli alimenti e anche, in una prospettiva di scambio e arricchimento reciproco, educazione alimentare: sono gli ambiti di intervento di progetti sostenuti in Tanzania, in alleanza con atenei locali, dall’Università Campus bio-medico di Roma. A parlarne con l’agenzia ‘Dire’ è Laura La Gara, presidente del corso di laurea in Scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana e animatrice delle iniziative, giunte al secondo anno.

“Sono progetti sviluppati dai nostri studenti con le università africane” spiega la professoressa: “Un valore aggiunto di per sé, perché aiuta i giovani italiani a capire le molteplicità e le differenze delle situazioni in Africa, dove ci sono zone molto povere e altre dove anche la qualificazione culturale inizia a essere interessante ed elevata”. Gli interventi sono condotti in sinergia con la Saint Joseph University, con l’autorizzazione del governo di Dodoma e il sostegno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e dell’Università di Parma. L’obiettivo, nella zona di Mvimwa, una delle più povere della Tanzania, è raggiungere circa 20mila persone.

“Al Campus abbiamo le facoltà di medicina e di ingegneria e come specializzazioni ‘science’ e ‘human nutrition'” spiega La Gara: “Naturale partire da qui, tenendo come riferimento non solo la quantità di cibo per tutti ma anche la sua qualità”. A confermarlo le differenti tipologie e finalità dei progetti. Da un lato, c’è il monitoraggio della contaminazione delle acque e dei bisogni di approvvigionamento delle comunità, si tratti di pozzi o di qualità delle forniture idriche. Da un altro, c’è il contrasto alla malnutrizione infantile, anche condividendo con il personale sanitario locale parametri nuovi, che vanno al di là della semplice misurazione del peso dei bambini.


“Con il Crea – sottolinea La Gara – stiamo studiando una formulazione, che chiamiamo ‘pappa di Parma‘, a base di alimenti tipici della zona per permettere di aumentare il livello nutrizionale del cibo somministrato ai bambini“.

Un altro ambito di lavoro riguarda la conservazione. “In Tanzania abbiamo trovato una situazione paradossale” dice la professoressa: “C’è molta produzione ma non c’è la capacità di conservarla. Si ricorre così alla conservazione sotto sale, con ripercussioni sulla salute e un’incidenza dell’ipertensione molto elevata”. Una tendenza, questa, che spinge a cercare soluzioni nuove. “Il Crea ha brevettato un essiccatore di alimenti a pannelli solari e formato tecnici per il suo utilizzo” spiega La Gara: “Con la papaya e la frutta in genere è molto utile, perché garantisce la disponibilità di scorte in tutte le stagioni“.

CALABRO’ (CAMPUS BIOMEDICO): “SVILUPPO SE FACCIAMO RETE”

ROMA – L’aiuto presuppone una rete nella quale istituzioni, università e imprese uniscano competenze ed energie: lo ha sottolineato oggi Raffaele Calabrò, rettore dell’Università Campus bio-medico di Roma, aprendo un incontro su sicurezza alimentare, tutela ambientale e sviluppo sostenibile in Africa.

“Oggi creare un network e unire le competenze è fondamentale perché se non ci mettiamo a sistema ci disperdiamo” ha detto Calabrò. Convinto che “il mondo delle imprese ha l’opportunità di realizzare obiettivi ma anche una grande responsabilità etica rispetto agli interventi e agli aiuti per formare le persone”.

Il rettore ha evidenziato la centralità degli impegni di trasferimento di know-how e di formazione. “Il tema della cooperazione e della solidarietà è sempre stato al fondo delle scelte Università Campus bio-medico” ha detto Calabrò: “Cerchiamo di portare avanti da sempre il concetto di educazione globale“.

L’incontro di Roma, ospitato dall’associazione Civita, è intitolato ‘Focus on Africa. Sicurezza alimentare, tutela ambientale e sviluppo sostenibile: nuove prospettive per le istituzioni e le imprese italiane’. A organizzare i lavori, con l’Università Campus bio-medica, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e lo studio legale Pavia e Ansaldo.

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