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Referendum Polo moda, Governo: “Il ‘no’ dà chance al Paese”

SAN MARINO - Realizzare 'the market' significa

Pubblicato:12-05-2016 12:07
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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SAN MARINO – Realizzare ‘the market‘ significa “prospettare il futuro per il nostro Paese, dargli una chance”. Da Palazzo Pubblico i segretari di Stato Gian Carlo Capicchioni, Iro Belluzzi e Francesco Mussoni incontrano la stampa nell’ultimo degli appuntamenti del governo sui quesiti referendari. La posizione dell’esecutivo è quella a sostegno di “quattro no”, a partire da quello sul polo della moda. A riguardo, il responsabile alle Finanze ci tiene a precisare e correggere le “molte mistificazioni” circolate sui vantaggi fiscali dati agli investitori. “Non sono state date agevolazioni ad hoc per l’investimento- assicura Capicchioni- sono quelle già previste dalle normativa, quali l’imposta di registro e il credito agevolato, non ci sono altri costi, nè aliquote ridotte, né ora, né in futuro”. Capicchioni sottolinea piuttosto l’importanza del progetto per il Pil sammarinese che negli ultimi anni, ricorda, ha perso il 30%: “Bisogna rimettere in moto gli investimenti– prosegue- il settore turistico e commerciale può dare risposte immediate e il polo della moda va a supporto di questo comparto”.

commercio_saldi_negozioIncomprensibile quindi la contrarietà degli operatori del centro storico, dato che potranno solo beneficiarne. Respingere the market” quindi “significa dare il messaggio che noi non vogliamo investitori esteri e che San Marino vuole fare da solo“, con le proprie risorse. “Ma- sottolinea- con quelle che abbiamo sarà molto difficile incrementare il Pil e dare futuro ai nostri figli”. Capicchioni ribadisce la necessità per San Marino di avere nuovi investimenti di questa portata: “Sappiamo chi sono gli investitori, cosa fanno– continua- i 100 e passa milioni li mettono fuori loro“. Il ‘no’ nei 4 referendum è “un ‘no’ alla chiusura e all’autarchia”, sottolinea quindi il segretario di Stato per il Lavoro, Belluzzi. In particolare, abbassare ancora il tetto degli stipendi nella Pa “vuole dire frenare lo sviluppo e rinunciare alle professionalità di cui abbiamo bisogno”. Mentre con la richiesta di cancellare il quorum referendario, già fermo al 25%, “sembra si stiano perdendo completamente le regole della democrazia”. Infatti, in caso di vittoria dei sì, “basterà che si esprimano 15-10 soggetti per cancellare scelte di governo e maggioranza, creando problemi nella gestione del Paese”. Belluzzi spiega anche il no sulla preferenza unica: “Si parla tanto di incentivare i giovani e le donne alla politica, ma così si va nella direzione opposta”. Infine sul polo della moda, Belluzzi ricorda gli errori del passato, quando “San Marino ha scelto di chiudersi ad investimenti che hanno trovato collocazione in luoghi vicini”.


sanMarino_piazza_libertaQuindi la parola passa al segretario Mussoni: “E’ da pazzi– manda a dire- in un Paese con la disoccupazione al 10%, la riconversione di sistema e una ripartenza tenue dell’economia, respingere un progetto da 100 mln di euro che assumerà qualche centinaia di persone, con un indotto per il sistema edilizio e le piccole aziende locali che dovranno costruirlo”. Il tema, puntualizza, è politico “con la P maiuscola” perchè riguarda la visione di San Marino: “Vogliamo un Paese che cresce o uno che recede si chiude?”. Quello del gruppo Borletti è “il primo grande investimento nel nostro territorio“, sostiene Mussoni. Come governo quindi “dobbiamo consigliare la cittadinanza a votare ‘no’- prosegue- perché diversamente significa che il Paese vuole recessione e impoverimento”. No anche per gli altri referendum, conferma Mussoni. In particolare, su quello che propone di eliminare il quorum, il segretario sottolinea l’importanza dell’equilibrio dei ruoli istituzionali. “La politica- conclude- non si fa con il referendum”.

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