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Storie di bambini migranti, gli ‘eroi’ senza bagaglio di Luca Attanasio

Alla presentazione del libro presenti padre Laurent Mazas, direttore esecutivo del Cortile dei Gentili, e l’europarlamentare Pd, Silvia Costa

Pubblicato:12-04-2019 10:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:21
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ROMA – “Ho il dovere di restituire qualcosa”. Lo ha detto con fermezza Mohamed Keita, oggi fotografo nel suo paese d’origine, in Costa D’Avorio, mentre ieri sera, nella Chiesa di San Francesco Saverio del Caravita, a Roma, si parlava della sua storia e di tanti come lui arrivati nel nostro Paese come ‘minori stranieri non accompagnati’: sono loro le storie del libro ‘Il bagaglio’ di Luca Attanasio.

Ragazzini in fuga con “un bagaglio che non c’e”, come ha detto il giornalista di Avvenire Nello Scavo, con poche foto nascoste nelle tasche o magari una pagella cucita addosso. Il viaggio nel deserto, nelle prigioni libiche, la traversata del Mediterraneo e’ ‘il Bagaglio’ di Luca Attanasio, scrittore e giornalista, che al tema delle migrazioni, del sociale e della geopolitica da anni dedica studi e reportage. Un libro che ha visto una seconda edizione nel 2018 con prefazione di Roberto Saviano per fare il punto sui tanti aggiornamenti del fenomeno, a partire dall’eccellenza della legge italiana che porta il nome di Sandra Zampa sulla figura dei tutori dei minori stranieri non accompagnati.


Insieme a lui, nella cornice della mostra Exodus di cui l’agenzia Dire è media partner, padre Laurent Mazas, direttore esecutivo del Cortile dei Gentili; l’europarlamentare Pd Silvia Costa; Nello Scavo di Avvenire e Mohamed Keita che ha portato la sua testimonianza.

Sono 70 milioni i profughi nel mondo (dati Unhcr) e il 53% sono bambini. L’Europa risponde con “mille chilometri di muri” come ha ricordato l’autore Attanasio rientrato da pochi giorni da Calais dove “la giungla delle tende e del campo c’e’ ancora”.

Sessanta interviste, storie e volti di “protagonisti del nostro tempo, eroi” li ha definiti l’autore perche’ nonostante le loro storie durissime “portano un messaggio positivo. Keita per un po’ ha dormito alla stazione Termini. Save the Children lo ha aiutato- ha ricordato Attanasio- gli ha regalato una macchinetta fotografica. Sono cominciati cosi’ i primi scatti e uno di questi, notato da una fotografa americana, e’ finito al Metropolitan di New York”.

Gli scatti di Keita sono diventati una mostra, un progetto e molto altro ancora. L’Africa vista con gli occhi dei bambini, bambini fotografi che sono stati seguiti da Keita e da Marco Pieroni e che hanno raccontato il Kenya e il Mali con i loro occhi. Cosi’ i loro ‘Scatti liberi’, mostra che il Cortile dei Gentili ha promosso, hanno accompagnato la lettura di alcune pagine simbolo de ‘Il Bagaglio’.

Uno dei passaggi piu’ cari all’autore: “Il Deserto. Un esperimento di editing in cui i ragazzi hanno raccontato il viaggio con le loro parole e alle quali non ho corretto nulla” ha spiegato Attanasio. Cosi’ l’italiano stentato, le preposizioni che saltano, i verbi all’infinito hanno restituito tutta l’eroica prova umana di questi bambini.

“Sono persone, sono bambini” ha detto padre Mazas, direttore esecutivo del Cortile dei Gentili, che ha ricordato le attivita’ che il Cortile, presieduto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, promuove sul fronte dell’integrazione, dell’intercultura e del dialogo credenti-non credenti che e’ la prima missione culturale del Cortile. “Sosteniamo l’onlus ‘Sport senza frontiere’ che aiuta genitori e bambini che hanno vissuto l’incubo del viaggio in mare e magari del naufragio a riacquistare acquaticita’ con corsi gratuiti, e poi ancora la mostra nata da Mohamed Keita e Marco Pieroni e laboratori nelle scuole per sensibilizzare i giovani a una corretta narrazione dell’immigrazione”.

I PROTAGONISTI DE “IL BAGAGLIO”

Media e politica sono i due protagonisti che ‘Il Bagaglio’ di Luca Attanasio chiama in causa. “Il Parlamento europeo si e’ mosso, ma ha una potesta’ limitata che si infrange contro un governo – il Consiglio dei ministri europeo – che e’ sovranista”. Lo ha spiegato con chiarezza l’europarlamentare Silvia Costa che ha ribadito la criticita’ di non avere “una politica immigratoria comune”, le risoluzioni e raccomandazioni che non bastano e la necessita’ di aprire le “vie legali all’immigrazione anche per migranti economici”.

LA STORIA DI MOHAMED KEITA

E’ accaduto cosi’ anche a Mohamed Keita che per “11 mesi- come ha ricordato nel suo racconto- e’ rimasto intrappolato in Libia. Il suo bagaglio erano gli abiti portati addosso e alcune foto nascoste dei suoi genitori ormai morti. L’ultima volta che li vede e’ il giorno in cui un trafficante a sfregio gliele trova in tasca e le butta in mare. Cosi’ Mohamed li ha tenuti solo nella sua mente. E oggi con il suo laboratorio in Costa d’Avorio e’ tornato per restituire come “era sua dovere fare” ha ribadito. Il suo bagaglio, quella storia che “non ti fa dormire la notte” come ha detto Nello Scavo, tra prigioni, deserto, percosse e solitudine, oggi e’ il “futuro, quell’occasione- ha concluso Luca Attanasio- che non possiamo perderci”.

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