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“Alziamo la voce”, domani manifestazione per l’E45 contro il governo: “Ci ripensi”

A San Piero in Bagno sindacati e imprese in piazza contro il Governo, che ha deciso di negare lo stato di emergenza chiesto da Emilia-Romagna, Toscana e Umbria per la chiusura dell'E45

Pubblicato:12-04-2019 06:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:20

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BOLOGNA – Visto che a distanza di tre mesi dalla chiusura del viadotto Puleto sulla E45 “l’unica risposta del Governo è stata un niente di fatto”, sabato mattina sindaci, associazioni di categoria e di imprenditori e lavoratori dei territori colpiti saranno a San Piero in Bagno, in provincia di Forlì-Cesena, per una manifestazione pubblica. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Comune di Bagno di Romagna sulla sua pagina Facebook, invitando tutti alla partecipazione.

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“Sarà l’occasione di alzare la voce e far sentire le parole di un territorio che non può meritare indifferenza– si legge ancora sul social- l’unità e la coesione di Comunità in queste occasioni fanno la differenza, quindi partecipiamo attivamente”.


L’appuntamento è alle 11, in piazza Martiri 1 a San Piero in Bagno, dove sono previsti gli interventi dei sindaci del territorio, delle associazioni di categoria e le imprese.

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IN PIAZZA LA RABBIA DI SINDACATI E IMPRESE

Ci saranno praticamente tutti e saranno fianco a fianco, sabato prossimo a San Piero in Bagno per chiedere al Governo di cambiare idea sullo stato di emergenza, perchè negarlo ha significato dire no a ” interventi di sostegno economico per aziende e cittadini del territorio interessato”.

Cgil, Cisl e Uil territoriali, Cna Forlì-Cesena, Confartigianato Cesena, Confcommercio Cesena, Confesercenti Cesenate, Legacoop Romagna, Rete Pmi Romagna, parlano di una scelta che “lascia attoniti e stupiti“, perché “è incontestabile che centinaia di imprese e migliaia di cittadini stiano vivendo un momento di grandissima difficoltà e che un intero sistema imprenditoriale, già messo a dura prova dalla congiuntura, rischi la propria sopravvivenza, è per noi un dato incontestabile”. Per sindacati e associazioni di categoria, poi, “è altrettanto certo che si tratti di una situazione di emergenza assoluta, determinata dall’incuria di altri rispetto ad un vitale asse viario”. Dicono di non conoscere cosa abbia determinato la posizione del Governo “rispetto a quelli che avevano fatto spendere parole di impegno e vicinanza a ministri e sottosegretari della stessa compagine”, ma ricordano che all’indomani della visita sul viadotto Puleto del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, fu deciso di revocare una protesta, anche per “evitare strumentalizzazioni a fini politici”.

a questo, sindacati e associazioni si chiedono “cosa abbia impedito di avviare i cantieri sulla viabilità alternativa all’E45 così come promesso”.Una cosa, comunque, è certa, proseguono: “La risposta del Governo inadeguata rispetto alle dimensioni del problema” e “voogliamo ancora credere che sia possibile riconsiderare le posizioni assunte”.

L’iniziativa organizzata a San Piero in Bagno per sabato, concludono, è “l’occasione giusta per sensibilizzare nuovamente circa le reali dimensioni del problema e sulle conseguenze che ha determinato e determinerà in misura maggiore nei mesi a venire”. Per questo “invitiamo tutti gli attori del nostro territorio ad essere presenti, esprimendo attraverso una voce unica la richiesta di non essere lasciati soli”.

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LE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI

Intanto, alla Camera, proseguono le interrogazioni dei parlamentari sulla vicenda del viadotto e sulla decisione del Governo che ha negato lo stato di emergenza nazionale.

Galeazzo Bignami, Simona Vietina, Stefano Mugnai e Felice Maurizio D’Ettore, infatti, nel ripercorrere i fatti a partire dal 16 gennaio, (quando la Procura di Arezzo ha deciso la chiusura del Puleto) parlando di “ripercussioni estremamente critiche su tutta la viabilità della zona”, e problemi per le imprese e all’economia del territorio “duramente colpiti dalla chiusura parziale del viadotto”.

I parlamentari chiedono dunque se il Governo “intenda comunque individuare quanto prima opportune iniziative di sostegno alle imprese e ai tanti operatori economici danneggiati”, quali iniziative “urgenti si intendano adottare rispetto alla scarsa manutenzione” della strada e quali siano i motivi per cui non si è deliberato lo stato d’emergenza.

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