NEWS:

Giro: “Attacco a Medici senza frontiere a Kunduz fu errore della Nato”

Il governo italiano riconosce che il bombardamento dell'ospedale fu frutto di "numerosi errori e falle procedurali" da parte del comando Nato in Afghanistan

Pubblicato:12-04-2016 13:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp
Foto di Aurelie Baume/Medici senza frontiere

Foto di Aurelie Baume/Medici senza frontiere

ROMA  – Il governo italiano riconosce che il bombardamento dell’ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz, in Afghanistan, del 3 ottobre 2015 fu frutto di “numerosi errori e falle procedurali” da parte del comando Nato operativo in Afghanistan. E lo fa attraverso le parole di Mario Giro, viceministro agli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale. Rispondendo oggi alla Camera all’interrogazione presentata dalla deputata del Partito democratico Sandra Zampa sull’attacco al Kunduz trauma centre (Ktc), in cui persero la vita 30 persone – tra cui 13 membri dello staff medico, 10 pazienti e 7 persone la cui identita’ non e’ stata ancora determinata – il viceministro Giro ha illustrato i risultati emersi a fine novembre dall’inchiesta che la Nato – le cui procedure standard “sono in teoria volte a ridurre al minimo le possibilita’ che vittime civili vengano coinvolte nel corso di operazioni militari” – ha avviato subito dopo l’incidente. Da quell’indagine e’ emerso “un malfunzionamento dei sistemi di bordo”, che insieme agli altri errori procedurali ha indotto l’equipaggio dell’aereo che ha colpito la struttura “a scambiare l’ospedale per la sede locale dell’intelligence afgana, in quel momento occupata dai talebani”. Mario Giro ha inoltre sottolineato che il comandante della missione a guida Nato Resolute support e delle forze Usa in Afghanistan, il generale Campbell, “ha peraltro confermato che le coordinate dell’ospedale erano state prese in carico dal comando di Resolute support e inserite nell’elenco delle cosiddette no-strike facilitie”. In un primo momento a Msf era stato infatti contestato il fatto di non aver trasmesso questi dati, errore da subito smentito dai responsabili dell’Organizzazione.

Il viceministro Giro ha poi aggiunto che l’inchiesta Nato ha messo in luce “una chiara violazione delle regole di ingaggio da parte del comandante delle forze speciali che ha ordinato l’attacco, rispondendo alla richiesta di aiuto delle forze di sicurezza afgane”, e ha tenuto a ribadire che “tutto il personale piu’ direttamente coinvolto nell’episodio e’ stato sospeso dal servizio in attesa della formalizzazione dei provvedimenti amministrativi e disciplinari, nonche’ eventualmente della giustizia ordinaria”. I risultati di questa indagine non si discostano di molto da quelli raggiunti dal team congiunto Nato-Afghanistan, elemento utile per Giro a sottolineare “la piena volonta’ di tutte le parti coinvolte di acclarare gli eventi bellici che hanno condotto all’attacco e di accertare le relative responsabilita’, a prescindere- aggiunge il viceministro- dall’avvio di una commissione internazionale indipendente d’inchiesta da parte delle Nazioni Unite”. In conclusione, Mario Giro ha voluto sottolineare ancora che l’Italia “riconosce pienamente l’alto valore dell’operato svolto da Msf” in Afghanistan e ricordato che il Governo “ha espresso vivo rammarico per la tragedia, definita dal Ministro Paolo Gentiloni ‘un errore tragico ed ingiustificabile'”. Onde evitare che “simili tragedie possano ripetersi”, conferma la volonta’ da parte del Governo di “sostenere in ambito Nazioni Unite, anche in raccordo con i partner dell’Unione europea, la necessita’ che venga integralmente garantito il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario nei conflitti in corso, condannando fermamente eventuali violazioni perpetrate dalle parti”. Subito dopo l’attacco Medici senza frontiere assicuro’ che, nel rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario, aveva raggiunto l’accordo con tutte le parti coinvolte nel conflitto di rispettare la neutralita’ della struttura. Dopo l’attacco la presidentessa internazionale di Msf Joanne Liu dichiaro’: “Noi abbiamo rispettato gli accordi. Il centro traumatologico di Kunduz era un ospedale pienamente funzionante e al momento degli attacchi aerei erano in corso degli interventi chirurgici. Il divieto di ingresso alle armi nelle strutture di Medici senza frontiere e’ stato rispettato e il personale ospedaliero aveva il pieno controllo della struttura prima e durante attacchi aerei”.

di Alessandra Fabbretti


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it