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Lavoro, Furlan: “Sui voucher non serve il referendum, basta una legge”

ROMA - Sui voucher "non serve un referendum

Pubblicato:12-01-2017 10:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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ROMA – Sui voucher “non serve un referendum basterebbe una legge di due righe”. Lo ribadisce il segretario nazionale della Cisl, Anna Maria Furlan all’indomani della decisione della Consulta, che ha giudicato ammissibili i referendum abrogativi proposti dalla Cgil su voucher e appalti, respingendo invece quello sull’articolo 18.

Bisogna tornare all’origine dei voucher quando davvero la legge Biagi li aveva individuati come strumenti del tutto eccezionali per lavori del tutto discontinui- spiega Furlan a margine di un incontro con i delegati dell’Emilia-Romagna a Bologna- quindi noi chiediamo davvero al governo ma anche al Parlamento di affrontare con serietà e subito questi temi. Lo chiediamo da tanti mesi, speriamo che questa volta si possa davvero iniziare un percorso proficuo per il lavoro”


Il verdetto della Corte costituzionale che ha promosso due dei tre quesiti referendari proposti della Cgil, tra cui quello per l’abolizione dei voucher, non deve però interrompere il lavoro unitario fatto con Cisl e Uil. “Dobbiamo continuare con questo lavoro e nel frattempo fare un confronto serie con il governo proprio sul tema del lavoro a partire dai voucher”, aggiunge Furlan.

Noi abbiamo lavorato unitariamente in questi ultimi tempo in modo proficuo. Unitariamente abbiamo portato a casa un buon accordo sulla previdenza e stiamo siglando tutti gli accordi per il nuovo modello contrattuale nonché importantissimi contratti e l’accordo sullo sblocco della contrattazione sul pubblico impiego”, ricorda la sindacalista.


“SULLE PENSIONI ORA FASE DUE, CAMBIARE COSE NEGATIVE PREVIDENZA”

Ora deve partire subito la seconda fase del confronto col Governo sulla previdenza“, continua il segretario nazionale della Cisl.

La Cisl chiede che si ridiscutano alcune cose assolutamente negative- spiega Furlan-: penso a come si calcola oggi l’aspettativa di vita, non differenziando fra lavoro e lavoro, e penso anche ai coefficienti di calcolo per chi andrà in pensione col solo metodo contributivo. Bisogna partire da questa esigenza”.

“Abbiamo concluso da pochi mesi un accordo importante sulla previdenza, nella sua prima fase- ricorda il segretario- abbiamo dimostrato che quando si parla di previdenza e di lavoro si uniscono le generazioni. Col nostro accordo abbiamo dato risposte a tre generazioni: ai giovani, ai meno giovani e agli anziani. Non abbiamo bisogno di scontri fra generazioni, abbiamo bisogno invece di alleanze e solidarietà fra generazioni”.

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