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Sos dalle farmacie: troppo fai-da-te con le medicine

Emerge da studio sulla "intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità", ideato da Unimore e promosso da Federfarma

Pubblicato:12-01-2016 16:23
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:46

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MODENA – Resta ‘complessa’ la relazione tra pazienti e medicinali. Se da un lato risulta diffuso il timore generale di essere sottoposti ad un eccessivo carico terapeutico con possibili interazioni, dall’altro appare piuttosto in voga il fai-da-te, nel modificare le indicazioni del medico o nell’assumere autonomamente ulteriori prodotti.

È quanto emerge da uno studio condotto a Modena sulla “intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità”, ideato dall’Università di Modena-Reggio Emilia e promosso da Federfarma.

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Un campione delle risposte fornite dai cittadini è stato presentato durante un recente appuntamento in città; in generale, si riscontra l’interesse ad acquisire maggiore consapevolezza delle terapie alle quali i pazienti sono sottoposti, e altrettanta disponibilità a discutere di questi aspetti con il farmacista. Ma ciò che risulta abbastanza comune, in particolare, è la tendenza ad assumere, in assenza di controllo, integratori, nutraceutici, prodotti naturali e farmaci da automedicazione, in concomitanza a multiterapie. L’indagine Unimore del resto, fra le prime in Italia per il coinvolgimento delle farmacie territoriali nella raccolta diretta dei dati, nasce proprio dalla consapevolezza che il problema delle interazioni cresce con l’aumentare dei prodotti farmacologici assunti: si calcola infatti che le reazioni avverse siano responsabili del 5% dei ricoveri ospedalieri, in coloro che sono sottoposti a trattamenti multiterapici. Sta di fatto che c’è troppo fai-da-te. “Manca infatti nei pazienti, talvolta, la consapevolezza che questi prodotti, sebbene siano di libero acquisto, hanno valore curativo e possono incidere fortemente sulla salute e intervenire sulla riuscita di altre terapie importanti già in uso”, segnala Federfarma in una nota.

“Lo studio che finora si è sviluppato all’interno delle farmacie, ma che proseguirà con l’analisi dettagliata dei dati da parte di Unimore- spiega Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena- sta per ora portando alla luce una serie di situazioni e comportamenti diffusi nei pazienti, che dimostra l’importanza della relazione e della consulenza qualificata del farmacista”.

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