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Report del Consiglio grande e generale dell’11 dicembre. Seduta mattutina e pomeridiana

Si apre la discussione sul Bilancio previsionale, che vedrà susseguirsi 66 interventi. Il segretario di Stato Capicchioni annuncia che il disavanzo di 16 milioni sul 2016 dovrà essere ridotto a 10

Pubblicato:11-12-2015 16:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:42

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SAN MARINO – I lavori odierni ripartono con l’apertura del dibattito sul Bilancio previsionale per il 2016 in cui sono previsti 66 interventi. I primi a prendere la parola sono sette segretari di Stato, anticipati naturalmente da Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze. Lo stesso rivela che nel corso dell’esame del provvedimento, tramite gli emendamenti che saranno presentati, il disavanzo stimato per 16 milioni di euro sarà ulteriormente ridotto. “Abbiamo presentato il previsionale del 2016 con un disavanzo di 16 milioni e qualcosa- spiega infatti- lo ridurremo a poco più di 10 milioni con interventi che andremo discutere, con emendamenti”, in modo da essere “in linea con gli esercizi precedenti”.

Tra i consiglieri intervenuti: Andrea Belluzzi, Psd, che sollecita di passare dalla stesura alla concretizzazione dei progetti: “Se non si fa questo passo avanti siamo perduti- esorta- affrontiamo il 2016 con questa coscienza”. Marco Gatti, Pdcs, sottolinea che il Bilancio presentato è “il terzo di fila che chiuderà positivamente” ma riconosce la “forte mancanza di scelte politiche”. Contraria tutta l’opposizione: Ivan Foschi, Su, punta il dito su un provvedimento “rinunciatario, di basso profilo e senza prospettiva di crescita”. Sulla stessa linea anche Franco Santi, C10 che lo definisce “una dichiarazione di sconfitta per manifesta inferiorità”. La mancanza di una visione unitaria da parte dei rappresentanti dell’esecutivo è evidenziata da Marco Podeschi, Upr: “E’ inutile stare dentro il Congresso di Stato- lamenta- se ci sono nove persone con nove politiche e visioni differenti”. Lo stesso rilievo è mosso da Elena Tonnini di Rete: “Le segreterie di Stato ragionano su come togliersi l’osso l’una all’altra- manda a dire- il che si traduce in interventi contraddittori”. La Finanziaria non piace neanche a Paolo Crescentini, Ps, perché “ricalca l’attività di governo vuota e contraddittoria di questi anni”. Infine, sul fronte della maggioranza, Maria Luisa Berti, Ns, plaude alla politica di riduzione della spesa pubblica che “ha portato i suoi frutti” ma “il rigore e la politica di spending review- prosegue- non sono assolutamente terminati”. E ancora: “Emendamenti di carattere clientelare- assicura- da parte nostra non verranno sostenuti”.
I lavori si sono interrotti a dibattito in corso, gli ultimi interventi proseguiranno nella seduta di lunedì mattina.
Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 7. Provvedimenti in esecuzione della legge 18 Febbraio 1998 n. 30 “Norme Generali sull’Ordinamento contabile dello Stato”: a) Rendiconto generale dello Stato e degli Enti pubblici per l’esercizio finanziario 2014 (II lettura); b) Progetto di legge “Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2016 e Bilanci Pluriennali 2016/2018 (II lettura)”.


Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Vorrei partire dal percorso che San Marino ha fatto negli ultimi anni. Dalla crisi del 2009 in poi, determinata da fattori internazionali, ma anche dal rapporto con l’Italia e nello specifico con il Mef. Con lo scudo fiscale San Marino ha dovuto subire una contrazione con un deflusso notevole di risorse in un comparto per noi importantissimo per quello che riguarda il gettito. Veniamo da esercizi con disavanzi importanti. Siamo riusciti, agendo sulla spesa e con riforme come le imposte indirette, a stabilizzare i conti pubblici. Infatti il rendiconto 2014 presenta addirittura un avanzo. Forse anche nel 2015 avremo qualcosa di avanzo. Il previsionale del 2016 lo abbiamo presentato con un disavanzo di 16 milioni e qualcosa, lo ridurremo a poco più di 10 milioni con interventi che andremo discutere, con emendamenti. Siamo in linea con gli esercizi precedenti. La stabilità è la condizione per dire che possiamo intraprendere le fasi di intervento per lo sviluppo e gli investimenti. Zeppa due sere fa ci chiedeva se avevamo il coraggio di dire che il Paese è in crisi. Non ho difficoltà nel dirlo, è sotto agli occhi di tutti. Basta percorrere la superstrada, ci sono attività chiuse e locali in affitto. Siamo lontani dalla ripresa. Ci sono però segnali di timida ripresa. Fra pochi giorni aprirà un operatore economico importante dove sono assunti circa 50 dipendenti. Darà una boccata d’ossigeno anche in termini di gettito d’imposte. Dobbiamo rivolgerci verso l’esterno per attrarre investimenti. Per farlo non è più sufficiente il differenziale fiscale. Dobbiamo dare risposte certe, in termini di giustizia e burocrazia. In quanto tempo viene risolto un contenzioso a San Marino? I nostri tempi sono tali da non rassicurare l’investitore. I tempi sono troppo lunghi. Vanno accorciati. Le risposte della Pubblica Amministrazione devono essere certe e celeri. Dobbiamo portare a compimento le riforme delle imposte indirette. Il nostro sistema monofase non è sufficiente, non dà certezze per l’operatore economico. Abbiamo necessità di andare verso l’approvazione del sistema Iva, riconosciuto in oltre 160 Paesi nel mondo, dove è applicato. Vogliamo realizzare il passaggio all’Igc. Al gettito dell’imposizione indiretta è mancato un comparto essenziale, che in altre realtà contribuisce in maniera importante. Non lo dobbiamo esentare, come abbiamo fatto. E’ necessaria un’altra grande riforma, quella del sistema previdenziale. Oggi i fondi pensioni, per il quale il governo ha istituito un gruppo di lavoro, è fra le sfide che abbiamo di fronte. Gravano in maniera sostanziosa sul bilancio dello Stato. Senza i fondi pensione i conti pubblici avrebbero un avanzo e si potrebbero ripianare le perdite degli anni precedenti. Dobbiamo riequilibrare le uscite del bilancio dello Stato per il sistema previdenziale”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “Nel definire il bilancio definiamo lo stato dei conti pubblici e la prospettiva nei confronti della vita interna del Paese dal punto di vista economico e sociale. Siamo finalmente entrati in una fase in cui il bilancio ha sempre meno bisogno di interventi straordinari. Significa che le riforme di questi anni gradatamente stanno dando stabilità ai conti. Il 2015 si avvia ad avere un pareggio di bilancio. La prospettiva per il 2016 va nella stessa direzione. Le previsioni di ripresa economica hanno indici positivi, ma sotto l’uno o il due percento. Più che ripresa si parla di stabilizzazione. Non abbiamo espedienti per evitare la crisi generale. Sviluppo e ripresa non avrebbero senso con un bilancio in deficit. Il debito pubblico in passato ha vanificato le nuove entrate che una lieve ripresa economica metteva in campo. Non è un bilancio rivoluzionario, ma non lo potrebbe essere. Non abbiamo trovato una pentola magica in uno dei nostri poderi. Stiamo affidando la nostra ripresa a una scelta di internazionalizzazione molto importante. Il respiro della nostra ripresa è fatto di una maggiore apertura. Per stare sul mercato San Marino deve essere competitivo. Serve un cambiamento culturale, un alleggerimento della burocrazia, un sistema rigoroso di controlli. La nostra tendenza è il contrario, ci fidiamo poco, creiamo tanta burocrazia a chi vuole operare e poi non facciamo i controlli. Occorre anche aumentare la sinergia pubblico – privato, non con la privatizzazione, ma con l’erogazione di servizi da parte dello Stato tenendo conto che non spetta tutto allo Stato. C’è una iniziativa che deve venire dall’impresa. Per i nostri agenti diplomatici le risorse si sono ridotte, in alcuni capitoli chiave le riduzioni sono state del 40%”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Sono preoccupata per come vanno le cose nel Paese. Siamo in una situazione di grande incertezza che ci impedisce di fare scelte ragionate in settori in cui siamo in sofferenza. Abbiamo ridotto gli sprechi, ma facendolo ci sono uffici in sofferenza, che fanno fatica ad andare avanti. O lo Stato copre tutti i settori, oppure è meglio dire che non li possiamo più coprire. Occorre affrontare i problemi della riforma pensionistica, soprattutto per i giovani che sono precari. Il 2016 deve essere un anno di riforme forti, di prospettiva. Sono in cantiere riforme significative, la legge sugli appalti ha già avuto un primo avvio alle categorie, conterei di portarlo in prima lettura in gennaio. Ciò vale anche per il testo in materia edilizia e urbanistica, che necessita di essere rivisitato. Sul piano sanzionatorio non si è rivelato efficace. Nei primi mesi del 2015 questo tema va affrontato, con una normativa adeguata ai tempi che premia chi rispetta la legge e punisce chi pensa di violarla. In materia di agricoltura c’era un impegno per dei progetti di legge portati avanti dalla società civile, sul biologico, su una volontà di fare di San Marino un Paese modello da questo punto di vista. L’Unione Europea su questo tema sta modificando la normativa interna, noi osserviamo con interesse. Avremo un borsista che si occupa del biologico supportando l’ufficio agrario. Le telecomunicazioni sono una priorità assoluta. Abbiamo deciso che le reti devono essere di proprietà pubblica, fibra ottica come mobile. Possiamo ragionare con gli operatori, scegliendo in autonomia. Mi rendo conto che oggi più che mai sul piano della trasmissione dei dati non siamo avanzati. Nel 2016 avremo dei risultati evidenti. Sull’internazionalizzazione il corso attivato in collaborazione con l’università ha ricevuto apprezzamento dai giovani sammarinesi. Questo è un primo passo, per me è motivo di soddisfazione”.

Iro Belluzzi, Segretario di Stato per il Lavoro: “Dobbiamo comprendere che purtroppo i frutti della deregulation ci portano a dover ricostruire un Paese. La crescita è stata disorganica in mille settori, penso a quello bancario, cresciuto su presupposti che non potevano garantire stabilità. Montecarlo nonostante gli scudi non è stata intaccata. Noi invece dobbiamo tenere in sicurezza un settore cresciuto su basi incomprensibili. Sono passati due lustri, ma i danni di 10 anni fa li paghiamo ancora adesso. Penso al settore immobiliare, cresciuto senza regolamentazione, con mille abusi da gestire. Gli abusi edilizi hanno ripercussioni anche sull’avvio di attività imprenditoriali. I dati sul 2015 segnalano 341 procedure di mobilità, coinvolti 1.023 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro nell’anno corrente. Serve la riforma dell’amministrazione della giustizia con procedure più veloci. Le procedure dell’amministrazione sono farraginose e rallentano chi vuole fare impresa. Ciò comporta un onere eccessivo per tutta la collettività”.

Giancarlo Venturini, Segretario di Stato agli Affari Interni: “Dobbiamo tenere conto della crisi internazionale che ha coinvolto inevitabilmente San Marino. Nonostante ciò, grazie agli interventi posti in essere in questi anni dal governo, possiamo dire che il bilancio 2016 comincia a reggersi con le proprie gambe. La spending review ha permesso di intervenire su costi e spese senza intervenire sul sistema pensionistico, sul quale dobbiamo capire perché il contributo dello Stato è così importante. Non si può proseguire in un trasferimento così oneroso per lo Stato, per il 2016 sono previsti 17 milioni di euro. Per il 2016 si punta a chiudere l’esercizio con un avanzo. Il processo di riforma della Pa è iniziato anni fa. La Centrale unica acquisti ha visto l’accorpamento del personale addetto all’espletamento delle gare d’appalto nella Pa allargata, consentirà di redigere tipologie di gare con un contenimento significativo della spesa. Parallelamente, rispetto al 2014 si è registrato un abbattimento del 50% delle scorte di magazzino. Gli appalti sono stati razionalizzati, ciò ha portato nell’anno in corso a un ulteriore risparmio del 30%. Sono risultati che vengono indicati e segnalati dalla funzione pubblica. Sul personale la proposta di fabbisogno potrà dare ulteriori risultati. Altro tassello è la formazione del personale, fondamentale a tutti i livelli, il governo a proposito ha adottato una delibera per le linee guida sulla formazione triennale dei dipendenti, di dirigenti e di altri settori. Sulla giustizia sono stati molti gli interventi negli ultimi anni, nell’ottica di trasparenza, lotta al terrorismo e alla corruzione. Serve reclutare ulteriori magistrati”.

Giuseppe Morganti, Segretario di Stato per la Cultura: “Servivano fondamenta per la ripresa. La nuova Igr è già stata realizzata, generando apprezzamenti internazionali. Funziona. La stabilità dei conti pubblici è il secondo pilastro fondamentale. E’ un risultato a portata di mano. Ora c’è da generare il pilastro dell’Imposta generale sui consumi, le imposte indirette che vanno riformate. Poi c’è il percorso verso l’Europa. Il negoziato è iniziato. Le prospettive sono interessanti. C’è il discorso della stabilità del sistema bancario. Con l’ultima legge di variazione di bilancio si è agito sulla ripatrimonializzazione. C’è un emendamento di un gruppo di opposizione che vedo positivamente, che stimola il ritorno di capitali nel nostro territorio. Sul settore di mia competenza siamo soddisfatti del lavoro fatto dalle scuole. Il percorso sull’inclusione è molto efficace. Ricordo il grande lavoro fatte sulla dislessia e i disturbi specifici. E il bellissimo lavoro sul plurilinguismo. Ci attendono due sfide: il discorso sull’aggiornamento dei curricula scolastici, e quella sul nuovo polo scolastico di Fonte dell’Ovo, che è fra le priorità degli investimenti pubblici futuri. L’università ha risparmiato molti soldi. Dalle Finanze se ne sono accorti e hanno chiesto interventi di taglia e cuci. Aveva stanziamenti fino a 3 anni fa di quasi 4 milioni, oggi ne ha 3 e fa politiche di sviluppo. Si pensa all’apertura di due nuovi corsi di laurea”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “La Legge di Bilancio è dimostrazione che maggioranza e governo in mezzo a mille difficoltà cercano di portare fuori il Paese dalla crisi. Il bilancio riflette la tendenza all’equilibrio finanziario del Paese, pur in presenza del continuo indebitamento. A febbraio 2014 eravamo in black list, dire che ora abbiamo segnali di ripresa, a distanza di un anno, non sarà un risultato, ma faremmo un errore a non considerarlo. E’ un Paese che ha bisogno di persone costruttive e di fiducia, non di paura e caos crescente, come qualcuno tende a portare, è un Paese che tende ad un equilibrio nuovo dopo il cambiamento radicale della sua economia, non va tutto bene, la sfida è complessa ma serve continuare a costruire il percorso di tenuta e stabilità, essenziali per riorganizzare i servizi, cambiare le regole, lavorare in trasparenza, ridare credibilità alla politica e alle persone. Ci sono situazioni rallentate dalla politica, per esempio l’introduzione dell’Iva su cui bisogna decidere come intervenire perché un settore non perda a vantaggio di altri, poi il come riorganizzare il sistema pensionistico che, nonostante la riforma del 2011, dopo la crisi è da rilanciare e rendere ancora più stabile per le nuove generazioni. E da gennaio dovremo aprire un tavolo di lavoro in termini politici e sociali, a livello tecnico è già aperto. Ma anche qui c’è stato un lavoro di tenuta e stabilità. Certe riforme vanno fatte senza aggravare lo stato di crisi. La coalizione, in mezzo a mille difficoltà, è riuscita a garantire equilibrio al Paese e da questo risultato Bene comune, fino a fine legislatura e anche dopo, deve partire per rilanciare tutti i settori. Su questo si deve concentrare anche il governo. Il mio settore, quello della sanità, riflette queste considerazioni. E’ stata grande sfida mantenere servizi e aprirne nuovi, ci sono iniziative nuove, come la casa di riposo di cui parleremo presto in Aula, la riorganizzazione della Medicina di base, nuovi settori si stanno riorganizzando, la legge sulla disabilità ha un lavoro importante da fare con i decreti attuativi. C’è tensione nel mantenere un equilibrio nella complessità della crisi e nel lanciare nuove iniziative che garantiscano sicurezza sociale. Facciamo una riflessione quindi su quello che siamo stati in grado di assicurare come governo e maggioranza, pur nelle complessità. Nei prossimi mesi dovrà esserci la capacità di governo e maggioranza di essere più decisi, veloci e anche più solidali nel portare avanti progetti che meritano fiducia che, per certi versi, è mancata in alcuni momenti di questa legislatura”.

Andrea Belluzzi, Psd: “In questo bilancio ci sono segnali positivi, in primis, il pareggio strutturale senza misure straordinarie, poi gli investimenti previsti, che però sono ancora solo enunciati, non mettiamo a fuoco quali cantieri attivare. Ma la mia critica vuole essere costruttiva per procedere a pianificare le opere in cui investire per il prossimo anno. Guardiamo avanti con fiducia per fare le cose. La sfida è quella di superare il momento della stesura dei progetti e passare alla loro concretizzazione. Se non si fa questo passo avanti siamo perduti. Affrontiamo il 2016 con questa coscienza. Sui risparmi ci sono segnali preoccupanti e vengono da chi ha la delega alla sanità che deve avere il confronto con la maggioranza perché a lui spettano le sfide più difficili. L’intervento del 2011 sulle pensioni non è stato lungimirante, se dopo 5 anni siamo a dirci che non è più rinviabile mettere mano alla situazione se vogliamo dare futuro all’istituto di cui abbiamo celebrato l’anniversario della nascita di recente. L’altra sfida che ci aspetta è quella di riconsiderare la legge di sviluppo, fare valutazioni politiche su quello che c’è in altri Paesi e tararla di nuovo per consentire a più imprese di nascere”.

Marco Gatti, Pdcs: “E’ un bilancio in continuità con quelli precedenti e il terzo di fila che chiuderà positivamente, come il 2014, quindi il 2015 stimiamo che chiuderà positivamente e così anche per il 2016 prospetta una chiusura positiva. Significa che gli interventi strutturali posti in essere- la spending review, la riorganizzazione dei servizi, la riforma fiscale- seppur in un momento di crisi economica forte, hanno portato il Paese ad avere bilanci in equilibrio. Sono aspetti positivi che mi piacerebbe sentire dalla maggioranza con un po’ più di entusiasmo perché nulla è scontato. Ma una critica la farei: che tipo di bilancio è? Oggi è assolutamente tecnico ed è mancante di un qualcosa, di forte scelte politiche, si basa di una previsione di entrata che tiene conto della contingenza economica, la ridistribuisce nei capitoli di spesa e si ferma lì. Sappiamo che il Paese ha bisogno di interventi infrastrutturali e le scelte politiche guardano a consentirle. La mancanza di scelte politiche dipende anche dal momento. Lo abbiamo detto poco tempo fa, se le forze che compongono la maggioranza non hanno una prospettiva di medio termine, non è possibile portare avanti progetti di respiro. Non si può procedere con interventi calati dall’alto, serve una maggioranza fortemente coesa che ha prospettiva di medio periodo. Noi qualche mese fa abbiamo denunciato una carenza su questo perché ci si sta avvicinando alla scadenza elettorale. Purtroppo non abbiamo riscontrato la stessa convinzione che la maggioranza ha fatto molte cose, convinzione su cui si deve basare la futura coalizione. I risultati sono arrivati perché c’è stata la capacità di parlare con la gente e di portare interventi strutturali di cui il Paese ha bisogno. Sul fondo pensioni sulla riforma mercato lavoro, sulle imposte indirette servono interventi, ma vanno condivisi il più possibile. Le cose sul tavolo di maggioranza possono trovare una sintesi, in modo che la seconda lettura di questo bilancio possa poi portare a scelte politiche forti”.

Simone Celli, Ps: “Dall’intervento del segretario Pdcs mi sembra di capire che regga una certa confusione in maggioranza a poche ore dalla discussione di legge bilancio. Non mi stupisce, ma mi preoccupa perché stiamo discutendo della legge più importante dell’anno Sul bilancio: da un lato c’è stato un percorso di risanamento delle finanze pubbliche, ma d’altra parte questo percorso è stato deciso incidendo sulle spese per le infrastrutture e sugli investimenti. La spesa corrente si aggira ancora al 90% ed è così da decenni, mentre in cinque anni bisognerebbe portarla al 70%. Qui serve una scelta politica chiara. Il disavanzo: è vero che il 2014 chiude in positivo, per il 2015 si parla ancora di un dato positivo, ma il 2016 ancora oggi presenta un deficit. D’accordo con Marco Gatti che la proposta del governo è coerente con le scelte economiche di questa legislatura, ma non è certo soddisfacente. Manca un disegno di prospettiva, si ragiona su provvedimenti una tantum. Ad inizio legislatura abbiamo discusso del documento dello spending team con una serie di raccomandazioni per aggredire la spesa pubblica improduttiva che oggi restano lettera morta. Il governo ha scelto invece di fare tagli lineari. Sul fabbisogno di PA e Iss non si scherza, se l’impostazione sarà sempre quella clientelare, da parte mia ci sarà un contrasto ferreo. Troppo poche sono le risorse stanziate per le famiglie bisognose, mi auguro ci possano essere incrementi di queste voci. Disattenzione sulla green economy. Mi piacerebbe confrontarmi in Aula su un piano shoccante di eliminazione della burocrazia Pa che servirebbe per attirare imprese”.

Ivan Foschi, Su: “E’ un bilancio rinunciatario, di basso profilo e senza prospettiva di crescita. Si tende sempre a minimizzare il peso del debito ma la commissione di controllo sulla Finanza Pubblica ha evidenziato una serie di criticità. C’è poco da parlare di bilancio in pareggio. La fase di sviluppo è il grande punto interrogativo su cui la maggioranza dovrà rispondere. Non sono stati rispettati gli impegni presi in passato. Come va interpretata l’ennesima bocciatura da parte dei sindaci del bilancio dell’Iss? L’Iss non è può essere una provincia autonoma all’interno dello Stato. Sono insufficienti gli investimenti approvati di recente sulla legge di spesa. Non c’è stato alcun investimento di rilievo ad eccezione del Polo del Lusso i cui benefici occupazionali sono tutti da verificare”.
Franco Santi, C10: “Quando ho letto il previsionale per il 2016 mi sono detto “’questa è una dichiarazione di sconfitta per manifesta inferiorità’. Un bilancio tecnico infarcito di rinvii. La relazione della commissione di controllo della Finanza Pubblica è un atto d’accusa molto puntuale. La commissione dice che ‘il trend decrescente della liquidità in cassa unitamente all’entità del debito pubblico raggiunto ci porta a ritenere non più procrastinabile un efficientamento dei documenti contabili’. Dobbiamo puntare sulla spending review. Ma su quale posta di bilancio? La spesa per gli investimenti è già stata tagliata. Rimane la spesa corrente. Il Governo non ha dato le gambe ad una politica di riduzione della spesa per il personale. Una P.A. più leggera e capace. Principe di questa famigerata riforma è il cosiddetto Fabbisogno del Personale che però ancora non c’è. Sono tre anni che l’aspettiamo. Trascinare le situazioni e rimandare le scelte in contesti come il nostro, di crisi, è folle e irresponsabile. Altra leva su cui il Governo ha speso promesse è quella dello sviluppo. Tanti provvedimenti e annunci in questi tre anni ma un bilancio deludente. Noi abbiamo ripetutamente avanzato proposte denunciando le mancanze del Governo”.

Marco Podeschi, Upr: “Presentarsi al dibattito senza avere una proposta nuova rispetto alla prima lettura ed affrontare un dibattito politico su quello che è stato portato in prima lettura significa che c’è qualcosa che non va. Cosa è successo da ieri sera a questa mattina? Un segretario di maggioranza ha detto che ci sono visioni molto diverse sul futuro del Paese all’interno della maggioranza. Prima abbracciate Arzilli dicendo che non è solo e poi in Aula si respira un’aria di crisi di Governo. Io chiederei ai colleghi un po’ di realismo politico: o siete una squadra oppure si va verso un’altra soluzione. E’ inutile stare dentro il Congresso di Stato se ci sono 9 persone con 9 politiche e visioni differenti. Quello che posso dire oggi è che rispetto a un mese fa non è cambiato niente. Noi abbiamo messo a disposizione nostri emendamenti e siamo aperti al dialogo”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Questo è un bilancio che dopo anni di deficit arriva a un risultato economico completamente diverso. L’obiettivo che si pone la maggioranza è di chiudere il bilancio in attivo o perlomeno in pareggio. Dopo tanti anni mettere in sicurezza il bilancio dello Stato è un grande risultato. Ma abbiamo altri obiettivi da raggiungere: rilanciare il Paese verso una crescita economica. Verso quella crescita economica che ancora non è quella che ci aspettiamo. La responsabilità di questo è anche della maggioranza. Con questo bilancio facciamo partire un progetto importante che è quello delle infrastrutture. Camera di Commercio va completamente rivista: diamogli gli strumenti per attrarre investitori. Inutile fare le leggi se poi non vengono promosse fuori. Per quanto riguarda il sistema pensionistico è necessario intervenire il prima possibile. Per i forensi è necessario dare loro la possibilità di acquistare a san marino una seconda casa”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “L’economia sammarinese mostra qualche segnale di ripresa grazie a interventi che hanno permesso di ridurre il disavanzo. Nel 2014 abbiamo chiuso il bilancio con un avanzo di quasi 4 milioni di euro: segno di speranza per il Paese e conferma del buon lavoro fatto dalla maggioranza. In questi tre anni l’Esecutivo ha lavorato per il contenimento della spesa pubblica. Si è intervenuti sulla riduzione delle spese di indennità. Un impegno su tutta l’amministrazione che è ancora in corso e che porterà risultati in tempi brevi. Nel 2016 si darà poi attuazione al Piano pluriennale degli investimenti. Azioni coraggiose che hanno una visione di lungo periodo. Un bilancio che ci dà speranze. Ci sono settori in cui si può ancora risparmiare, inclusa la sanità. La nostra struttura ospedaliera potrebbe ampliare il proprio bacino di utenza ai non residenti e incrementare così le entrate. Gli investimenti in educazione e formazione costituiscono i due maggiori pilastri dell’investimento sociale. Gli investimenti in cultura e formazione giovani possono costituire una prima risposta alla richiesta di occupazione. Credo che anche la politica possa giocare un ruolo importante mettendo in piedi investimenti importanti che possano dare certezze lavorative ai nostri giovani”.

Mimma Zavoli, C10: “A questo Governo manca coraggio. Non ha una visione di insieme. Nella Finanziaria di quest’anno si rispecchia questa inconsistenza e questa mancanza di progettualità. C’è un grave problema di armonizzazione tra questo disorientato Governo e la maggioranza. Il programma trionfalistico presentato alla cittadinanza nel 2012 è rimasta una lettera scritta ma mai attuata. Mi auguro che la cittadinanza si ricordi bene del modo di procedere di questa maggioranza. In moltissime occasioni abbiamo notato questo scollamento. Assistiamo al disvelarsi di diverse anime della maggioranza. Movimenti che coinvolgono anche il partitone. Che di granitico ha soltanto il nome. Uno dei leitmotiv ascoltati è che la P.A. non funziona, non coopera e non è al passo con le esigenze. Sono d’accordo sul fatto che la P.A. necessità di una riprogettazione. A nostro avviso deve essere un asset importante su cui il Paese deve girare. Ma la maggioranza non ci pensa minimamente a gettare le basi di quel fabbisogno che dovrebbe partire dai progetti a medio-lungo periodo. Abbiamo ascoltato dichiarazioni contrastanti e noi siamo preoccupati per questa difficoltà di portare avanti un progetto comune che vede nelle Segreterie di Stato punti di riferimento che dovrebbero collaborare e cooperare. Noi non vediamo questa volontà. Ognuno invece prosegue sulla strada che si è dato ma non che ha pensato. Ci sono fibrillazioni evidenti. E noi non siamo fuori dalla crisi. Siamo un Paese che si sta impoverendo”.
Michele Muratori, Psd: “Ho avuto modo di esaminare parecchi emendamenti dell’opposizione, molti li ho trovati innovativi e darò loro attenzione dando la mia disponibilità in Aula”.

Roberto Ciavatta, Rete: “La legge di bilancio è diventato un contenitore in cui ogni segretario cerca di far inserire le questioni che stanno a cuore alla sua segreteria, in cui inserire tutto quello di cui non si ha voglia di discutere in altra sede. Anche i consiglieri iniziano a mettere nella legge di bilancio articoli che nulla hanno a che fare con il bilancio. Mentre provvedimenti che periodicamente sono proposti dall’opposizione e accolti sono poi cancellati o non vengono applicati creando caos e dispersione delle norme. Molti interventi sono il solito compitino scritto che riportano tutti gli anni. Interventi di tipo clientelare ci sono: non riesco ad interpretare diversamente la decisione di smettere di decurtare il 10% del gettone di commissioni, enti e Cda, mantenendo il taglio invece per gli straordinari per le forze di polizia. Servirebbe un progetto di sistema che manca e senza non abbiamo un progetto di governo ma individui che portano avanti, e male, in modo contraddittorio, la loro bandierina. Così da una parte si fa il polo del lusso, dall’altro si fa la legge per incentivare il commercio nei centri storici. Bisogna definire la linea per rilanciare i consumi interni, nessuno ci ha detto la strategia unica, ognuno ha la sua. Se il progetto condiviso non c’è, il bilancio per cosa stanzia i soldi?”.

Remo Giancecchi, Pdcs: “Non è semplice far quadrare un bilancio mantenendo i servizi come eravamo abituati e cercare di far tornare i conti a fine anno. Ora il pareggio non è un traguardo, non abbiamo sistemato l’economia dello Stato, ma dobbiamo ripartire. Valuteremo le proposte dell’opposizione in linea al rilancio dell’economia”.
Paolo Crescentini, Ps: “Ho ascoltato da parte dei segretari di Stato tanti buoni propositi, ma di fatto si prosegue a mettere in difficoltà le fasce più deboli, non si aiutano le categorie che per età anagrafica hanno problemi a trovare lavoro e a cui si chiudono le porte in faccia. Si parla della necessità di rivedere l’organizzazione della Pa, allora perché non si parla di mobilità, ma si parla solo di fabbisogno dal sapore di clientelismo pre-elettorale? La Finanziaria ricalca l’attività di governo vuota di questi anni, e contraddittoria, come per le indennità di malattia. Mi sembra sia portata avanti la politica dell’orticello. Sulle Tlc siamo fermi al palo da anni, ci sono solo tanti buoni propositi. Oggi visto che le convenzioni stanno scadendo, ci auguriamo il governo tenga il coltello dalla parte del manico. Come partito siamo disponibili a fare proposte per aumentare le entrate dello Stato senza incidere sulle tasche dei cittadini. Qui si ripropone la tassa sui servizi che è pagata dal cittadino, non lamentiamoci se poi i cittadini si rivolgono a ditte forensi”.

Tony Margiotta, Su: “I rappresentanti dei lavoratori e le associazioni di categoria hanno manifestato critiche a questa legge, prima fra tutte la mancanza di confronto. E lo ribadiamo anche noi dell’opposizione. La Csu parla di 600 licenziamenti nel 2015 che si aggiungono ai 1500 già disoccupati, le difficoltà del nostro sistema economico sono grosse. Dire che siamo fuori dalla crisi è un comportamento da criticare. L’indebitamento pubblico di 30 mln di euro, gli investimenti pluriennali di mutui e liquidità verso strutture ancora non individuate sono tutte scelte criticabili. Parimenti le scelte che hanno portato la riduzione del disavanzo. Per esempio, si è ridotto il ricorso al mutuo prima casa, ma non è che c’è stato solo un risparmio da parte dello Stato attraverso la riforma di questo strumento. Si è di fatto eliminato un diritto e i paletti inseriti hanno diminuito l’opportunità di poterlo richiedere”.

Luca Santolini, C10: “La Commissione per il controllo della finanza pubblica, nella sua relazione, è stata molto chiara sulla situazione in cui si colloca la richiesta di inserire nel bilancio le emissioni di titoli pubblici per reperire liquidità. Il governo verrebbe a chiedere questo mentre la commissione parla di ‘dati illusori’. Si parla di un Paese ‘gravemente indebitato’. Si sono fatti tagli lineari che finiscono per sfociare nei tagli ai servizi. All’interesse sul debito pubblico si sommeranno mancate entrate del debito di imposta. Stiamo entrando nel quarto anno di legislatura con un nulla di fatto sulle riforme annunciate e sullo sviluppo. Sta aprendo qualche azienda, ma non si riescono a contrastare le chiusure. Siamo in stagnazione perché le aziende non restano aperte per gli incentivi e gli sgravi, serve un contesto più favorevole, quindi un sistema finanziario sano con professionalità di alto livello, una Pa efficiente e business oriented, la certezza della legge. Facile darci degli urlatori, ma noi rispondiamo con emendamenti e proposte che cercano di dare al Paese prospettive diverse. Mi auguro si dia un segnale non a C10 o Ca, ma al Paese sempre più sfiduciato nei confronti della classe politica”.

Stefano Canti, Pdcs: “Il bilancio è un provvedimento soddisfacente che stima la chiusura con un leggero disavanzo, stimato a 10 mln di euro, che può essere portato in lieve avanzo in chiusura del 2016. Il risultato ottenuto è sicuramente importante, per il terzo anno consecutivo si chiuderà con un avanzo di bilancio. E’ un segno positivo che ci fa dire di aver raggiunto una certa stabilità dei conti pubblici, dovuta a interventi adottati nel corso legislatura. D’altra parte, anche se gli indicatori rivelano una leggera ripresa, questi non sono sufficienti a garantire una prospettiva certa al Paese. Il 2016 deve essere l’anno dei provvedimenti in grado di dare prospettiva al Paese. Quindi riforma previdenziale, passaggio al nuovo sistema Iva, revisione delle leggi sull’edilizia etc.”

Elena Tonnini, Rete: “Con la seconda lettura del bilancio si coglie l’occasione di fare un blitz con gli emendamenti che vedremo e che non saranno nemmeno concordati all’interno della maggioranza. Si inseriscono al volo cose lasciate indietro, come se fosse l’ultima occasione rimasta. E’ così che accadono mostri come quello sull’indennità di malattia, inserito con il blitz l’anno scorso da Mussoni, con la finta motivazione di voler attaccare i furbetti, quando si voleva solo fare cassa con un approccio disumano. Ora Mussoni è stato messo all’angolo dal suo stesso partito per abrogare l’articolo 48.
Le segreterie di Stato ragionano su come togliersi l’osso l’una all’altra, traducendosi in interventi in contrapposizione. Da una parte c’è chi cerca di creare posti di lavoro e dall’altra c’è Iro Belluzzi che fa interventi per fare lavorare i pensionati, poi però ai giovani si danno incentivi a pioggia per creare attività in centri storici. Abbiamo 900 e più persone che non solo non hanno lavoro, ma hanno terminato gli ammortizzatori, proporremo negli interventi di sostegno alle famiglie la possibilità di identificare meglio il reddito dei nuclei familiari, con l’indicatore Isee, per un’attribuzione più equa dei contributi pubblici”.

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “Il Previsionale 2016 partiva da un disavanzo di 16 mln di euro e con qualche intervento, realizzato con gli emendamenti, si arriverà a 10 mln di euro e, grazie ad una corretta gestione, si arriverà al pareggio. Sicuramente qualche migliaia di persone che hanno perso il lavoro è stata riassorbita, ma i numeri sono ancora preoccupanti e dobbiamo mettere in campo una serie di politiche per fare in modo che i giovani possano avere futuro. Oltre al differenziale fiscale, occorre imprimere altri incentivi sulla sburocratizzazione e semplificazione nel rapporto tra Pa e imprese. Per questo approvo il decreto sull’agenda digitale, la posta certificata, il portale della Pa. Cercare di attrarre gli investimenti esteri, i capitali puliti e quindi accogliere gli imprenditori che intendono risiedere nel Paese è una possibilità da prendere in considerazione. Penso si possa rivedere aumento al 4% dell’imposta sui servizi. Dovremo continuare a spingere per dare visibilità e pubblicità a tutto quello che stiamo facendo per la trasparenza al di fuori dai nostri confini, se no tutto il lavoro fatto non troverà riscontro e non mi rivolgo solo all’Italia ma anche alle economie extra europee”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Si è agito molto in questa fase sulla razionalizzazione e la riduzione delle spese. Ora però il governo deve accelerare e imprimere più forza ed energia anche per garantire maggiori entrate al bilancio dello Stato. Non sono d’accordo con chi dice che il governo non ha fatto nulla. Il governo probabilmente manca un’azione coesa e corale rispetto ai problemi. E questo fa si che ci si disperda in più direzioni. E’ necessario che l’azione di governo prosegua nella stessa direzione: serve visione univoca del sistema economico su cui vogliamo puntare. Serve un progetto a medio-lungo termine. Per fare questo occorre concentrarsi sui progetti. Un altro degli interventi indispensabili è quello della riforma delle pensioni. Rappresenta per il bilancio dello Stato una voce enorme”.

Rossano Fabbri, Ps: “Il bilancio traccia le linee di indirizzo politico a medio termine per l’anno futuro. Un appuntamento sempre molto atteso che traccia un quadro di quella che sarà l’azione politica del Governo. Io vorrei che il lavoro effettuato dei tecnici della commissione di controllo della finanza pubblica venga tenuto in considerazione: dipinge un quadro devastante. Quello che mi ha davvero colpito è proprio la dichiarazione di avere gettato la spugna e di non riuscire neppure, con il quadro di insieme offerto, a svolgere il proprio lavoro. La commissione dice che di quanto precedentemente indicato è stato recepito poco o nulla. Dice anche di non farsi ingannare dai dati di bilancio. Questo bilancio previsionale non ha alcun tipo di dato che possa dimostrarci una minima inversione di tendenza. Il Governo ha dovuto fare dietrofront sulla legge delle indennità di malattia. Spero che questa brutta parentesi possa lasciare positivamente il segno rispetto alla morale della favola. Per reprimere gli abusi non si possono togliere i diritti. Per reprimere gli abusi vanno colpiti gli abusi. Non si può ridurre il livello di welfare state. Critichiamo l’aumento di tasse che pare l’unico strumento su cui il Governo sappia fare leva. Quello che abbiamo a cuore come Ps sono due aspetti minimali per quanto attiene le risorse che si dovrebbero mettere a disposizione dello Stato: 1) chiederemmo a gran voce che non si lasci la sicurezza del nostro Paese in balia dei venti e dunque chiederemmo che ai Corpi di Polizia siano assegnate le risorse necessarie 2) Non abbandoniamo le famiglie che versano in stato di difficoltà. Riserviamo a loro una parte di fondi”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Auspico che il disavanzo che ci troviamo ad affrontare in questa fase possa diminuire ulteriormente così da arrivare nel 2016 ad un pareggio di bilancio. Auspico che tutti gli emendamenti presentati possano essere indirizzati verso il raggiungimento di questo obiettivo. La politica di riduzione della spesa pubblica ha portato i suoi frutti. Anche se non abbastanza. Il rigore e la politica di spending review non sono assolutamente terminati. Emendamenti di carattere clientelare da parte nostra non verranno sostenuti. Penso sia anche questa l’occasione per fare una riflessione sulla nostra abilità normativa. Qualcuno prima di me lo ha ricordato: stiamo introducendo una numerosa vastità di norme e spesso con una difficoltà anche per chi deve reperire le discipline di particolari materie. Un altro tema è quello legato alla sicurezza pubblica: questa può essere l’occasione per potenziare la strumentazione dei nostri Corpi di Polizia. Quando si fanno le riforme ci vorrebbero dati precisi per valutare gli effetti delle leggi che andiamo a introdurre. Spero si possano eliminare i margini tra maggioranza e opposizione per trovare un testo condiviso tra maggioranza e opposizione per il bene del Paese”.

Marino Riccardi, Psd: “Mi trovo in difficoltà ad affrontare una discussione su un bilancio che ritengo meramente contabile. Un bilancio che gestisce l’ordinaria amministrazione e la stragrande maggioranza delle spese correnti. Io in prima lettura mi ero augurato che ci fosse la volontà di fare scelte politiche: a me non preoccupa più di tanto se il deficit di bilancio è di 15 milioni di euro o di 7 milioni di euro. A me preoccupa ciò che esprime. Io non intravedo, leggendo il bilancio in questa fase, uno sviluppo per il paese. Forse non ci rendiamo conto che il Paese non è in difficoltà ma di più. Le nostre imprese hanno grosse difficoltà. Difficoltà che molti in quest’Aula non hanno compreso. Abbiamo un Paese a due velocità: chi ha perso il lavoro ha perso molto. L’indennità di malattia? Non è uno stipendio ma un’indennità che va commisurata per quanto possibile con lo stipendio. Un altro obiettivo importante che questo Governo e questa maggioranza erano riusciti a mettere in campo era il Polo del Lusso che dava occupazione e portava risorse tramite le imposte. Le scelte sciagurate di alcune parti che hanno costituito il comitato per il referendum hanno messo a forte rischio questa iniziativa. Ma se passano questi concetti come San Marino non saremmo più appetibili nei confronti di investitori esterni perché qualsiasi accordo che la maggioranza di turno ratifica può essere cambiato o smentito. Bisogna agire su un taglio drastico della spesa: intorno al 10/20%. Non siamo più in grado di pagare gli stipendi senza avere nuove entrate”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Il rapporto tra spese e entrate in realtà è diventato un rapporto in equilibrio. E’ Bilancio tecnico. Certamente verrà arricchito con alcune proposte però se c’è una cosa che non ho condiviso è dire che ‘abbiamo fatto tagli lineari’. E’ falso. E’ vero semmai che c’è una clausola di salvaguardia. Se i Fondi li dai gradualmente c’è maggiore attenzione. Sulle pensioni. Non possiamo ragionare dicendo ‘non toccate la mia pensione’. Dobbiamo aprire un ragionamento che guardi anche al futuro delle generazioni successive. Una parola sui fondi per gli investimenti. Io credo che vadano definiti. Io vedo un centro storico di San Marino che può puntare su tre aspetti perlomeno: rete museale, funivia, trenino. Pensiamo lontano da un punto di vista infrastrutturale. Dentro il bilancio si sono investimenti per la fibra ottica. Non è vero che non ci sono investimenti”.

Enrico Carattoni, Psd: “Io penso che il fatto di continuare a inserire la clausola di salvaguardia sia positivo. Non propone tagli lineari ma al contrario è uno strumento che può responsabilizzare le Segreterie di Stato. Penso infine che sia necessario da parte della maggioranza farà un riferimento sulla revisione dell’indennità di malattia. E’ vero che la modifica di quest’articolo non è stata inserita in prima lettura ma verrà prevista in seconda lettura. Segno di umiltà da parte di questo Governo e questa maggioranza. Non è lo strumento idoneo per arginare il fenomeno delle finte malattie. La maggioranza dimostra all’opposizione che non va avanti sempre e comunque a muso duro”.

Matteo Zeppa, Rete: “State andando col minimo di gas. Ognuno lavora per piazzare le proprie bandierine. Il Segretario Mussoni è molto bravo ad apparire come Calimero. Sull’indennità di malattia Mussoni fece un intervento a favore di quell’articolo di legge. Adesso il Governo dice ‘abroghiamo l’articolo 48 perché abbiamo i dati’. Nel frattempo in questi dodici mesi chi usufruiva di quello strumento per gravi problemi è stato penalizzato. Parlate di manovra tecnica. Ci sono 42 pagine di emendamenti su un progetto di legge fatto 20 giorni fa. Dove c’è tra l’altro dentro una modifica della procedura penale. Cosa c’entra? Continuate a dare i numeri. In questo Governo non ci vogliono i fenomeni ma gente che lavora di squadra”.

Nicola Selva, Upr: “Concordo con chi ha detto che qui si fanno i compitini in classe mentre servirebbero interventi di altro genere. Un bilancio tecnico con trasferimento di fondi da un capitolo all’altro del bilancio. Siamo pronti a confrontarci sugli emendamenti da presentare. A partire dal sistema della mobilità sostenibile: occorre iniziare ad usare e proporre trasporti pubblici con mezzi a carburanti alternativi. Ad esempio auto elettriche o ibride. Io capisco le difficoltà oggettive. Mi sarebbe piaciuto ragionare di più su questi argomenti. Spero che in questi giorni di lavoro consiliare sugli emendamenti si possano trovare le opportune sinergie. Su questi temi tutti devono contribuire”.

Luca Beccari, Pdcs: “Noi non saremo dei 10, consigliere Zeppa, dei fantasisti, ma lei è un difensore che getta la palla in tribuna, senza rilanciare il gioco. Lei sostiene che si deve difendere il lavoro, poi è uno dei sostenitori di un referendum contrario all’avvio di un’importante attività imprenditoriale che potrebbe portare centinaia di posti di lavoro. La legge di bilancio non va mai bene, o è troppo tecnica o e troppo politica, se non ha interventi straordinari è clientelare, ma la sintesi è che è una legge di stanziamenti di entrata e uscita e con le regole di impiego dei fondi. Per prassi è diventata anche una Finanziaria, un po’ perché cade a fine anno, e si concentrano in essa altri interventi normativi. In Aula vedo pochi partiti che si prendono la responsabilità di interventi impopolari per riequilibrare i conti pubblici, malgrado tutti quanti parlino del bene del Paese. La gestione degli ultimi otto anni del Paese però ci ha messo di fronte alla necessità di misurarsi su dinamiche che mai abbiamo avuto. Mi urta sentire lezioni di buon governo sulla Finanziaria da parte di chi non si è mai accollato alcun onere. Non si può venire qui a minimizzare risultati come il pareggio di bilancio.
Il nostro obiettivo era gestire i momenti di difficoltà con misure adeguate e con l’impegno di portare alla normalità la situazione. Allora non si può dire che facciamo una politica clientelare se togliamo una misura straordinaria di tagli alle indennità. Non eravate con noi quando l’abbiamo introdotta.
La visione di sviluppo del Paese non può venire dalla Finanziaria. I progetti che servono sono importanti, ma avranno bisogno del loro iter, non potranno stare dentro un articolo di questa legge. Il segretario Capicchioni ha annunciato che, in virtù degli emendamenti ci sarà un’ulteriore riduzione del deficit di 10 mln di euro che è un risultato in linea al trend degli ultimi tre anni”.

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