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Stampa africana su Trump: Guai se boicotta gli accordi sul clima

I commenti dei giornali mentre a Marrakech è in corso la Cop22

Pubblicato:11-11-2016 16:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:17

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trumpROMA – Se ci saranno cambiamenti non saranno per il meglio, a partire dalla lotta contro i cambiamenti climatici: è il filo conduttore dei commenti pubblicati dalla stampa subsahariana dopo l’elezione di Donald Trump, successore designato del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti. A porre al centro il nodo del contrasto al surriscaldamento planetario, mentre nella città marocchina di Marrakech è in corso la ‘Cop22’, è tra gli altri il quotidiano sudafricano ‘Daily Maverick’.

“L’Africa è il continente più colpito dai cambiamenti climatici, che hanno un impatto enorme sulla sicurezza alimentare e le risorse idriche” la premessa del giornale. Poi, sul neo-eletto presidente: “Trump non sembra credere ai cambiamenti climatici; ha detto che annullerà l’Accordo di Parigi e taglierà i programmi federali raddoppiando il peso dei combustibili fossili nel mix energetico americano”. La conclusione? “Questa sua posizione determinerà un aggravarsi delle conseguenze dei cambiamenti climatici nel resto del mondo, in particolare in Africa, compromettendo gli sforzi internazionali per aiutare i Paesi più poveri a far fronte alle nuove sfide”.

Sulla stessa linea Patrick Bond, professore universitario di Johannesburg, firma di un’analisi pubblicata dal portale di informazione ‘News24’: “Trump semplicemente ritirerà gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, come fece George Bush con il Protocollo di Kyoto”. Se si allarga lo sguardo ad altri dossier prevale l’idea che difficilmente il nuovo presidente darà alla regione subsahariana la rilevanza accordatagli da Obama, figlio di padre keniano e promotore di un piano da almeno sette miliardi di dollari per l’elettrificazione del continente.


Donald Trump ha già mostrato che per lui l’Africa non rappresenta affatto una priorità” sottolinea ‘Guineematin‘, un portale con sede a Conakry: “Toccherà piuttosto agli africani adattarsi al nuovo ordine mondiale”. Un assunto, questo, condiviso da ‘L’Observateur Paalga’. Il quotidiano del Burkina Faso ricorda in un editoriale l’entusiasmo con il quale nel 2008 l’Africa aveva accolto l’elezione di Obama, “lontano cugino che entrava nella storia diventando il primo nero presidente degli Stati Uniti”. Quelle aspettative sarebbero state, nella sostanza, deluse: “Dopo otto anni dobbiamo arrenderci all’evidenza”.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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