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Intervista a Emmanuel Gasperoni

Nome: Emmanuel Cognome: Gasperoni Luogo e data di nascita: San Marino 14/03/1977 Professione: medico

Pubblicato:11-11-2016 10:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:17

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emmanuel_gasperoni

Nome: Emmanuel

Cognome: Gasperoni


Luogo e data di nascita: San Marino 14/03/1977

Professione: medico anestesista rianimatore

Residenza a San Marino: dalla nascita

Domicilio a San Marino: dalla nascita

Eventuale/i altra/e cittadinanza/e:

Partito: Rf

1) Cominciamo dalla legislatura ormai volta al termine. Può dirci cosa, secondo la sua opinione, ha funzionato bene e cosa no o comunque meno? Per quali ragioni?

Non rispondo con una mia opinione, ma con fatti e valutazioni ufficiali certificate. Primo elemento: oggi tutti hanno dimenticato il giudizio della Commissione consiliare antimafia, ancora valido. L’intero mondo politico sammarinese si è autodefinito “un sistema da sottobosco affaristico”; “qualche rappresentante delle istituzioni si è prestato a coltivare rapporti con persone afferenti al mondo della criminalità organizzata”. Il giudizio è negativo anche su altri settori: mancanza di un piano industriale, risultati negativi sul piano occupazionale, gestione preoccupante del sistema bancario. Va riconosciuto un miglioramento in materia di trasparenza normativa e di credibilità internazionale.

2) Nella prossima legislatura, quali sono i tre punti prioritari che la nuova maggioranza dovrà mettere al centro dell’agenda politica nei primi 100 giorni? Perché?

Sono gli argomenti che ho già detto: messa in sicurezza del sistema bancario, realizzare un progetto chiaro e coerente di sviluppo economico-produttivo – l’unico che può garantire investimenti esterni- superando l’aleatorietà dell'”andare dietro” a progetti slegati e improvvisati. Il programma occupazionale fa seguito e deriva dai primi due punti. Aggiungerei un quarto punto oltre ai tre della domanda: legalità. Parola che può sembrare “retorica”, ma è un obiettivo di sistema, disinquinare, rinnovando la vecchia politica sammarinese.

3) Ci sono delle tematiche politiche che sente maggiormente vicine e per le quali desidera impegnarsi in prima persona? Come mai?

Poiché mi affaccio per la prima volta sullo scenario politico, non mi arrogo certo la pretesa di conoscere ogni argomentazione: abbiamo già troppi opinionisti-tuttologi, tra l’altro molto più imbonitori sui social che attivi e pragmatici nella realtà. La mia esperienza di lavoro di 13 anni presso l’ISS, ovviamente mi porta ad avere a cuore ogni tematica inerente la Salute, la qualità della cura, ma anche la prevenzione ed il mantenimento del benessere  dello stato di salute (sport e nutrizione)

4) In questa fase si parla sempre più di sviluppo dell’economia del Paese ma il concetto è legato all’idea di sviluppo che ognuno ha. Secondo la sua, quali sono le direzioni da seguire per ottenere i traguardi in tale ambito? A cosa non bisogna rinunciare per farlo?

Non sono un esperto di economia, ma credo sia questo l’ elemento centrale del problema. Abbiamo mille idee in questo campo, e si vede leggendo i programmi. Dovremmo trovare un “elemento guida comune”, un punto di convergenza e di consenso su cosa può e vuole essere San Marino da grande. Onestamente bisogna riconoscere che non abbiamo ancora trovato la nostra identità di sviluppo. Il nostro è stato un sistema economico “trainato” e non trainante. Abbiamo aspettato e raccolto quello che “passava il convento” esterno a noi. (es. turismo della riviera). Atteggiamento che non vuol dire chiudersi in un “prima San Marino”. Aiutati da due motori: l’apporto non “imbroglione” dall’ estero e la creatività dei giovani sammarinesi. Sono d’accordo con chi propone di puntare su: turismo, cultura e identità storica. Con due precisazioni: salvaguardia del territorio e investimento “del nostro” come cittadini, senza aspettare regali dagli altri o interventi assistenziali dello Stato.

5) Qual è il convincimento che ha maturato in questi anni nel rapporto che sarebbe giusto si instaurasse tra San Marino e Unione Europea?

Nel grande dibattito attuale sui mali dell’ Europa, sul “più Europa o meno Europa” da parte dei grandi Stati già membri, è difficile capire lo spazio dei micro Stati come San Marino. Come su altri problemi, anche qui dovremmo “fare Squadra” come Paese, rinunciando a chiusure antistoriche come a sogni di perfetta integrazione. Trovando una linea comune di realismo negoziale. Non so quanto siano attuabili i desiderata di molti, di avere tutto senza dare niente.

6) Nella storia di San Marino, anche recente, c’è una figura politica a cui si ispira o almeno in cui si riconosce per ideali e valori?

Un po’ scherzosamente e un po’ con convinzione, a San Marino diciamo che abbiamo solo un personaggio da ammirare: il Santo Fondatore, protettore della Repubblica. E’ difficile indicare altri personaggi particolari. E’ invece facile riconoscere che nella nostra lunga storia e in particolari periodi, molti saggi sammarinesi hanno lottato per la salvaguardia della Repubblica. Cosa che oggi non sappiamo fare o lo facciamo molto male.

7) Nello scenario politico internazionale, attuale o passato, c’è un personaggio di cui stima l’azione politica? Se si, per quali motivi?

Seguendo, anche se non sistematicamente a causa dell’impegno professionale, il panorama politico mondiale, ho l’immediata visione di un orizzonte di estrema povertà di leadership, come dimostra anche il recente caso americano. Non c’è da fare il tifo o ammirare nessun leader, considerando che non è stato risolto nessun grande problema negli ultimi decenni. Non c’è nessun cavallo vincente su cui puntare per aspettarsi un mondo più giusto, pacifico e democratico.

8) Ci sono delle esperienze nella sua formazione, nel suo lavoro, nella sua vita (anche politica) che considera propedeutiche o comunque importanti per svolgere nel migliore dei modi il mandato per cui si candida?

Il mio lavoro in rianimazione ed in sala operatoria mi insegna ogni giorno ad assumermi la responsabilità. Talora senza avere troppo tempo per pensare. Il coraggio e la necessità di assumersi la responsabilità sarà, sarebbe, il mio modo di “fare politica”. Senza paura.

9) Ci sono momenti in cui si sente orgoglioso del suo Paese? Quando l’ultima volta?

Io provo a sentirmi sempre orgoglioso del mio Paese!

10) Quali sono gli aspetti del suo carattere che ritiene maggiormente importanti per fare politica?

La precisione maniacale (indispensabile nel mio lavoro) e la voglia di capire sempre.

11) Quando è nata nella sua vita l’aspirazione all’impegno politico con lo spirito di servizio per la nostra Repubblica? É giunta legata a un fatto scatenante particolare o si è costruita gradualmente nel tempo?

Le ultime ben note vicende ospedaliere accadute nell’ultimo anno hanno catalizzato in me questa aspirazione. Pur interessandomi da lontano alla vita politica del nostro paese da sempre.

12) Nella sua vita privata, anche passata, ci sono delle passioni (sport, hobbies, interessi) che ha coltivato e che hanno lasciato il segno dentro di lei? Se si, quali insegnamenti ne ha ricavato?

Il ciclismo, che pratico da sempre, è una perfetta metafora della vita: una palestra da applicare alla vita privata, lavorativa ed ora anche politica: Una passione che insegna sacrificio, dedizione, disciplina, rinunce: senza tutto questo non si possono ottenere risultati.

13) Con la preferenza unica crediamo che gli elettori valuteranno la competenza, le capacità del candidato, le sue motivazioni e l’entusiasmo. Cosa può dire a proposito riguardo le sue?

La preferenza unica credo e spero potrà essere utile per allacciare un rapporto di fiducia elettore-eletto. La possibilità di votare una persona di cui ti puoi fidare e che magari conosci anche, ha il vantaggio, eventualmente, di poter guardare negli occhi il politico che hai votato e chiedere conto.

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