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Aaa, cercasi a Bologna latte materno per banca S.Orsola

Il progetto 'Allattami' è partito 6 anni fa e ha portato molti vantaggi ai piccoli nati prematuri

Pubblicato:11-10-2018 05:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:39

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BOLOGNA – La banca del latte materno di Bologna ha bisogno di nuove donatrici. A lanciare l’appello è Granarolo, che insieme al Policlinico Sant’Orsola e all’associazione Il Cucciolo porta avanti da tempo il progetto. In quasi sei anni di attività, la banca del latte ha raccolto oltre 20.000 biberon, pari a 2.696 litri di latte materno, coinvolgendo circa 200 mamme donatrici, per poi distribuirlo in molte strutture sanitarie emiliane: 6.978 alla terapia intensiva neonatale e 7.075 alla neonatologia del Sant’Orsola; 4.605 all’ospedale Maggiore di Bologna; 731 al Policlinico di Ferrara; 641 all’ospedale di Parma. Ma ora servono forze fresche.

L’invito è a tutte le neo mamme e a chi sta per diventarlo, perchè si rivolgano ai volontari dell’associazione e prendano appuntamento col Policlinico. Il latte donato può essere raccolto dai volontari a Bologna, Casalecchio, Castelmaggiore, Granarolo Emilia, Rastignano e San Lazzaro di Savena. “Ogni anno a Bologna– spiega il direttore generale del Sant’Orsola, Antonella Messori- nascono circa 100 bambini con un peso inferiore al chilo e mezzo. Il latte materno è per loro una vera medicina, ma non sempre la loro mamma ha la possibilità di allattarlo. In questi casi è fondamentale la presenza della Banca del latte”.

Il progetto ‘Allattami’, afferma il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, “è un progetto unico in Europa di collaborazione fra un’istituzione sanitaria e un’azienda privata. A cinque anni dalla sua nascita siamo orgogliosi dei risultati raggiunti e animati dal sogno di farlo crescere ulteriormente il progetto al fine di raggiungere nuove terapie intensive neonatali regionali. Servono però nuove donatrici”.


Grazie al latte umano donato, sottolinea Luigi Corvaglia, responsabile della Terapia intensiva neonatale del Sant’Orsola, “nei bambini con peso alla nascita inferiore a 1.500 grammi sono notevolmente diminuite alcune gravi patologie. In particolare il tasso di enterocolite necrotizzante è passato dal 14% del quinquennio 2008-2012 al 6% del quinquennio 2013-2017, con una riduzione particolarmente marcata negli ultimi tre anni, quando è scesa al 2,6%”. Allo stesso modo, continua Corvaglia, “anche il tasso di infezioni neonatali tardive, spesso associate alla necessità di utilizzare a lungo i cateteri venosi centrali, si è ridotto nello stesso periodo dal 9% al 6%, grazie a un’oculata strategia anti-infezione, ma anche a una più precoce rimozione dei cateteri per la migliore tolleranza all’alimentazione e l’effetto positivo del latte umano sulle difese immunitarie del pretermine”.

Il progetto ‘Allattami’ seleziona le mamme donatrici, ritira il loro latte direttamente a casa (senza alcuna spesa), lo pastorizza e conserva in condizioni di massima sicurezza (i biberon vengono sigillati), per poi fornirlo agli ospedali. Ogni passaggio dei biberon viene tracciato: da quando vengono consegnati, vuoti e sterili, nelle case delle donatrici, fino a quando arrivano agli ospedali che ne hanno fatto richiesta.

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