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A Roma fontanelle storiche chiuse da agosto. L’appello: Raggi riallaccia i nasoni

Sono arrivate le prime piogge che hanno interrotto il periodo di siccità, motivo che aveva portato alla chiusura di alcune delle storiche fontanelle, ma il flusso idrico non è stato ripristinato.

Pubblicato:11-10-2017 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:46

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ROMA – Ridateci l’acqua pubblica. Riaprite le fontanelle. Lo chiedono molti romani che da questa estate hanno visto razionarsi l’acqua a causa dell’emergenza siccità. Ora questo appello diventa un’interrogazione urgente alla sindaca Virginia Raggi: “Perché molti dei ‘nasoni’ di Roma continuano a rimanere chiusi da agosto? Sono arrivate le prime piogge che hanno interrotto il periodo di siccità, motivo che aveva portato alla chiusura di alcune delle storiche fontanelle, ma il flusso idrico non è stato ripristinato. Per conoscere i motivi, e quantificare i presunti risparmi idrici che ne sono derivati, ho presentato una interrogazione urgente a Sindaca e assessora Montanari”. Così in un comunicato Valeria Baglio, consigliera capitolina del Partito Democratico.

E’ assurdo che a Roma, da secoli la città delle fontane, si sia arrivati a una decisione così drastica


“E’ assurdo che a Roma, da secoli la città delle fontane, si sia arrivati a una decisione così drastica e che oggi risulti faticoso perfino ripristinare l’acqua. Il mio appello si unisce a quello delle associazioni del Coordinamento Romano Acqua Pubblica, dell’associazione Terra! e dell’Associazione 21 luglio Onlus che in una lettera alla sindaca di Roma hanno chiesto all’Amministrazione di riaprire le fontanelle e con la campagna #RiallacciamoIlNasone di intervenire sulla rete idrica pubblica. Chiudere parte dei 2.800 ‘nasoni’ di Roma incide appena sull’1% del fabbisogno idrico della Capitale, ma rischia di produrre un grave danno di immagine alla città del turismo, nota in tutto il mondo anche per le sue storiche fontanelle. Non solo si interrompe un pubblico servizio e si compromette l’accesso all’acqua potabile di circa 10mila persone con fragilità che vivono nella Capitale. Aspettiamo dal Campidoglio una risposta”.

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